«La Francia rispetterà ì patti sulla Torino-Lione» di Cesare Martinetti

«La Francia rispetterà ì patti sulla Torino-Lione» INTERVISTA AL MINISTRO DEI TRASPORTI GILLES DE ROBIEN: LO SCOGLIO PIÙ' GROSSO DERIVA DALLA SPESA ECONOMICA «La Francia rispetterà ì patti sulla Torino-Lione» Si ipotizza un'imposta per finanziare il grande progetto intervista Cesare Martinetti corrispondente da PARIGI NON è una partita di calcio, ci dice Gilles de Robien, ministro di Trasporti del governo francese, non c'è una finale tra Italia e Francia o tra Torino e Bordeaux, la Lyon-Turin non è in alternativa alla Paris-Bordeaux. La linea ad alta velocità si farà, sostiene, non appena si troverà la formula giusta per finanziare un' opera complessa e onerosa. Monsieur De Robien in questa intervista a La Stampa fa il punto sullo stato delle cose a metà del dibattito parlamentare. Il ministro non illude e non disillude: spiega le cose come stanno e fa capire che senza un'invenzione politica sarà difficile. Tocca al nostro governo risolvere la partita, sopra e sotto il tavolo nei sei mesi di presidenza italiana dell'Unione europea. La questione va messa in mezzo alle altre. Cosa saprà offrire Roma a Parigi in cambio della LyonTurin? Vedremo. Intanto ecco le risposte del ministro dei Trasporti. Monsieur De Robien, dopo il dibattito all'Assemblée Nationale, pensa che siamo più vicini alla realizzazione della Torino-Lione? «Il dibattito era necessario ed è emerso un forte consenso dei deputati su numerosi punti. Innanzitutto su una politica ambiziosa di realizzazione delle infrastrutture necessarie perché la Francia raccolga la sfida europea, e tra queste naturalmente c'è la Lyon-Turin. E poi la necessità di disporre delle risorse finanziarie coerenti con questa ambizione. Numerosi parlamentari si sono espressi a favore di una partnership pubblico-privato, di una propensione verso il modello tedesco di finanziamento attraverso il trasporto pesante e dell'esigenza di una quota maggiore dei fondi europei. Quindi alla sua domanda io rispondo sì, convinto che ci siamo avvicinati alla messa in esercizio della Lyon-Turin». Nel suo intervento all'Assemblée lei ha ribadito che l'accordo tra Italia e Francia sarà rispettato. Il problema però è quando: prima o dopo il 2015? «Le ripeto: il trattato internazionale tra i nostri due paesi sarà rispettato. Abbiamo bisogno di un calendario realistico. A secon¬ da delle proposte tecniche che ci saranno prospettate, vedremo quali saranno i tempi». Lo scoglio più grosso sono i finanziamenti. Secondo lo schema ipotizzato dal governo italiano, il 20 per cento dovrebbe essere coperto dal finanziamento europeo. Un altro 30 per cento potrebbe essere a carico di privati, resta un 50 per cento della spesa da dividere tra i due stati, dunque il 25 per cento ciascuno. Per voi è ancora molto? «La questione non è se il 25 per cento è molto o poco. La vera questione è sapere con sufficiente precisione quanto costerà l'intero progetto e come potremo finanziarlo. L'essenziale è che il piano di finanziamento che sceglieremo risulti sufficientemente credibile per rassicurare gli investitori e dare una convinta visibilità al progetto». All'Assemblée lei ha proposto una «redevance», un'imposta supplementare per il trasporto delle merci sulle strade francesi da destinare al finanziamento dei grandi progetti. Analoga soluzione anche per la Torino-Lione? «Certamente. Se la proposta viene approvata potrebbe darci circa 400 milioni di euro all'anno a partire dal 2006». La Francia deve scegliere tra vari progetti. Il Tgv Atlantico Parigi-Bordeaux è l'alternativa alla Torino-Lione? «Potrei rovesciare la domanda e chiederle: il Milan è l'alternativa alla Juventus? Noi abbiamo molti progetti e si tratta di buoni progetti. L'obiettivo del dibattito in Parlamento è di consentirci di liberare i mezzi finanziari per realizzarli nel più breve tempo possibile. Se non riusciremo a recuperare risorse sufficienti, saremo costretti a scegliere. Ma è proprio per evitare di trovarci in quella situazione che abbiamo fatto il dibattito parlamentare». Gli italiani con i francesi di Lione e delle comunità della regione Rhòne-Alpes, pensano che i lavori della TorinoLione si debbano concludere entro il 2015 e che rinviare oltre quella data rischi in realtà di annullare il proget- to. E' così? «Smettiamola di buttarci in faccia delle date e lavoriamo su un calendario realistico e su un piano di finanziamento credibile. Troviamo le risorse finanziarie adeguate per realizzare i progetti. E intanto utilizziamo al meglio la linea esistente, in particolare con la sperimentazione del Modalohr, il sistema di navette ferroviarie sulle quali vengono caricati i Tir». Quando deciderà il governo francese? «Verosimilmente in autunno». «Serve una formula giusta Non si tratta di una sfida di calcio: non è una finale tra Italia e Francia questa linea non si presenta come alternativa alla Parigi-Bordeaux» «II nostro governo deciderà in autunno Intanto utilizziamo al meglio la linea esistente e sperimentiamo il sistema di navette su cui caricare i Tir» Il ministro Gilles de Robien Per la Torino-Lione si era parlato di una conclusione entro il 2015

Persone citate: De Robien, Gilles De Robien, Lyon