Sharon-Abu Mazen, l'orà della buona volontà

Sharon-Abu Mazen, l'orà della buona volontà PRIMA INTERVISTA DEL PREMIER PALESTINESE ALLATELEVISIONE ISRAELIANA Sharon-Abu Mazen, l'orà della buona volontà «La violenza non serve, l'unica via è il dialogo» AldoBaquis TEL AVIV «Entrambe le parti si sono rese conto che la violenza non conduce a niente, che l'unica via possibile è quella del dialogo»: così, nella sua prima intervista alla televisione israeliana, il premier palestinese Abu Mazen ha sintetizzato l'atmosfera dell'incontro con Ariel Sharon, la notte scorsa. Fra israeliani e palestinesi è l'ora della buona volontà. Sharon non ha lesinato sortite che hanno piacevolmente stupito i palestinesi. Dopo aver costretto i «falchi» del govemo ad approvare a denti stretti il Tracciato di pace del Quartetto, dopo aver denunciato per la prima volta Inoccupazione militare» dei Territori, ieri la anche accettato di «riesaminare le liste dei prigionieri palestinesi, per stabilire quanti fra di loro possano essere rilasciati». Quelli che per decenni sono stati qualificati in Israele come semplici «detenuti», hanno ieri ottenuto la qualifica di «prigionieri»: più simili cioè a soldati di un esercito nemico, che non a comuni terroristi. Proprio la promessa liberazione di un centinaio di «prigionieri» è stato giudicato dai palestinesi il maggiore risul- tato dell'incontro fra i due premier. Rilevando l'inutilità della violenza a fini politici, Abu Mazen, almeno agli occhi dei telespettatori israeliani, è parso minare alla base le fondamenta stesse dell'Intifada. Entro tre settimane, ha assicurato, le sue forze di sicurezza saranno in grado di assumere il controllo della striscia di Gaza, o almeno di quella parte che sarà sgomberata dall' esercito israeliano. In seguito i suoi uomini potranno dislocarsi anche nelle città cisgiordane dove da ieri, per volere di Sharon, non si vedono più soldati israeliani. Le trattative di Abu Mazen con Hamas e con gli altri gruppi armati affinché cessino le loro attività militari procedono a pieno ritmo e dovrebbero giungere in porto entro tre settimane. H suo obiettivo, ha chiarito, è di costituire nei Territori una entità politica unica e omogenea, con controllo centralizzato del potere. Sarà la fine delle miUzie politiche amiate. Parole che suonano come una gradevole melodia alle orecchie di Sharon, il quale ha ordinato che le forze armate israeliane si assestino per il momento fuori dai centri urbani palestinesi, dove adesso sono autorizzate a entrare solo per bloccare kamikaze che fossero in procinto di colpùe. Il premier israeliano ha voluto anche offrire incentivi economici ai palestinesi. Da domenica, 25 mila pendolari palestinesi saranno nuovamente am¬ messi in Israele e da questo mese in base ad accordi che erano in vigore fino all'inizio dell'Intifada Israele consegnerà un assegno mensile da 30 milioni di euro al ministro delle Finanze palestinese Salam Fayad, il quale ha saputo guadagnarsi la fiducia personale di George Bush. Il rischio che dal suo Ministero i fondi finiscano ai gruppi armati dell'Intifada è stato sventato, secondo Israele. Ma la minaccia del terrorismo non è stata certo rimossa. Ancora nella notte di giovedì un presunto kamikaze palestinese è esploso mentre cercava di infiltrarsi in Israele a Sud di Gaza. Gli stessi integralisti di Hamas sono ancora restii ad annunciare una tregua. «Prima voghamo che Israele liberi tutti i prigionieri e cessi le sue aggressione contro i civili palestinesi», ha confermato il dirigente IsmailHanye. Ma a pochi giorni dal vertice di Aqaba con George Bush, israeliani e palestinesi moltiplicano gh sforzi perché sia un successo e lavorano a una dichiarazione congiunta di mutuo riconoscùnento e di ripudio della violenza. Aqaba, dicono, sarà la vera stazione di partenza del Tracciato di pace. II premier israeliano mostra di credere nelle trattative con i gruppi armati e ritira le sue truppe dai centri abitati Le parti lavorano a una dichiarazione congiunta di mutuo riconoscimento e ripudio della violenza da presentare ad Aqaba UnpalestinesesuperalagrandebarrieradicementochedivideGerusalemmeEstdallaCisgiord ama

Persone citate: Abu Mazen, Ariel Sharon, George Bush, Mazen, Salam Fayad

Luoghi citati: Gaza, Israele, Tel Aviv