MLAN fo grande di Roberto Beccantini

MLAN fo grande UNAFAVOLA CHE HA INCANTATO L'EUROPA MLAN 6 grande la storia Roberto Beccantini E con questa sono sei, sei Coppe dei Campioni, o Champions League che dir si debba. Ancora una volta, il Milan ha piantato la sua bandiera in cima all'Europa, seguendo il soffio di una vocazione che, almeno in Italia, lo ha reso unico, speciale. Soltanto il Real Madrid ne ha vinte di più (nove). Juventus e Inter, insieme, arrivano a quattro. I risultati non vengono mai per caso, e neppure la sentenza di Old Trafford fa eccezione. Fin dalla nascita in una fiaschetteria di via Berchet, il 18 dicembre del 1899, il Milan ha sempre coltivato un feeling profondo con la dimensione non semplicemente nazionale sua e della città, come se già all'anagrafe il destino gli avesse suggerito la direzione da prendere e la missione da compiere. Milan è il nome inglese di Milano, e pure questo, a leggerlo dopo la prima volta (Wembley 1963) e, soprattutto, dopo l'ultima (Manchester 2003), ha l'aria di essere stato un indizio preciso e non una traccia qualsiasi. Giù il cappello, allora. La Coppa dei Campioni era, all'inizio, riserva di caccia esclusiva del Real Madrid. Furono il Benfica e il Milan a spezzare le gloriose catene. E dal momento che gli dei hanno il gusto dell'intreccio, il Milan entrò nell'albo d'oro a spese dèi portoghesi. La prima finalista italiana era stata la Fiorentina di Fulvio Bernardini, nel 1957: 2-0 per il Real allo stadio Chamartin (che poi, in onore del presidente della leggenda, sarebbe diventato «Santiago Bernabeu»). Il Diavolo entrò in scena l'anno successivo, a Bruxelles. L'orchestra di Alfredo Di Stefano s'impose per 3-2 nei supplementari, in capo a una partita di struggente bellezza e di spasmodico equilibrio. Juan Alberto Schiaffino deliziò la platea. C'è un dato che, più di ogni altro, documenta e differenzia la visione europea delle milanesi dalle attitudini italiane della Juve. La Coppa dei Campioni vede la luce nel 1955. La prima finale del Milan risale, come detto, al '58. La prima dell'Inter al 1964. La prima dei bianconeri al 1973. Sono rilievi statistici che, al netto delle circostanze, ambientali e tecniche, inchiodano Milano e Torino al muro delle rispettive sensibilità: l'una guarda «fuori»; l'altra, «dentro». E così, nel derby senza frontiere che la rivalità metropolitana accese, toccò al Milan di Nereo Rocco e Gipo Viani anticipare l'Inter nella conquista del trofeo. L'evento si celebrò a Wembley, davanti al Benfica bi-campione in carica. Pivatelli azzoppò Collina, la doppietta di José Altafini abbassò il gol introduttivo di Eusebio al livello di puro e banale reperto d'archivio. Vale la pena di ricordare la formazione: Ghezzi; David, Trebbi; Benitez, C. Maldini, Trapattoni; Pivatelli, Sani, Altafini, Rivera, Mora. In corso d'opera. Cesare Maldini si assunse la responsabilità di cambiare un paio di marcature, inviò il Trap su Eusebio e dirottò Benitez su Torres. Più ancora di Juve e Inter, il Milan ha sempre allevato il gusto del gioco. Gianni Rivera ne è stato l'indiscussa stella polare. Abatino o no, aveva piedi musicali: due violini, ec- co. Viani era uno stratega fra i più scafati e creativi. Rocco un allenatore che per insegnare calcio non aveva bisogno di ;esso e lavagne, gli bastavano i ncchieri e, come campo, una tovaglia. Catenacciaro il Milan che, nel 1969 a Madrid, polverizzò l'albeggiante Ajax di Johann Cruijff? Suvvia, non scherziamo. Quattro a uno: tripletta di Prati, acuto di Sormani. Certo, c'era stata la notte di Glasgow (un tiro un gol) e la saga di Fabio Cudicini, che proprio a Old Trafford si conquistò il titolo di «ragno nero». I presidenti delle sei coppe sono stati Andrea Rizzoli (la prima). Franco Carraro (la seconda), Silvio Berlusconi. Con l'avvento del Cavaliere, nel 1986, il Milan sale sulla luna e lascia a terra, imbarazzati, brancolanti, avversari e luoghi comuni. Al di là delle forzature dialettiche - spesso grossolane Berlusconi forgia una squadra che rivoluziona convinzioni e convenzioni. Arrigo Sacchi si scaglia contro il calcio all'italiana, frastornandolo e, piano piano, trasformandolo. Lavora sul pressing e sul fuorigioco, predica la zona nelle cattedrali della marcatura a uomo, non si accontenta di vincere, vuole convincere. Olandesizzanfe la filosofia, olandesi i protagonisti: Marco Van Basten, Ruud Gullit, Frank Rijkaard. E poi, naturalmente. Franco Baresi, Mauro Tassotti, Paolo Maldini, Billy