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rqento rqento Carlo Frutterò "" » l'argento della luna, ^ ' crescente, piena, calante, a incantarmi. Ma la ■h mia non è una luna da fresco idillio sul lago o in riva al mare; e nemmeno è ima luna letteraria spiccata con annessa meravigliosa similitudine dall'albero della poesia. Sì, d'accordo, è passata anche lei di lì, ha lasciato i suoi riflessi sulla tremula età degli amori, ha frequentato Saffo, Leopardi, Baudelaire e chissà quanti altri suoi adepti. Ma quell'argento, arricchito, impreziosito dai tradizionali passaggi emotivi, è diventato per me da trent'anni a questa parte un argento teatrale. Il fatto è che trent'anni fa un inglese folle, in concorso con altri inglesi e italiani folli, ha inventato il piccolo, appartato festival musicale di Batignano, un appartato paesino sulle colline tra Grosseto e Siena. Arrivarci non è difficile, si esce dalla superstrada o supposta tale verso Siena (o viceversa), si sale per qualche chilometro verso Batignano, che è lì con tutte le sue lucine da presepio. Ma proprio ai piedi del villaggio si svolta a sinistra, si costeggia il cimitero (altre lucine), di colpo l'asfalto finisce e un polveroso, gibbuto stradeUo serpeggiante in salita tra ulivi e lecci conduce alla sede del festival, un convento seicentesco isolato in cima a un poggio. «Musica nel chiostro» si chiama questo evento estivo, che offre due diversi spettacoli (con repliche) a cavallo tra la fine di luglio e i primi di agosto. Il chiostro c'è davvero, con al centro un pozzo, e molti spettacoli sono allestiti appunto lì. Ma il convento è un affare massiccio e a pianta alquanto disordinata, con una torre che si vede e non si vede e ampie, subitanee cavità in rovina che vengono utilizzate in cento modi dal folle inglese. Si chiama Adam Pollock, vive tra qui e Londra e comprò il rudere per poco, oltre trent'anni fa. Scenografo di professione e di successo, convinse amici e cplleghi a scendere in Maremma a dargli ima mano, si fece muratore, falegname, piastrellista, idraulico (sempre come garzone, s'intende) e rimise in sesto alcune celle, un paio di stanzoni, il tetto. Poi propose a cantanti, orchestrah, compositori e tecnici che conosceva a venir giù dall'Inghilterra a fare un po' di musica in quel luogo selvaggio, scomodo, e senza il minimoprq/ìt. Così, per divertirsi tutt'insieme. E quelli accettarono, tutti adattandosi a fare di tutto, cucinare, lavare i piatti, rifarsi il letto, mettere insieme i costumi con materiali poverissimi, montare pedane, arcate, patiboli, tendaggi, globi fosforescenti. E la sera, tutti. a suonare e cantare. Non farò nomi ma posso dire che gran parte della «crema» operistica inglese è passata di lì in questi trent'anni. Virtuosi ;ià celebri o destinati a diventaro in seguito si sono impegnati in Mozart e Monteverdi, Haendel e Gluck, Cimarosa e Kurt Weill. Il repertorio ha sempre un tocco di ricercatezza, comprende sempre qualcosa di raro, inedito, dimenticato o creato apposta per Batignano. Sembrerebbe l'identikit di un festival snob, ma così non è. Al di là dell'eleganza, delle trovate, dei ripescaggi spiritosi, degli esperimenti, si sente che tutto è dominato daU'entusiasmo disinteressato, dalla più pura passione. La mia competenza in fatto di musica è vicina allo zero e tuttavia mi sento di poter dire che non ci sia mai stato a Batignano uno spettacolo mediocre, un'esecuzione tirata via. Certo, si