Leuro vola a 1,18 e torna al record del debutto di Zeni

Leuro vola a 1,18 e torna al record del debutto LA MONETA UNICA RECUPERA IL 2107o DALL'INIZIO DELL'ANNO. BORSE DISORIENTATE, FRANCOFORTE PERDE QUASI UN PUNTO E MEZZO. MILANO PIATTA Leuro vola a 1,18 e torna al record del debutto La De: positivo il rialzo ma è troppo veloce Armando Zeni MILANO E adesso tutti a cercar di capire dove arriverà 0 supereuro e quando si fermerà il dollaro debole. Per ora re dollaro ha abdicato. Con una marcia trionfale (4430Zn di rivalutazione rispetto al 26 ottobre del 2000, giorno del minimo storico, -1-21 "/e dall'inizio dell'anno, più 5,207o solo nell'ultimo mese) la moneta unica ha sfondato quota 1,18 portandosi ieri mattina a un soffio dal record che resta fissato nell'I,1885 del 4 gennaio 1999. Ma quel che conta di più è che ormai non c'è analista, investitore, osservatore di questioni economiche che non scommetta su nuovi rialzi: gli gnomi della Merrill Lynch, per esempio, danno per certo un cambio euro-dollaro a 1,25 mentre i colleghi di un'altra grande banca d'investimento, la Goldman Sachs, vedono addirittura il tetto a quota 1,35. Per la verità c'è anche chi è più cauto come l'economista, premio Nobel, Robert Solow, docente al prestigioso Mit di Boston. Per lui la «debolezza del bighetto verde non dovrebbe protrarsi troppo a lungo». Detto questo, bacchetta le autorità Usa che, dice, «dovrebbero parlare di meno e lasciar stare la moneta» con espheito riferimento al segretario al Tesoro Snow, che con la sua dichiarata «indifferenza» al calo del dollaro ha di fatto confermato ai mercati l'abbandono della poUtica di sostegno del dollaro. Un venerdì sotto il segno di supereuro, insomma. Con le Borse perplesse,5 incapaci di darsi una direzione univoca: quelle europee sempre preoccupate che un eccesso di rafforzamento della moneta unica finisca col penalizzare troppo i timidi accenni di ripresa che, per altro, non si vedono troppi all'orizzonte. Dalle autorità europee, dopo alcuni giorni di sostanziale indifferenza, cominciano a filtrare timori: preoccupa la velocità del recupero dell'euro sul dollaro, fa sapere la Commissione e il supereuro potrebbe compromettere, si fa capire, quella ripresa che potrebbe partire nel 2004. Insomma, fatti i conti, considerati i prò e i contro, la situazione comincia a preoccupare. Certo, dollaro debole significa petrolio meno caro, materie prime meno care, il che non è mai male. Ma dollaro debole, ahinoi, vuol dire anche esportazioni europee verso l'area americana in calo, significa turismo in crisi e drastici tagli nelle vendite di prodotti tecnologici. ((L'apprezzamento dell'euro sul dollaro - conferma l'Associazione europea per l'analisi della congiuntura rischia di ridurre ulteriormente la crescita del 2003». Anche se, per contro, «un euro forte - ha spiegato il portavoce della Commissione Uè Thomas - contribuisce a tenere sotto controllo l'inflazione e una bassa infla- zione significa più potere d'acquisto per i consumatori». Ma c'è un dato, elaborato dagli analisti della Goldman Sachs, che sta togliendo il sonno ai responsabili delle economie europee: ogni 100Zo di svalutazione del dollaro significa una perdita del 40Zo degli utili delle imprese europee. In tempi di vacche magre come questi non c'è certo da immaginare una grande allegria. E ha un bel dire la Bundesbank che a marzo, anziché un calo dell'I,l07o come precedentemente annunciato, la produzione industriale tedesca è scesa solo dello 0,1 "/o: brodino. Ecco perché sulla Banca centrale europea si moltiplicano gli inviti a dare un segnale taghando (il mercato spera un quarto di punto) il costo del denaro. Sarebbe, spiegano gli esperti, un modo per rendere un po' meno forte l'euro. In effetti, molti investitori intemazionali hanno abbandonato l'ex re dollaro svalutato per investne nella nuova moneta forte, l'euro. Ovvio, visti i differenti tassi di remunerazione delle due monete. Negli States questa disaffezione nei confronti del biglietto verde sta producendo ansie non indifferenti visto che si calcola che l'America, per finanziare il suo enorme deficit, ha bisogno di valuta estera per 1,5 miliardi di dollari al giorno. Stranezze dell'economia: da una parte un dollaro debole a fronte di un'economia, quella americana, che certo non vive giorni gloriosi, anzi, ma vede tassi di crescita comunque superiori a quelli europei e dall'altra un euro forte pur in presenza di economie europee deboline. Questa anomalia, fanno sapere molti economisti, prima o poi dovrà ricomporsi. Ma intanto sui mercati è la bagarre. Ieri la reazione delle Borse è stata tutto sommato contenuta. Partite male, le Borse europee hanno in parte recuperato in fine seduta quando hanno visto Wall Street riprendersi e riportarsi in positivo dopo un avvio negativo. Non tutte le Borse d'Europa ce l'hanno fatta a chiudere bene, ce l'hanno fatta Milano (Mibtel +0,38%), Madrid (-l-0,45G7o), Stoccolma KO,320Zo) e Zurigo (4-0,070Zo), non ci sono riuscite Londra (-0,2707o), Parigi (-0,210Zo), Francoforte (-l,480Zo), Amsterdam (-l,650Zo). Wall Street tutto sommato se l'è cavata e non tanto perché l'idea di un dollaro meno forte che possa favorire l'export di merci a stelle e strisce a qualcuno piace ma soprattutto perché l'approvazione definitiva del piano di tagli fiscali proposto da Bush ha ridato un po' di fiato. Fra i provvedimenti attesi, infatti, c'è anche 0 taglio delle tasse sui dividendi azionari. In più, a rimandar su gli indici Dow Jones e Nasdaq (che hanno chiuso, rispettivamente a +0,09 e -H0,17oZo) ci sono state molte prese di beneficio in vista le lungo weekend che vedrà Wall Street chiuso lunedì per il Memorial Day. 5 Gennaio '99 LA RIMONTA DELL'EURO Quotazione di riferimento della BCE di 1 euro per un dollaro Usa PRO CONTRO (^ Cala il prezzo del petrolio le cui importazioni vengono pagate in dollari Q Frena l'inflazione, perché i beni importati " sono i più convenienti. Di conseguenza anche il costo del denaro (tassi di interesse) può essere mantenuto più basso (A Scendono ! costi di produzione | delle imprese manifatturiere (j|) I turisti europei possono fare vacanze più convenienti negli Usa ed in tutti i paesi dove viene accettata la divisa americana ■mtiim«mi^mmmimmmm.W'«iMiMmmmmiimii I ,l Q I beni europei sono più cari e fanno più fatica ad imporsi sui mercati extra europei Qfr Le imprese europee sono svantagqiate nella competizione con quelle americane (|| Per gli americani le vacanze nel Vecchio Continente sono meno convenienti e quindi il loro afflusso tende a scendere v.vv.immwwm'-'Mmt.mmtv'i'm'uivmiwmitmMu i :«i:mmMmmm.miym»ummtmnmmmi

Persone citate: Bush, Merrill Lynch, Robert Solow