Costacurta, Roberto Donadoni, Carletto An- celotti. Al Real Madrid, in semifinale, viene inflitto un memorabile 5-0. Va meglio alla Steaua, nella finale di Barcellona: «solo» 4-0, parole e musica di Gullit e Van Basten. È il 1989. Il tempo di rimettersi in posa e, puntuale, arriva il bis: 1-0 al Benfica di Sven Goran Eriksson, a Vienna, gol di Rijkaard su tocco smarcante di Van Basten. Dal vate di Fusignano a Fabio Capello, la musica non cambia, anzi. Nel 1994, il Milan eguaglia addirittura l'Inter di Helenio Herrera ( 1965), conquistando nell'arco della stessa stagione scudetto e Champions League: si chiama così, adesso. La finale di Atene, contro il Barcellona di Cruijff, è un inno alla perizia di Capello, il cui catechismo sublima e mescola la nuova frontiera di Sacchi con l'ortodossia trapattoniana. Tanto si rivelano spocchiosi i catalani, quanto scientifici e micidiali i milanisti: 4-0, Massaro, Massaro, Savicevic, Desailly. La notizia raggiunge Berlusconi nel momento in cui Palazzo Madama gli vota la fiducia. Il Milan di Capello aveva perso la finale precedente, 0-1 con l'Olympique Marsiglia. Perderà anchela successiva, 0-1 con l'Ajax. Ad Atene, Baresi e Costacurta erano squalificati. Non era più il Milan olandese. Era il Mi an di Zvonimir Boban e Dejan Savicevic, l'artista più caro al presidente. Una squadra che i saputelli avevano profanato nell'orgoglio e snobbato nei pronosti¬ ci. Fu una lezione: il gatto che seppe farsi (anche) topo contro topi che osarono immaginarsi gatti. La sesta è fresca di sudore e di champagne. Mai, nella storia della Champions League, un'italiana aveva conteso la corona a un'altra itahana, l'Inter in semifinale, la Juve in finale. Berlusconi era lì, in tribuna, a un sorriso di distanza dal suo braccio operativo, Adriano Galliani. In panchina, l'antico perno del centrocampo: Ancelotti. In campo. Paolo Maldini, figlio di Cesare. Nel nome del padre, 40 anni dopo Wembley. Il Milan è questo: un romanzo generazionale che spesso, come protagonisti, ha gli autori stessi. Gin cin alla squadra più europea d'Italia. La società rossonera nata in una fiaschetteria ha sempre coltivato la vocazione europea AWembiey, nel 1963 due gol di José Altafini al Benfica firmarono il primo successo Gianni Rivera il simbolo l'Ajax di Johan Cruijff la seconda vittima Poi l'epopea di Sacchi e lo squillo di Capello ad Atene con il Barga Fino all'ultimo urrà contro i bianconeri La prima: 1963 SEDICESIMI Union Lussemburgo (Lus) EIE] OTTAVI Ipsyvich Town (Ing) EIE] QUARTI Galatasaray (Tur) QQ Laterza: 1989 SEDICESIMI Vitosha (Bui) Ha La quinta: 1994 PRIMO TURNO Aarau(Svi) dCl Dundee (Sai FINALE A LONDRA ÌMfll Benfica (Por) La seconda:1969 SEDICESIMI Malmóe (Sve) QQ ii'iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinEi OTTAVI ualificato d'ufficio ai auartì MM. Milan Stella Rossa (Jug) QUARTI rigori Werder Brema (Ger) QEI SEMIFINALI Real Madrid (Spa) DD FINALE A BARCELLONA Steaua Bucarest (Rom) El La quarta: 1990 SEDICESIMI Milan HJK Helsinki (Fin) OTTAVI )UARTI m Celtic fàco) SEMIFINALI OD Manchester United (Ing) E1SI FINALE A MADRID - ^li'iiii LiiiMHig Ajax(Oia) Q Reàl Mddrìcl (Spa) QUARTI Malines(Bel) SEMIFINALI Bayern Monaco (Ger) EIE] FINALE A VIENNA dts Benfica (Por) El 4 ATRE PASSI DAL MITO REAL classifica coppa campioni/champions league; ■ 1^© Real Madrid(1956,1957,1958,1959, I960,1966,1998,2000,2002) ; e MILAN(1963,1969,1989,1990,1994,2003) i^y Aiax(1971,1972,1973; 1995); Bayern (1974,1975,1976,2001); Liverpool'(1977,1978/1981,1984) .- Benfica (1961,1962); INTER (1964,1965); Manchester United (1968,1999); Nottingham Forest (1979,1980); JUVENTUS (1985,199 Celtic (1967); Feyenoord (1970); Aston Villa (1982); Amburgo (1983); Steaua Bucarestll986); Porto (1987); Psv Eindhoven (1988);" Stella Rossa (1991); Barcellona (1992); Olympique Marsiglia (1993); Borussia Dortmund (T997) La sesta: 2003 PRELIMINARI Slovan Liberec (R. Ceca) QQ PRIMA FASE Lens (Fra) hu Deportivo La Coruna (Spa) QQ Bayern Monaco (Ger) Qfl li'illl lillMlillMW SECONDA FASE CE Real Madrid (Spa) EIE] Lokomotiv Mosca (Rus) HEl Borussia Dortmund (Ger) Qfl QUARTI Ajax (Ola) QB SEMIFINALI Inter QQ FINALE A MANCHESTER mnm Juventus B B rigori Ghezzi a Wembley, il 22 maggio 1963: prima Coppa Campioni Tripletta di Prati e gol di Sormani nel '69 contro l'Ajax Baresi (sin.) nell'89 e Gullit (sopra) nel '90 Tassotti, Galliani e Capello dopo il trion del 1994 contro il Barcellona Berlusconi con il trofeo nel '90 a Vienna