«Temo che la pace ci sfuggirà ancora»

«Temo che la pace ci sfuggirà ancora» SCETTICO SHAFI, NEGOZIATORE PALESTINESE A MADRID NEL '91 «Temo che la pace ci sfuggirà ancora» Haider AbdeIShintervista Caria Reschia .■■.-. .. .■■..... .'..■- .....s.:- HAIDER Abdel Sbafi, nato a Gaza nel 1919, è un veterano della politica mediorientale fin dal 1962, quando fu eletto presidente del primo ConsigUo legislativo palestinese. Nel 1991 ha guidato la delegazione palestinese alla conferenza di pace di Madrid e ai successivi negoziati di Washington. Nel 1996 è stato il candidato più votato alle elezioni legislative ma nel 1997 ha rinunciato all'incarico, pur rimanendo impegnato a tempo pieno nelle vicende politiche e sociah della sua terra. Autore di numerosi editoriali e interventi, è sostenitore di ima via pacifica alla convivenza fra i due popoli. Crede all'impegno del governo israeliano? «Qualunque cosa possano dichiarare temo che non abbiano davvero intenzione di abbandonare le loro mire». E cioè? «Vogliono tutta la Palestina e non solamente quella. Lo hanno dichiarato per iscritto al primo congresso sionista e non l'hanno mai rinnegato finora. Ben Gurion a chi gli chiedeva quali fossero i confini di Israele era solito rispondere: "Là dove stanno i nostri soldati, quelli sono i nostri confini"». Quindi lei non ha speranze? «Ogni segno di attenzione e di dialogo da parte del governo israeliano suscita in noi una speranza. E noi non vogliamo abbandonare la speranza! Manteniamo aperta la strada della pace, nel caso Sharon intenda imboccarla. Abbiamo fatto la nostra parte, del resto. Abbiamo accettato la «Road map», abbiamo accettato i confini del 1967. Che altro dobbiamo concedere? Siamo con le spalle al muro». Sharon pone la questione del ritomo dei rifugiati... Non possiamo dimenticare e abbandonare i nostri profughi, cacciati senza motivo dalle loro case e costretti all'esilio. E non è un'opinione palestinese. C'è una risoluzione dell'Onu che parla di diritto al ritomo o, nel caso si rinunci a esercitarlo, di un adeguato indennizzo. Deve essere rispettata». Nella sua esperienza di negoziatore ha mai pensato che la pace fosse vicina? éé Dalsono troppnon risolti.impossibilesi rispettanle risoluziodell'Onu afi ai profughi e colonie i i nodi Negoziato se non o ni «No, non ho mai avuto questa sensazione. Vede c'è un altro problema chiave su cui non sono mai stati fatti passi avanti significativi ed è quello degù insediamenti. Anche qui è l'Onu a dire che sono del tutto illegali, non è un giudizio di parte. Ed è su questo punto che tutti i negoziati, compreso Camp David, a un certo punto si sono arenati. Perché Israele non intende rinunciarvi». Quindi la «Road map» è destinata a seguire la stessa sorte? «L'unica possibilità è che gli Stati Uniti si dedichino seriamente a far progredire il processo di pace. Loro possono agire su Israele. Dipende dal loro atteggiamento quello che succederà, più che da Sharon e dal suo governo». Ha ragione Hamas, che parla di «commedia»? «E'una frase inopportuna, a dir poco, e questo è il nostro problema. Dobbiamo trovare il modo di superare la divisione in fazioni. Abbiamo un bisogno disperato di unità: non è accettabile, non è pensabile continuare in questo modo. Io credo e spero che le nostre divisioni inteme possano essere composte in un futuro molto prossimo. E'assolutamente necessario avere una leadership di unità nazionale dove ogni problema venga discusso democraticamente ma dove le decisioni della maggioranza siano rispettate da tutti». E' un requisito per la pace? E' un requisito per la nostra sopravvivenza. Personalmente credo che la brutalità di Sharon si spieghi anche con la sua convinzione di essere prossimo a spezzare una volta per tutte la resistenza palestinese. Ma è chiaro che se noi pretendiamo di continuare a condurla sul piano militare non si sbaglia di molto, perché gli israeliani ci sono infinitamente superiori per forze e per armamenti. Noi però siamo più allenati di loro a uno stato di crisi permanente e su questo, sui fattori economici, sulla possibilità di creare una situazione per loro difficile, possiamo puntare la nostra opposizione. Come durante la prima Intifada. Per farlo dobbiamo essere uniti e concordi. Tornando alla «Road map».. «Possiamo solo aspettare e vedere quello che succederà. Senza farci troppe illusiom» 99 éé Dai profughi alle colonie sono troppi i nodi non risolti. Negoziato impossibile se non si rispettano le risoluzioni dell'Onu 99 Haider AbdeIShafi

Persone citate: Ben Gurion, Haider, Haider Abdel, Reschia

Luoghi citati: Gaza, Israele, Madrid, Palestina, Stati Uniti, Washington