Maronì: la delega pensioni resta congelata

Maronì: la delega pensioni resta congelata LA COVIP (VIGILANZA FONDI): INOPPORTUNO INSISTERE SUL TRASFERIMENTO OBBLIGATORIO DEL TFR. I SINDACATI: NO A NUOVI INTERVENTI Maronì: la delega pensioni resta congelata «Nessuna novità fino al vertice di governo» KaffaelloMasci ROMA «La legge delega di riforma della previdenza, rimane nel freezer, completamente congelata, fino a quando non incontrerò il premier insieme al mio collega dell'Economia, Giulio Tremonti. E non ci sono novità di sorta neppure sul trasferimento dei tfr nei fondi pensione e sulla decontribuzione». Ha dichiarato questo Roberto Maroni, a sera ormai inoltrata, dicendo quindi una parola definitiva su tutte le dispute che in materia previdenziale si erano succedute nell'arco della giornata. L'incontro cui il ministro faceva riferimento, avverrà - secondo il sottosegretario al Welfare Alberto Rrambilla - entro l'8 giugno. Fino ad allora tutto è bloccato. Il caso era stato sollevato, al mattino, dalla relazione annuale del presidente della Covip (la commissione di vigilanza sui fondi pensione), Lucio Francarlo, il quale - in sostanza - aveva detto che i fondi cominciano ad allettare sempre di più gli italiani, tant'è che si è arrivati a due milioni di iscritti, con un incremento del 6,807o rispetto al 2001 (i dati si riferivano al 2002), ma che su questo nuovo capitolo del risparmio gestito, stava pesando una incognita, contenuta nella legge delega sulla previdenza, secondo cui il tfr (trattamento di fine rapporto, comunemente noto come "liquidazione") deve essere obbligatoriamente conferito ai fondi pensione. insistere però su questa obbligatorietà - ha detto Francarlo «sarebbe inopportuno e problematico sotto il profilo giuridico», mentre molto più opportuno apparirebbe «prefigurare la previdenza complementare come un luogo di scelta consapevole per il cittadino». A questo punto il presidente della Covip ha anche abbozzato ima ipotesi alternativa al «conferimento forzato», indicando la via adottata dalla Francia, secondo cui sul tfr «potrebbe essere avviato un programma di emissioni di titoli indicizzati all'inflazione». La relazione del presidente della Covip aveva suscitato alcune «riflessioni» e qualche commento. Il sottosegretario Alberto Brambilla ha detto che il govemo «è consapevole del problema della destinazione del tfr, e - ha chiarito - entro l'B giugno il presidente del Consiglio, il ministro dell'Economia e quello del Welfare si incontreranno per verificare la situazione generale della delega previdenziale e, successivamente, parlare con le parti sociali, in modo tale che il ddl al Senato scorra su' binari concordati». Il govemo comunque - ha spiegato ancora Brambilla - sa che i motivi del contendere sono due, la decontribuzione e, per l'appunto, il conferimento dei tfr ai fondi, e su entrambi «si può discutere con le parti sociah». La linea, dunque, sembrava di una cauta apertura da parte del govemo. Peraltro, a margine della presentazione della Relazione Covip, molte voci si erano alzate contro la linea dirigista del govemo sulla destinazione del tfr. «Il govemo freni - ha detto, per esempio, Savino Pezzetta, leader della Cisl - altrimenti non potremo restare inermi di fronte ad un simile atteggiamento». E il suo collega Luigi Angeletti, della Uil, ha fatto notare che una obbligatorietà nella destinazione del tfr sarebbe letta come un versamento compulsivo alla previdenza integrativa. Su posizioni analoghe anche la Ugl e la Confsal. Tant'è che Tiziano Treu, ex ministro del lavoro e responsabile per questa materia all'interno della Margherita, ha detto, da politico che «anche se la maggioranza ha i numeri per far passare questa delega, è ovvio che dovrà cambiarla in molti punti» e quello del tfr è al primo posto. Anche un uomo di fronte imprenditoriale, come Giampaolo Galli, direttore generale dell'Aula (l'Associazione delle assicurazioni) ha appoggiato la linea della revisione della delega: «Capisco le ragioni che hanno spinto il gover- no a chiedere l'obbligatorietà del trasferimento del tfr nei fondi pensione, credo tuttavia anch'io che sia più opportuno passare per la volontarietà o il silenzio-assenso». Poi la diatriba è stata chiusa, come dicevamo, da Maroni: tutte è bloccato, fino all'8 giugno. Pei si vedrà. i FONDI PENSIONE IN ITALIA. Dati dì sintesi • iid':'li luì'-ij':ii'.ìilf), mi/j,.: - in.rrt't ", :. , ,' FONDI ISCRITTI ^UOOV 20. RISORSE DESTINATE ALLE PRESTAZIONI ' 2002 . VAI^i » FONDI PENSIONE DI «UOVA ISTITUZIONE FONDI PENSIONE NEGOZIALI AUtOWZZATI ALL'ESERCIZIO DELL'ATTIVITÀ AUTORIZZATI AUA SOIA RACCOLTA OEUf ADESIONI TOTALE ^ .2002/2001 37 7 44 27 989.126 14 32.060 41 1.021.186 FONDI PENSIONE APERTI AUTORIZZATI ALL'ESERCIZIO DELL'ATTIVITÀ AUTORIZZATI ALLA COSTITUZIONE 4 TOTALE . '•'««*^- ««b* m's,- àm m 93 2 95 94 8 102 337.600 337.600 3.264 3,7 3.264 44,7 1.230 17,5 1.230 30,4 TOTALE FONDI DI NUOVA ISTITUZIONE 139 ; 143 1.358.786 6,8 4.494 4Ò.5 FONDI PENSIONE PREESISTENTI DI COMPETENZA COVIP INTERNI A BANCHE INTERNI AIMPRESE DI ASSICURAZIONE TOTALE TOTALE GENERALE 418 614.873 149 65.000 8 918 575 680.791 718 2,039.577 25.146 4.070 216 29.432 33.926

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