«leredità di Bene a gente inadeguata»

«leredità di Bene a gente inadeguata» SI FA SEMPRE PIÙ DURA LA LOTTA SUI LASCITI DELL'ARTISTA MORTO A 64 ANNI, IL 16 MARZO 2001 «leredità di Bene a gente inadeguata» La sorella impugna il testamento Sandro Rocchi LECCE «Quella fondazione decadrà e non potrà gestire il patrimonio di cultura - 10 mila volumi, opere d'arte, nastri magnetici - lasciato da mio fratello Carmelo Bene. Io vogliono crearne un'altra, che lo ricordi degnamente. Non avrà sede a Otranto, luogo che Carmelo non amava. Avrà sede a Santa Cesarea, dove Carmelo ha scritto le sue prime opere». Già impugnato dalla prima moglie Raffaella Baracchi, il testamento di Carmelo Bene, l'attore morto il 16 marzo del 2001 e 64 anni, finisce al centro di una nuova contesa. Maria Luisa, sorella di Bene, ha dato mandato ai suoi avvocati di impugnare il testamento con cui l'attore pugliese trasferì i beni legati alla sua straordinaria attività artistica alla fondazione «L'Immemoriale di Carmelo Bene», che ha sede nella sua casa di Otranto. «La fondazione è già decaduta ai sensi dell'articolo 473 del codice di procedura civile, perché non c'è mai stato un inventario dei beni», dice Maria Luisa Bene, che lancia accuse gravissime di «inadeguatezza» e di «indegnità» alle persone indicate dal fratello come dirigenti della fondazione. «Pregiate opere d'arte di mio fratello - dice - sono state trafugate dalla sua casa di via Aventina 30, a Roma. Io so perfettamente che cosa c'era lì, perché ho vissuto tutta la mia vita accanto a Carmelo. Alcune opere non ci sono più. Mi preoccupa molto anche l'indifferenza con cui si gestisce il suo patrimonio. Ci sono nastri magnetici che avrebbero bisogno di essere rimasterizzati, altrimenti andranno distrutti. Non avrei voluto impugnare il testamento di mio fratello, anche perché della parte materiale non mi importa nulla. Mi riguarda ciò resterà di Carmelo». Dopo avere ingaggiato per mesi una battaglia con la fondazione, la sorella dell'attore ha dato ora mandato agli avvocati Adolfo e Luigi Di Majo e Marisa Bonanno di Roma di impugnare il testamento, chiedendo lo scioglimento della fondazione. «Non si può dire che sia già decaduta, perché l'udienza non c'è stata ancora. Ma decadrà. Se non dovesse decadere per i motivi che ho spiegato, sono pronta a chiederne la decadenza per indegnità. Non posso e non voglio dire di più». Il nuovo fronte giudiziario che si apre adesso si aggiunge a quello che, subito dopo la morte di Bene, era stato aperto da Raffaella Baracchi, Miss Italia 1983, la prima moglie dalla quale l'attore non aveva mai divorziato e che le aveva dato una bambina, Salomè. Un contenzioso in cui è coinvolta l'ultima compagna di Bene, la costumista napoletana Luisa Viglietti, alla quale l'attore salentino, oltre che una quota dei suoi immobili, ha lasciato in eredità la carica di segretario generale a .vita deir«ImmemoriaIe Carmelo Bene», la fondazione contestata. Poco prima di morire. Bene aveva deciso di trasferire il suo patrimonio artistico alla fondazione, indicandone come gestori i suoi amici Pierluigi Giacché, docente all'università di Perugia (che ne sarebbe diventato presidente), Elisabetta Sgarbi, Goffredo Fofi, Bruna Filippi, Sergio Fava. L'attore volle quasi «blindare» la fondazione per tre anni, riservando solo al periodo successivo la possibilità di nuovi ingressi. ^ La sorel a Maria Luisa, che vive a Santa Cesarea Terme, spiega la sua decisione e lancia accuse. «Car- melo per me era più di un fratello, era un figlio. Mi ascoltava, era tenero, e ora mi manca moltissimo. Ho sperato di morire anch'io, quando lui se n'è andato. Gli sono stata accanto come aiuto regista, nel lavoro, nella vita. Carmelo mi chiese di venire a vivere a Santa tìfesarea e di ristrutturare insieme la casa di papà e mamma. Sono qui per lui. Non mi piace apparire, non mi è mai piaciuto. La ragione per cui ho deciso di impugnare il testamento è chiara: difendere ciò che Carmelo ha lasciato. Ci sono opere d'arte che rischiano di ammuffire e nastri che si stanno deteriorando. Ripeto: non avrei voluto fare ciò che ho deciso di fare. Ma è indispensabile». Maria Luisa Bene dice che una fondazione la vuole. Ma diversa, e in un altro posto. «Non a Otranto. Carmelo non l'ha mai amata, non volle neppure essere sepolto lì. Le sue ceneri verranno trasferite a Santa Cesarea. E' giusto che qui ci sia anche la sua storia». «Sono state trafugate alcune delle opere più pregiate appartenute a mio fratello e destinate alla Fondazione» «Nessuno si preoccupa La documentazione delia sua opera contenuta in nastri si sta completamente deteriorando» Carmelo Bene, l'artista morto il 16 marzo 2001 all'età di 64 anni

Luoghi citati: Lecce, Otranto, Perugia, Roma, Santa Cesarea, Santa Cesarea Terme