Aereo cade in Turchia, morti 62 militari spagnoli

Aereo cade in Turchia, morti 62 militari spagnoli NOLEGGIATO DA UNA COMPAGNIA UCRAINA, TENTA L'ATTERRAGGIO PER RIFORNIMENTO, POI SI SCHIANTA CONTRO UNA COLLINA Aereo cade in Turchia, morti 62 militari spagnoli Tornavano a Saragozza dopo quattro mesi di missione Onu a Kabu MADRID Mentre ancora si discuteva, nei partiti, sull'influenza della guerra in Iraq sulle amministrative di domenica, il (quasi) dimenticato conflitto in Afghanistan è tornato ieri mattina tragicamente alla ribalta con il più grave incidente nella storia delle forze armate spagnole: 62 militari della Isaf, la missione Onu a Kabul, che tornavano a casa dopo quattro mesi di peace-keeping nella capitale afghar na, sono morti in un incidente aereo in Turchia. Il velivolo, noleggiato dal Ministero della Difesa dalla compagnia di voli charter ucraina Sredizamnomorskie (Mediterraneo) è precipitato vicino alla città di Trabzon, nel Nord-est della Turchia. Pare per colpa di un errore del pilota. A bordo c'erano 40 militari dell'Esercito, 21 aviatori e un maggiore della Guardia Civil, oltre a 12 membri dell'equipaggio. La tragedia è avvenuta verso le 4,30 della notte, a circa 10 chilometri dal Mar Nero. L'ae- reo, un Yakovlev 42 che doveva arrivare a Saragozza verso le 16,30 di ieri pomeriggio, aveva fatto un primo scalo a Biskek, nel Kirgyzistan. Per poter raggiungere la Spagna, doveva però fare un altro rifornimento di carburante, previsto in Tur¬ chia. L'aeroporto di Trabzon, vicino a una zona montagnosa, era avvolto da una fitta nebbia. L'aereo ha cercato di atterrare per due volte, senza riuscirvi per la quasi nulla visibilità. Dopo l'ultima virata, il pilota ha perso il controllo del mezzo, che si è schiantato su una collina. «Il pilota aveva comunicato che non riusciva a vedere la pista. Le procedure aeronautiche stabiliscono che, se le condizioni atmosferiche lo impediscono, l'aereo non deve cercare di atterrare, ma dirigersi verso un altro aeroporto. Ciò nonostante, il pilota ci ha provato tre volte. Un errore gravissimo», commentava sdegnato, ieri sera, «El Mundo» onlme. Per i militari, e per l'equipaggio, non c'è stato niente da fare. L'aereo si è spaccato in due tronconi nei pressi di Maska, 35 chilometri da Trabzon. I soccorsi hanno trovato i cadaveri delle vittime sparsi in una area montagnosa e di difficile accesso. Sparse sui prati, fotografie di gruppo dei commilitoni, che a Kabul avevano svolto funzioni umanitarie e di sminamento. E istantanee di familiari e di bimbi sorridenti. La notizia del disastro è arrivata come una mazzata sia a Saragozza, che a Burgos, dov'erano di stanza i militari, tutti professionisti. I familiari hanno raggiunto in lacrime le due basi, mentre il ministro della Difesa, Federico Trillo, partiva subito per Trabzon, non senza aver prima messo le mani avanti: «Gli Yakovlev sono aerei eccellenti, sono revisionati dalla Nato. E sono stati affittati perché le nostre forze armate non possiedono aerei così grandi». Ma sulla compagnia ucraina, che effettua voli charter anche in Italia, Libano, Turchia e Grecia, stanno per scatenarsi le polemiche. La Sredizemnomorskie, fondata quattro anni fa, ha già registrato tre gravissimi incidenti solo negli ultimi cinque mesi. All'inizio di maggio, un Iljushin 76, pilotato sempre da un ucraino e con 100 persone a bordo, era precipitato in Congo (nessun superstite). E a dicembre un Antonov-140 era caduto in Iran (44 morti). «Lo Yakovlev era tecnicamente perfetto e con un equipaggio molto esperto», ha assicurato il vice-direttore della compagnia, Vladimir Gorbanovskij. Le sue .parole, però, non hanno convinto nessuno. [g. a. o.] Sul luogo del disastro, la foto-ricordo dei militari spagnoli in Afghanistan

Persone citate: Antonov, Federico Trillo, Mundo, Vladimir Gorbanovskij, Yakovlev