suona e si canta all'aperto, in piena natura. Ma la natura, miracolosamente, accetta di farsi scritturare, di mettersi a disposizione della serata. C'è sempre un intenso profumo di mentuccia, i grilli cantano a tono, libeccio o scirocco scuotono dolcemente gli ulivi o una quinta multicolore senza affatto disturbare le voci, gli archi, gli ottoni. E in cielo, come se il folle inglese l'avesse sistemata lui dopo molte prove, c'è la luna d'argento che ora scivola tra nubi in corsa, ora se ne sta ferma a perpendicolo sul chiostro, ora sprofonda oltre l'orlo di un tetto. Nulla per me uguaglia l'incanto di queste notti e ne scrivo qui con gratitudine ma anche con titubanza. Quella luna, quel poggio, quel convento meriterebbero gli applausi di una platea crescente di stagione in stagione, mi dico, e quellf delizie andrebbero assediate da ogni possibile canale tv, mi ripeto; quegli interpreti, quegli esecutori, quella commovente band of brothers un invito al pranzo al Quirinale se lo sarebbero guadagnato, come minimo. Ma poi rifletto che il successo, la fama, eventuali spot pubblicitari mescolati ai prodotti gastronomici locali toglierebbero ai grilli la voglia di cantare e alla luna la voglia di prestare il suo argento a quelle magie. Batignano? Meglio che non si sappia troppo in giro. COLOR FIERA a Sabato h. 12,30, Sala Blu, «l mille colori di Bruno Munari» con l'editore dei suoi libri, Maurizio Corraini, Roberto " Cerati, Giorgio Maffei. m «I racconti del colore» è il tema degli incontri allo Spazio Giovani: sabato h. 15, Daria Bignardi, Ernesto Ferrerò, Nico Orengo; domenica h. 15, Melania Mazzucco e Minnie Gastel; lunedì h. 15, Paola Mastrocola e Minnie Gastel. m Guido Ceronetti e il suo Teatro dei Sensibili in "1 colori del tragico" sabato e ' domenica h. 17 Palalibro Piemonte, n Sabato, h. 16,30, Caffè Letterario, Diego Marani, con Marco Zatterin, Illustra «Il colore delle parole». m Domenica h. 11 al Caffè Letterario, «1 colori del Mediterraneo»: con Alfonso Andria, Mercedes Bresso, Manuel Cargaleiro, Cesare Marciano, Rolando Picchioni, A. Serras Pereira. m Su «il colore rosa: la posta del cuore» si confrontano Massimo Gramellini e Isabella Bossi Fedrigotti, domenica h. 14, Sala Gialla. m Quattro lezioni sul colore, domenica h. 16, Sala Blu: il blu di Marco Belpoliti, il bianco di Alberto Castoldi, il nero di Gino Ruozzi, il porpora di Narciso Silvestrini. m Domenica h. 18, Sala Blu, I colori dei giardini, con Francesca Marzotto Caotorta e Paolo Pejrone m Lectio maglstralls di Vittorio Sgarbi su «Il colore nell'arte», domenica h. 18,30, Sala Gialla a Mario Rigoni Stern e i colori del bosco, lunedì h. 11, Sala Gialla, conduce Eraldo Affinati. Alla stessa ora, in sala Blu, «Il colore che non c'è: come nascono i nuovi fiori»: con Elena Accati e Piero Bianucci. a Lunedì h. 21, Sala Azzurra, «I colori della musica: Azzurro», incontro con Paolo Conte. Quella luna crescente, piena, calante mi incanta: ha lasciato i suoi riflessi sulla tremula età degli amori, ha frequentato Saffo, Leopardi, Baudelaire, ma non è una luna da fresco idillio sul lago o in riva al mare, l'ho vista a Batignano, fra Grosseto e Siena MarcChagall (1887-1985): nel suo mondo onirico-fantasti- co, amanti in volo, violinisti solitari, villaggi policromi con uomini e animali "scomposti" secondo la lezione del cubismo, anticipando i surrealisti

Luoghi citati: Grosseto, Inghilterra, Londra, Piemonte, Siena