Il gladiatore e l'artista, fratelli contro

Il gladiatore e l'artista, fratelli contro SFIDA NELLA SFIDA PER DAVIDS E SEEDORF, CRESCIUTI INSIEME NELL'AJAX Il gladiatore e l'artista, fratelli contro Giancarlo Laurenzi inviato a MANCHESTER EDGAR e Clarence sono nati col muso rivolto all'Oceano a Paramaribo, nel Suriname, e dalla culla gettavano lo sguardo Oltre le Americhe. Difendendo la stessa causa sono cresciuti e diventati famosi e ilgiomo della loro consacrazione (finale di Champions a Vienna: 25 maggio 1995, Ajax-Milan 1-0) non immaginavano di ritrovarsi nemici per la pelle otto anni dopo, addosso maghe itahane dentro un tempio inglese. Davids e Seedorf hanno rappresentato l'anima nera dell'Ajax dei pupi dannati: scorribande per l'Europa al doppio della velocità e con la metà degh errori altrui. In Italia anivarono a un anno di distanza da quel boom: Seedorf dopo la Coppa vinta passò per 7 miliardi di Ère alla Samp di Mancini allenata da Eriksson, Davids attese una stagione ancora prima di traghettare al Milan. Riuscì cioè a partecipare al duello di Roma '96 contro la Juventus, deciso dai calci di rigore: ne fallì uno, la prima finale di Lippi divenne un'apoteosi. Divise le strade, separati gh affetti. Davids e Seedorf sono meno amici, troppo distanti nello stile: in campo, fuori. Artista uno, guerriero l'altro. Edgar ritrova oggi due piedoni che al tempo sfuggirono alla sua carabina, ma di cui ha impresso il numero di targa. Costacurta spiegò che Davids era la «mela marcia» dello spoghatoio del Milart e per evitare che il difensore finisse in coriandoli CaDello chiese a Galhani di cedere 'olandese lontano dall'Italia per timore di ritrovarselo fumante dalle narici. Ecco perchè, ogni 27 del mese la Juventus omaggia Costacurta di un consistente obolo. Con i bianconeri Edgar ha vinto 3 scudetti (oltre a due secondi posti da urlo con Ancelotti in panchina) e raggiunto due finali di Champions. Anche alla Juve tentò di ridurre in coriandoli un compagno, scambiando Inzaghi per un punging-ball. Se ne lamentò, appena i colleghi ghelo sfilarono dalle mani. Quando atterrò ad Amsterdam chiarì subito che «sono nato boss, per strada e in campo» e l'anima gladiatoria non l'ha abbandonato, marcia in più se la macchina non finisce fuori giri: «Mi dicevano: puoi vincere mille battaghe ma non sarai un vero combattente fino a quando non avrai conquistato te stesso». Se un piatto è sulla tavola, Davids non lascia le briciole. Con l'Ajax ha messo insieme 3 campionati e tutte le Coppe possibili: Intercontinentale, Campioni, Supercoppa, Uefa, d'Olanda. Per irritarlo Seedorf gh ricorda che le due Champions conservate nella teca (di Seedorf) hanno un denominatore comune: la Juventus battuta in finale. A Vienna, quando delirarono insieme; ad Amsterdam quando il Real di Mijatovic bruciò Zidane (e Davids). «Il ricordo di quella sera mi mette i brividi racconta Clarence - nello spoghatoio entrò Di Stefano, ci disse che era orgoglioso di noi». Da Madrid, però, Seedorf andò via nauseato dalle critiche su lussi e svaghi nottunii all'origine di prove senza nerbo, elogi alla mollezza. Il vaso traboccò quando al Bemabeu esposero lo striscione «meno Ferrari y mas cojones»: Seedorf chiamò Moratti (che nel frattempo, incroci del destino, aveva assunto Lippi) e lo avvertì che l'unico problema era in camera: «Russo spesso, mi spiace per chi dormirà vicino». Temeva accadesse come alla Samp, quando Mancini e Chiesa traslocarono di stanza dopo una settimana di insonnia. Clarence era stato il più giovane giocatore a debuttare nell'Ajax ( 16 anni e 6 mesi) e quando entrò pulcino nel club aveva 7 anni. «Voglio diventare forte come Frank». Frank è Rijkaard, che quando nel 1993 tornò aU'Ajax (reduce dai trionfi euromondiali del Milan di Sacchi) entrò nello spoghatoio e lo accarezzò: «Spero ti averti aiutato a crescere perchè adesso tu dovrai aiutarmi ad invecchiare bene». Lo aiutò, si aiutarono e vinsero la Champions: Seedorf, Davids e Rijkaard. lasciandosi con gh occhioni gonfi, al primo incrocio.