Bush in Medio Oriente con un dispetto a Chirac

Bush in Medio Oriente con un dispetto a Chirac WASHINGTON ANNUNCIA I DETTAGLI DELLA MISSIONE DI PACE Bush in Medio Oriente con un dispetto a Chirac Il capo della Casa Bianca abbrevierà di un giorno la presenza al G-8 di Evian. Poi il vertice a Sharm el-Sheikh con i leader arabi e quello ad Aqaba con Sharon e Abu Mazen. Colin Powell lunedì dal Papa Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Due summit in altrettanti giorni per accelerare la pace fra arabi ed israeliani. Questa la missione che il presidente americano, George Bush, si accinge a compiere il Medio Oriente la prossima settimana, accorciando di un giorno la presenza al vertice del G-8 in programma a Evian. E' stata la Casa Bianca a diffondere ieri i dettagli dell' agenda del capo della Casa Bianca che lasciano trapelare messaggi assai chiari. Bush parte questa notte alla volta dell'Europa: dopo Cracovia e San Pietroburgo arriverà al G-8 ma dormirà a Evian, in Francia, «solo una notte, non due», ha precisato il portavoce Ari Fleischer. Disertare le conclusioni del summit è il prezzo che Bush ha deciso di far pagare al collega francese Jacques Chirac per aver guidato il fronte anti-guerra durante la crisi dell'Iraq. Per Parigi questo significa un summit dimezzato e un'agenda da rifare all'ultima ora: ma poteva andare anche peggio, se non avesse votato a favore della risoluzione Onu sul dopoguerra, Bush non sarebbe stato a Evian neanche per una notte. Jacques Chirac può farci poco e si limita a dire che «comprende» le ragioni del presidente degli Stati Uniti. A fare ombra al G-8 sarà la missione in Medio Oriente, che si profila in grande stile. Prima tappa a Sharm elShcikh, nel Sinai, assieme ai leader di Egitto, Giordania, Marocco, Bahrein, Arabia Saudita e al nuovo premier palestinese Abu Mazen. Seconda, il 4 giugno, ad Aqaba, in Giordania, ospite di re Abdallah assieme ad Abu Mazen e all'israeliano Ariel Sharon. I due summit servono a consolidare i due pilastri del «nuovo Medio Oriente» cui l'amministrazione Bush sta lavorando: la ricostruzione dell'Iraq e la fine del conflitto fra palestinesi e israeliani. «Yasser Arafat non è invitato», ha precisato il portavoce della Casa Bianca, Scott McClellan. A Washington si ritiene Arafat compromesso con il terrorismo, lo si considera un ostacolo politico, e non è stata gradita la missione-lampo del ministro degli Esteri francese Dominique de Villepin a Ramallah per tentare di rimetterlo in gioco anche perché «proprio dopo quell'incontro - sottolinea una fonte diplomatica europea a Washington - Arafat si è sentito di nuovo forte, chiedendo di essere lui a condurre il negoziato con Israele». Dai leader arabi riuniti nel Sinai Bush si attende «solide espressioni di sostegno» al dopo-Saddam - come ha dichiarato il Segretario di Stato, Colin Powell, che lunedì sarà a Roma per incontrare il Papa proprio sul problema del Medio Oriente, e vedrà anche il ministro degli Esteri Frattini - e dimostrazioni concrete di voler favorire la pace in Medio Oriente: «incrementare l'isolamento di chi sostiene il terrore», «aiutare i palestinesi a rispettare i loro impegni sulla sicurez¬ za» e impegno alla piena normalizzazione dei rapporti con lo Stato ebraico. Ad Aqaba in cima all'agenda ci sarà il nascituro Stato di Palestina: nel summit con Sharon, che è stato rinviato a oggi, Abu Mazen chiederà a Israele di fare in quell'occasione una dichiarazione per riconoscere il diritto dei palestinesi all'indipendenza. In cambio Abu Mazen dovrà portare a Bush «risultati concreti per le riforme e nella lotta al terrorismo» contro Jihad, Hamas e Brigate Al Aqsa, cioè l'inizio del disarmo delle milizie. «Dal summit a tre verrà speranza per l'intera regione», riassume Powell. Sul vertice di Aqaba la Casa Bianca non rinuncia a un velo di prudenza l'espressione è «condizioni permettendo» - nel timore che organizzazioni come Hamas o Al Qaeda sfruttino l'occasionione per attentati spettacolari. Il viaggio di Bush si concluderà a Doha in Qatar, nella sede del Comando Centrale da dove il generale Tommy Franks ha guidato l'operazione «Iraq! Freedom». L'incontro con le truppe porterà anche fisicamente il Presidente al fronte della guerra al terrorismo con la quale si propone di cambiare il volto dell'intero Medio Oriente. La decisione dell'Emirato di defestrare il direttore di Al Jazeera - sospettato di simpatie per Saddam - alla vigilia dell'arrivo è stata considerata, in ambienti diplomatici arabi del Palazzo di Vetro, un segnale della volontà del Qatar di rafforzare ulteriormente i rapporti con gli Usa. Due palestinesi nella cucina della loro casa dopo un'incursione dei soldati israeliani a Betunla, vicino a Ramallah