Il dramma dietro la casa all'asta

Il dramma dietro la casa all'asta IN VIA NIZZA 27 GLI INQUILINI DENUNCIANO: UNA GROSSA AGENZIA VUOLE TAGLIARCI FUORI DALLA GARA Il dramma dietro la casa all'asta Protestano le vittime del fallimento immobiliare il caso Nino Pietropinto El una vergogna: tutti devono sapere che in Italia accadono queste ingiustizie. Queste case le abbiamo pagate. Che colpa abbiamo se l'impresa è fallita? Ora l'edificio va all'asta e abbiamo saputo che parteciperà anche un'immobiliare del Cuneese. Si prenderanno loro i nostri alloggi, ie case dove abbiamo speso i soldi di una vita». Paolo Paolucci, 40 anni, dipendente delle Pòste, è appena sceso dal tetto del palazzo dove abita e che ora rischia di perdere, in via Nizza 27. Si era legato ad un comignolo per denunciare il suo dramma. E lì è rimasto per un'ora. Poi i vigili del fuoco, saliti sul tetto, lo hanno convinto a scendere. E' ancora affannato, senza fiato, quando viene attorniato da giornalisti e fotografi, oltre che da tanti amici. «E' un tipo tranquillo - dicono gli inquilini della casa che lo conoscono da sempre - ma questa storia lo ha sconvolto». Con Paolucci su quel tetto c'era anche Piera Beda, anche lei di via Nizza 27, anche lei vittima dei fallimenti immobiliari come migliaia di persone in tutta Italia. Paolucci ha appena un filo di voce, l'emozione lo travolge: «Mi spiace, non volevo disturbare nessuno. Ma dovevo fare qualcosa. Non potevo restare inerte nell'assistere a questo sciacallaggio». Come altre 19 famiglie Paolucci anni fa, a metà degli Anni Novanta, acquistò con grandi sacrifici un alloggio. Era vicino al lavoro, pensava di sposarsi, chiese una mano anche ai parenti. «In quell'appartamento ho messo tutti i miei soldi, poi un bel giorno io.e gli altri abbiamo scoperto che la società era fallita. Che doveva intervenire il curatore per mettere all'asta l'immobile e rimborsare poi la banca che aveva finanziato l'impresa travolta dal crack. Una tragedia». Paolo e gli altri acquirenti non si sono persi d'animo. Si sono rivolti al Conati, l'associazione delle vittime dei fallimenti, a cui aderiscono migliaia di persone, ogni anno messe in gionocchio da questa vergogna incredibile per un paese civile. «L'Italia è l'unico paese dove il rischio d'impresa ricade sul cliente». Hanno portato avanti la loro battaglia. Hanno trovato anche comprensione nella banca, il Mediocredito. «Abbiamo raggiunto un accordo con l'istituto di credito che ha capito il nostro dramma e ci ha fatto uno sconto. Ci siamo uniti in gruppo e venerdì, dopodomani. all'asta avremmo riacquistato i nostri alloggi. Pagati due volte, ma meglio che niente. E invece è accaduto quello che si temeva. Un'immobiliare del Cuneese ha presentato un'offerta più alta e si prenderà la casa. Non è giusto, qualcuno si deve mettere una mano sul cuore». Antonino Salerno, l'anima del Conafi regionale, va giù pesante: «Faccio un appello alla società immobiliare. Lasci perdere via Nizza 27, non partecipi all'asta. Non tolga la casa a chi ha sudato una vita per comprarla. Non è giusto, non è morale». Poi continua con amarezza: «E pensare che pochi giorni fa abbiamo fatto un convegno in Comune per annunciare che si erano fatti grossi passi avanti. Che una nuova legge è in dirittura d'arrivo e dovrebbe risolvere i nostri problemi, almeno per il futuro. Per i fallimenti in corso dobbiamo affidarci al buon senso e alla sensibilità delle banche e dei curatori». A manifestare solidarietà in via Nizza sono arrivati anche numerosi pohtici: Giovanni Nigro, dei Verdi, Mario Contu, di Rifondazione e Patrizia D'Onofrio, di An. Ma anche tante famiglie già vittime dei fallimenti. Cosa si può fare? Salerno del Conafi non ha dubbi: «Si devono bloccare le aste, con un decreto». Ma da Roma è arrivata già la doccia fredda. Il ministro per i rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi ha fatto sapere che «non ricorrono i presupposti di necessità e urgenza» richiesti per un decreto. Una decisione bollata con battute pesanti in via Nizza: «E cosa aspetta che accada, che qualcuno si ammazzi?» . Toma la calma davanti alle Poste. Qualcuno si ferma a commentare con amarezza: «Cosa deve fare un povero Cristo quando è ridotto sul lastrico. Vergognai» E Salerno lancia una sorta di monito: «Nessuno tolga la casa a questa gente. Non io permetteremo». "I vigili del fuoco hanno convìnto ih» proprietario che si era incatenato al comignolo a scendere dal tetto dello stabile di via Nizza 27 *'«:'U.i-4.^-t,«w

Persone citate: Antonino Salerno, Carlo Giovanardi, Giovanni Nigro, Mario Contu, Paolo Paolucci, Paolucci, Patrizia D'onofrio, Piera Beda

Luoghi citati: Italia, Roma, Salerno