E oggi la crono riapre i giochi di Gianni Romeo
E oggi la crono riapre i giochi E oggi la crono riapre i giochi Gianni Romeo PAMPEAGO SIMONI e Garzelli, Garzelli e Simoni. Il Giro ormai è una sfida a due, che va avanti non a sciabolate ma a sottili colpi di fioretto. Qualcuno sostiene che la bella incertezza si spezzerà soltanto l'ultimo giorno nella crono di Milano, ma è altrettanto valida la tesi secondo cui un braccio di ferro di questo tipo prima o poi può mandare al tappeto uno dei duellanti, fuso da tensione e fatica. Ne sapremo di più già questo pomeriggio, perché le Dolomiti cedono il passo a una corsa contro il tempo abbastanza atipica. La prima cronometro del Giro arriva dopo due settimane di corsa e soprattutto dopo la scalata di ieri alle quattro cime del Trentino, che hanno lasciato un segno nei muscoli dei corridori. Al di là del vincitore di giornata, che oggi potrebbe essere uno specialista come Aitor Gonzalez o Gontchar, i distacchi fra gli uomini di classifica li faranno la salute fisica e la capacità di recupero. Se la caverà meglio chi è meno stanco, non il più bravo. Altrimenti sarebbe facile dire che Garzelli mangerà quei 79 secondi di vantaggio a Simoni e il Giro ricomincerà da zero proprio nell'ultima settimana. Ma sarà davvero così? Fra l'altro il percorso da Merano a Bolzano, dopo 30 km lisci, prevede una piccola salita che può spezzare il ritmo e rimescolare le carte. L'unica certezza sta nell'incertezza di quanto potrà avvenire. Di sicuro c'è questo, soltanto: la lotta ormai è molto aperta soltanto per la terza piazza. Alla quale si candida in punta di piedi Yaroslav Popovych, ucraino, 23 anni, che già aveva spopolato da dilettante. Ben guidato, ben seguito alla Colnago, sta crescendo più in fretta del previsto. Tenete a mente il nome, potrebbe essere il Merckx degli Anni Duemila. Di sicuro c'è anche il fatto che Marco Pantani è tornato corridore. E a questo punto non sappiamo se dispiacerci per quel buco di quasi tre anni che ha messo tra sé e il ciclismo o se rallegrarci con il famoso detto «meglio tardi che mai». E' evidente che a Pantani quei tre anni pesano e fanno la differenza con gli avversari. L'impressione è che peseranno meno nell'ultima settimana, quando magari ritroveremo Marco in cima a una classifica di tappa. Per adesso ha infuso coraggio alle truppe dei ciclofili che si erano un po' sbandate. Anche ieri il vincitore è stata la folla. Immensa. E soprattutto ordinata, rispettosa degli omini che sfidavano la montagna.
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