Le storie nel cappello del sindaco di Massimo Gramellini

Le storie nel cappello del sindaco Le storie nel cappello del sindaco Il racconto dei «sabati»: mamme battagliere disoccupati, creativi e tanto amore per a città Lm IDEA di raccontare in un " libro le storie - quelle I storie che Massimo Gramellini definisce «un'inesauribile fonte per sceneggiatori e registi» - ci è venuta quasi subito. Non era la prima volta che mi capitava di ascoltare i problemi delle persone, ma era la prima volta che lo facevo così sistematicamente e col cappello da sindaco, un cappello che per molti significa l'indiscussa capacità di risolvere qualsiasi problema. Peccato non sia così. In quasi due anni di «sabati del cittadino», non ho ancora smesso di stupirmi. Mi stupisce l'incredibile varietà dei problemi e dei modi di affrontarli. Mi stupiscono la fiducia e il desiderio di raccontarli. Mi stupisce, e credo non finirà mai di stupirmi, l'incredibile attaccamento che i torinesi hanno per la loro città. Una siepe non tagliata, un marciapiede frequentato da padroni di cani maleducati, una lapide rotta o una panchina da sostituire per loro sono una ferita sanguinante, un oltraggio ad un luogo che - molto giustamente! - considerano come casa loro. Non che la gente venga da me per parlarmi soltanto di panchine rotte e cacche di cani. Al contrario: c'è chi viene con decine di foto (amatoriali, e forse proprio per questo più sincere) o con pacchi interi di documentazione medica e mi racconta storie drammatiche e intollerabili, personali e collettive. C'è chi vuole sentire proprio dal sindaco quando e perché verranno risolti problemi generali, quando e perché si finirà di scavare per la metropolitana, dove e perché si costruirà l'inceneritore. Ci sono le mamme, una categoria inesauribile e inesausta, che sa e vuole discutere: dei bambini piccolissimi e di chi deve occuparsene, dell'aria che respira| no, dei pericoli che potrebbero correre, ma anche di bambini che tali non sono più e devono trovare un lavoro, possibilmente «sicuro» e «tranquillo», come un genitore desidera. Ci sono i papà che vengono per parlare di lavoro e poi parlano dei figli («a loro proprio non vorrei togliere nulla», mi hanno detto molte volte). Ci sono gli inventori, gli attori, gli artisti, i creativi in genere, che cercano qualcuno che li ascolti o vogliono regalare un'idea alla loro città. Ma se all'inizio di questa avventura, forse, mi facevo qualche illusione in più sulla semplicità del «risolvere», e solo nel tempo ho capito quanto sia difficile modificare un regolamento o fare e disfare quella tela di Penelope rappresentata dalla pulizia, dai rattoppi nelle strade e dai muri da dipingere, ora ho capito che questi incontri servono moltissimo anche a me. Dieci minuti di racconto di un- cittadino «normale», spesso, mi insegnano .molto di più su un problema che la relazione degli esperti, o, quanto meno, mi chiariscono che cosa capita quando il problema non è sulla carta ma 'a parte della vita di tutti i giorni. Rileggendo il nostro libro (nostro, perché ci abbiamo lavorato in tre, con Riccardo Caldara e Vera Schiavazzi, ma nostro anche perché ogni storia ha un proprietario) mi sono reso conto di quanto spesso ho ringraziato una persona che mi aveva insegnato qualcosa. Il rischio della retorica è sempre in agguato, lo so, per questo qualche volta ci scherziamo su e diciamo che questo libro rappresenta il «volto umano» di un sindaco spesso costretto, come tutti i sindaci, a prendere decisioni difficili o a rispondere a polemiche. Ma il «grazie» a chi è venuto nel mio ufficio è, invece, un grazie di cuore. Sergio Chiamparino fiera dei libro I torinosette 63 Sergio Chiamparino DOVE Doménica" IT alle ore 15 in Sala Gialla il sindaco di Torino Sergio Chiamparino presenta «La città che paria. I Torinesi e il loro sindaco», edito da Mondadori. Con l'autore interviene Massimo Gramellini.

Persone citate: Massimo Gramellini, Penelope, Riccardo Caldara, Sergio Chiamparino, Vera Schiavazzi

Luoghi citati: Mondadori, Torino