EASTWOOD diventa un grande di Lietta Tornabuoni
EASTWOOD diventa un grande DUE SIMBOLI (UNA DISCUSSIONE SUL BASEBALL E LA SFILATA DEL COLUMBUS DAY) INCORNICIANO UNA TRAGEDIA AMERICANA EASTWOOD diventa un grande Lietta Tornabuoni inviata a CANNES «Mystic River», il fiume mistico largo e quieto, tomba liquida di cadaveri e di rifiuti, è quello che attraversa la città di Boston, ma forse è anche il fiume della vita, lento e spietato. Il film di Glint Eastwood presentato in concorso al festival comincia con una discussione sul baseball e finisce con la sfilata del Columbus Day: due simboli d'America incorniciano ima tragedia americana e il film è molto bello, percorso dalla cognizione del dolore, dalla penombra dei sentimenti, dalla compassione per i personaggi assediati dal passato e per il loro destino, dominato dalla bravura stupefacente di Sean Penn. «Mystic River» racconta due orribili fatti di cronaca, avvenuti in un quartiere popolare di Boston a trent'anni di distanza uno dall'altro. Tre ragazzini amici giocavano per strada quando un'auto si era fermata, un uomo dal piglio di poliziotto vi aveva caricato imo di loro: l'avevano tenuto prigioniero alcuni giorni violentandolo ripetutamente in quattro, sino a che il bambino era riuscito a scappare ma non a sfuggire a quel ricordo per il resto della vita. I tre amici, perdutisi di vista, si ritrovano tanto tempo dopo: uno è poliziotto, uno è delinquente, uno è psicologicamente alterato. Dall'esperienza del passato, tutti e tre sono diversamente coinvolti nell'uccisione barbara di una ragazza di diciannove anni. La ragazza è la figlia amatissima del delinquente Sean Penn; il poliziotto Kevin Bacon indaga sul delitto; il disturbato Tim Robbins viene sospettato d'essere l'assassino. L'uccisione è invece stata stupida e cattiva, quasi casuale: ma ha riportato la morte nel gruppo. Sean Penn è magnifico e tutti gli attori sono molto bravi, comprese le mogli Laura Linney. Marcia Gray Harden; tratto da un romanzo di Dennis Lehane, il film intenso e doloroso ha una luce sospesa che progressivamente si abbassa come al sopravvenire del crepuscolo o al cadere della notte. Di un poliziesco, di un film di genere, Eastwood ha fatto un momento di verità tragica. L'amore tra un padre giovane, bello, con un sorriso commoven- te (è Andrej Shchetinin) e un figlio ragazzo che fa il servizio militare è il tema di «Padre e figlio» di Alexander Sokurov, il regista russo già autore del bellissimo «Madre e figlio». «La Grandezza e la virtù del loro amore reciproco ha accenti quasi mitologici. Non è di questo mondo», dice il regista: la familiarità e promiscuità dei due uomini sembra però alludere a un'altra specie d'amore, nel film perfetto del realizzatore di «Moloch», di «Taurus», de «L'arca russa». Con «Mystic River» il regista trasforma un poliziesco in un momento di tragica verità Clint Eastwood è arrivato a Cannes: l'ex cowboy è diventato un grande regista. Nel suo film molto bello, percorso dalla cognizione del dolore, Sean Penn è magnifico e tutti gli attori sono molto bravi
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