«Serve una Lisbona delle pensioni» di R. Gi.

«Serve una Lisbona delle pensioni» «Serve una Lisbona delle pensioni» Maroni chiede obiettivi a livello europeo. Difficile l'addio all'lrap ROMA Pensioni e Irap, sembra difficile che il governo possa decidere di intervenire già in autunno nella prossima Finanziaria. Almeno, a sentire le dichiarazioni del sottosegretario al Tesoro Giuseppe Vegas e del ministro del Welfare Roberto Maroni. Il primo, intervistato da «Radio 24», ha spiegato che la questione della previdenza esiste, ma non è urgente; e, comunque, non è il caso di affrontarla già nella prossima legge finanziaria. Maroni, invece, ha chiesto una «Lisbona delle pensioni» (in alternativa a una «Maastricht delle pensioni»): un modo per dire che non servono tagli massicci e regole rigide che l'Ue dovrebbe dettare ai paesi membri, ma indirizzi generali che saranno poi i singoli Stati ad attuare e graduare. Il sottosegretario Vegas in sostanza respinge l'invito del presidente di Confindustria D'Amato di accelerare i tempi per intervenire sulla previdenza. «Noi abbiamo una popolazione che va invecchiando piuttosto rapidamente - dice - e quindi un sistema di riequilibrio in qualche modo deve essere definito nei prossimi anni». E tuttavia, prosegue l'esponente di governo, «non credo che vi sia un'urgenza di farlo entro la Finanziaria di quest'anno perché in fondo i prossimi anni non sono preoccupanti. È un lavoro in prospettiva che andrà affrontato». Quando? «Non sono in grado di dare una risposta precisa sui tempi - risponde Vegas - ma mi sembra che affrontarlo con l'angoscia della Finanziaria forse non è prudente. Tanto più che non è una questione che fa cassa immediatamente e che porta un immediato riscontro nelle entrate. E comunque si tratta in ogni caso di una materia nella quale è bene andare avanti con l'accordo con le parti sociali». In conclusione, si vada avanti con la delega Maroni in Parlamento, «tenendo presente che non si possono penalizzare le aspettative di vita soprattutto dei cittadini che hanno una certa età e sono prossimi alla pensione». Roberto Maroni, invece, parla di una «Lisbona delle pensio¬ ni» che Berlusconi dovrebbe proporre nel semestre italiano di presidenza Uè. In sostanza, non regole prescrittive, ma indicazioni e obiettivi da definire insieme e che poi ogni stato dovrà attuare con modi e tempi propri. Guanto all'lrap - che il governo vorrebbe abolire entro la fine della legislatura - non sarà semplice intervenire, ammette Vegas: «rappresenta un'entrata per l'erario di circa 60.000 miliardi di vecchie lire ed è chiaro che queste risorse vanno reperite altrove». Si potrebbe reintrodurre un contributo sanitario? Vegas parla di «diverse misure allo studio», ma l'ex ministro Vincenzo Visco (Ds) ricorda che l'eventuale reintroduzione dei contributi sanitari (e della tassa sulla salute) «contrasta con diverse decisioni della Corte Costituzionale che hanno sostenuto che la sanità deve essere finanziata attraverso la fiscalità generale. Questa fu una delle ragioni di fondo dell'introduzione deU'Irap». Inoltre, prosegue Visco, «la reintroduzione dei contributi sanitari sarebbe non solo incostituzionale, ma anche molto impopolare perchè aumenterebbe il costo del lavoro escludendo i redditi da capitale dal finanziamento della sanità. Più in generale - conclude Visco - si può notare che riproporre oggi una riduzione fiscale di centomila miliardi di vecchie lire, mostra ima preoccupante mancanza di idee e di senso della realtà». [r. gi.]

Luoghi citati: Lisbona, Roma