Pavarotti & Friends subito incasso record

Pavarotti & Friends subito incasso recordIERI SERA SU RAIUNO IL CONCERTONE DA MODENA: GRANDI DUETTI CON BIG LUCIANO A FAVORE DEI RIFUGIATI IRACHENI Pavarotti & Friends subito incasso record Raggiunto in un'ora e mezzo il milione e 100 mila euro In arena venticinquemila spettatori, più dello scorso anno In scena Bono, Ciapton, Bocelli, Martin, i Deep Purple Marinella Venegoni inviata a MODENA Venticinquemila spettatori, con 1.100.000 euro d'incasso: un record, ieri sera, per il travagliato decennale del Tavarotti and Friends sotto il cielo caldo di Modena e su Raiuno. La consueta, pittoresca mistura della vita. Benestanti in ghingheri stavano seduti accanto alla gente del rock in piedi, jeans e canotta e striscioni della Pace o pro-Bono («Bono sindaco di Adria», pensa te) o prò- Oueen («Freddy is here with us»). La specialità della Ditta è far convivere un pubbhco eterogeneo, che arriva per presenzialismo o perché vuol vedere il proprio idolo, e godersi una performance comunque non preconfezionata, il cui esito non è affatto scontato. Come dire il contrario di ciò che succede ogni giorno nello showbusiness e in tv. Le note traversie del concertone benefico, il rischio della cancellazione da Raiuno e dunque di totale sparizione - senza tv si sarebbero ritirati gli sponsor, e non si sarebbero potuti raccogliere fondi a sufficienza per 20 mila donne bambini disabili e anziani iracheni rifugiati in Iran che vogliono tornare a casa - ha finito per far riscoprire che questa di Pavarotti fu a suo tempo davvero una bella idea: nobile, e degna per la sua sostanza culturale, ossia gli artisti che contaminando il loro linguaggio specifico si mettono in gioco per motivi di altruismo. Certo cantar qui è un onore, e ne ricavano in immagine: però nell'arduo confronto con il tenore (che a sua volta affronta spericolatamente un repertorio non proprio) c'è sempre il rischio di tornare a casa con le ossa rotte. In senso non metaforico, questo è successo senza neanche metter piede a Modena a Liza Minnelli, che si è collegata con la sua gambona ingessata dall'ospedale di Bologna, tutta un lustrino, ad accennare amaramente che «la vita è un cabaret»: stamattina sarà operata alla rotula per la caduta dell'altro giorno. Star della serata, inevitabilmente, Bono: che prima con il Maestrone ha cantato la parte di Zucchero in «Miserere», in italiano e anche un po' rauco per tutto il parlare di questi giorni; qui Pavarotti pattinava sul facile, e lui ha usato il carisma. Ma il momento più alto della serata è arrivato con r«Ave Maria» di Schubert, con parole sue tradotte sul maxischermo: «Dov'è la giustizia in questo mondo/I malvagi fanno così tanto rumore, mamma/I giusti rimangono stranamente in silenzio/Senza. saggezza, tutte le ricchezze/Nel mondo ci lasciano poveri e malati/E la forza è niente senza l'umiltà/E la debolezza una malattia incurabile/E la guerra è sempre la scelta/Degli eletti che non devono combattere». Non solo il pubbhco era emozionato: Pavarotti sembrava aver dimenticato le parole, e Bono gli ha istintivamente stretto la mano appoggiata al pianoforte. Proprio un bel pezzo di televisione-verità (meglio di «Sposami subito», o no?). Su tutt'altro terreno si sono mossi Big Luciano e Andrea Bocelli, in un duetto appena colorato di confronto su pezzi napoletani, che è stato il più degno della parte riservata alla tradizione (e magnificamente servito dall'Orchestra Sinfonica Italiana di Torino diretta da José Molina). Bella, magra ed elegante. Laura Pausini ha insistito sul duetto di «Tu che m'hai preso il cuor», ma ha fatto di megho in vita sua; come di meglio ha fatto lan Gillan dei Deep Purple rispetto a «Nessun Dorma»: il padrone di casa ha messo il turbo nell'acuto finale, Gillan sembrava sul punto di scoppiare. Abbiamo ammirato un Eric Ciapton un po' ingrassato e très chic: in curioso contrasto erano la cravatta e il blues strappacuore che gli usciva dalla gola e dalla chitarra con «Stormy Monday». Il pubbhco pagante era tanto anche perché è stata una sorta del «Megho di Pavarotti&Friends», con a crème de la crème dei cast passati da qui in 10 anni. Perché è appena il caso di sottolineare che senza un cast degno, di rispetto, una manifestazione del genere perde il suo senso più proprio e rischia grosso. Padrona di casa, in un'avara uscita, Milly Carinoci: che per quanto splendente è una signora d'altri tempi, e si vede di rado in una tv che predilige carne fresca e non bada ad altro. C'era fra il pubbhco un'eccitazione mai vista: straordinario il successo dei Queen che hanno aperto la serata con «We Will Rock You», e sono tornati ripetutamente in scena con anche Zucchero che (arditamente e senza infamia) rimpiazzava Freddy Mercury in uno dei suoi capolavori, «We Are The Champions». Ma con il Maestrone c'è stato un bell'inciampo per i Oueen, e anche il duetto di Zucchero su «Così Celeste» è parso un po' sfilacciato. Abbiamo però scoperto che Sugar non ha scritto nemmeno una canzone per il disco pop di Pavarotti in uscita in autunno: per via del quale il ed hve con DVD di questa serata sarà rinviato all'anno prossimo. Modena ha segnato la rentrée di Ricky Martin, fresco di un nuovo disco in spagnolo dove smette di fare il truzzarello yankee e si richiama con più maturità alle proprie radici latine. Il Pavarotti&Friends aveva contro ieri sera su Mediaset «Carabinieri» e «Amici» alle ultime puntate. Lotta dura, che se ne frega delle buone cause e che ci riporta con i piedi per terra, nella dura realtà quotidiana del mercato. Luciano Pavarotti insieme con Zucchero e Bono sul palco ieri sera

Luoghi citati: Adria, Iran, Modena, Raiuno, Torino