Sul voto amministrativo l'ncognita astensionismo di Gigi Padovani

Sul voto amministrativo l'ncognita astensionismo DOMANI E LUNEDI' ALLE URNE IN 12 MILIONI PER ELEGGERE SINDACI E PRESIDENTI DI PROVINCIA Sul voto amministrativo l'ncognita astensionismo Palazzo Chigi: non è un test politico. L'Ulivo: sì, ma capiremo l'umore sul governo analisi Gigi Padovani Wm Et QUASI un coro. Tutti lo ripetono da giorni: domani i 12 milioni di italiani alle urne non sono chiamati ad un test politico sul governo Berlusconi. Ma se questa considerazione appare comprensibile per la Casa delle libertà, con premier e vicepremier che ancora ieri l'hanno ribadito - e Fini ha aggiunto: «non è detto che il centro destra queste elezioni le perda, anzi...» -, per il centrosinistra appare un po' meno scontata. L'Ulivo ha esteso le sue alleanze (sia con liste civiche, sia con Rifondazione e dipietristi) e spera di raddoppiare il successo delle amministrative di un anno fa, quando riuscì a strappare alla maggioranza Verona, Alessandria, Asti, Gorizia. Lunedì pomeriggio nessuno potrà cantare vittoria: quasi ovunque si dovrà attendere l'S e 9 giugno con i ballottaggi per capire se davvero - come preconizza il sito web americano di analisi politica «Stratfor», sede ad Austin nel Texas - i ((partiti di governo sono in sofferenza in queste elezioni, sia in Italia sia in Spagna». Paradossalmente, mentre il premier alzava i toni della polemica nel tentativo di trasformare il voto in un referendum ((prò o contro i comunisti», l'Ulivo ha puntato tutto su giardini, trasporti urbani, traffico e servizi sociali, pur avendo l'occhio puntato su Palazzo Chigi. GIROTONDI E PREMIER. Sono gli strabismi della politica italiana. Che forse incominciano anche a stancare un po' gli elettori. E infatti sia a destra sia a sinistra c'è timore per l'astensionismo. Due appelli concomitanti - prima che a mezzanotte si chiudesse la propaganda dei partiti - lo dimostrano. Berlusconi: «Spero siano in tanti a votare». I girotondini: andate a votare, perché «ima sconfitta del centrodestra può arginare la sua arrogante prepotenza». L'appello è firmato da Nanni Moretti, Pancho Pardi, Paul Ginsborg, Daria Colombo, Paolo Flores d'Arcais. A Roma, chiudendo la campagna elettorale per la Provincia, almeno Francesco Rutelli l'ha detto chiaro: «Si vota per città e province ma anche per dare un segnale politico di scontentezza per il governo». L'OTTIMISMO Di SCAJOLA La sfida si gioca in tutta Italia, per conquistare la presidenza di 12 Province (attualmente metà e metà tra i due Poli), oltre ai sindaci di 9 Comuni capoluogo (5 della Cdl e 4 del centrosinistra) e di 87 centri con più di 15 mila abitanti (secondo i dati del comitato elettorale di Forza Italia, 43 del centrodestra e 44 dell'Ulivo). Ma è una mappa molto «a macchia di leopardo», quella del voto: la Lega si gioca tutto nel Nord Est, An punta su Roma, l'Udc punta sulla Sicilia tentando il sorpasso su Forza Italia. Claudio Scajola, il coordinatore azzurro della campagna elettorale, dispensa ottimismo a piene mani. «Il risultato non sarà negativo per noi, come lo era stato in parte alle scorse amministrative del 2002 azzarda l'ex ministro dell'Interno anche se ci sono molte situazioni "al filo". Confermo che non si tratta di elezioni politiche, ma noi abbiamo lavorato molto bene per trovare candidati il più possibile condivisi dalla coalizione, e con liste di Forza Italia particolarmente rappresentative». Non è un segreto che la Cdl guarda con grande apprensione soprattutto alla Sicilia, visto che l'isola anticipa sempre i trend nazionali. E d'altra parte persino 72 Foglio di Giuliano Ferrara pubblica un sondaggio secondo il quale la maggioranza degli italiani (il 75,8 per cento) giudica ((politicamente importante» il voto di domani e lunedì. I DS E IL GOVERNO. Se molti nel centrodestra temono che la requisitoria dèi pm Ilda Boccassini sul caso Sme possa incidere sul voto, ed anche l'Osservatore Romano ieri ha ricordato come «lo scontro sulla giustizia resti aspro», i Ds ribaltano l'accusa sul premier. «E' lui che ha alzato i toni - dice al telefono Vannino Chiti, coordinatore della segreteria Ds, mentre sta tornando dall'ultimo comizio in Toscana - ma noi non ci siamo caduti. Abbiamo parlato di lavoro, servizi sociali, trasporti, del governo delle città, cioè dei problemi per i quali si vota. E se vinciamo, non diremo a Berlusconi di dimettersi. Il nostro senso della democrazia ce lo impedisce. Però...». Però, onorevole Chiti? «Però dalle urne capiremo il gradimento degli itahani verso questo governo». PRESERVATIVI AZZURRI. La volata dei 9 mila candidati ai consigli comunali e provinciali, dei 59 aspiranti presidenti di Provincia, dei 417 che vorrebbero salire sulla poltrona di sindaco nei Comuni superiori ai 15 mila abitanti si è chiusalasciandosi alle spalle episodi curiosi o pesanti. Come a Pescara, dove le donne di Forza Italia hanno distribuito preservativi per sostenere il candidato azzurro Carlo Masci, con la scritta «NO AI DS» (con il gioco di parole davvero di cattivo gusto tra la Quercia e la terribile malattia), facendo però andare su tutte le furie Scajola. 0 a Messina, dove l'altra notte ima sezione della Margherita è andata a fuoco e il candidato sindaco Antonio Saitta ha chiesto l'intervento di questore e prefetto «contro ogni intimidazione». Meno tra¬ gico l'incidente occorso a Sondrio alla funzionarla provinciale che corre per la Cdl (sostenuta anche dalla Lega e da Fiorello Provera), la simpatica Bianca Bianchini (indipendente vicina a Forza Italia): l'hanno «beccata» a copiare l'introduzione al programma realizzato l'anno scorso da un altro candidato, a Como. LEGA ALL'ATTACCO. Il segretario deU'Udeur - che nel suo paese, Ceppaloni, corre per la poltrona del sindaco con l'aiuto di Forza Italia ha chiuso la campagna elettorale chiedendo alla Cdl una scelta definitiva: o il Sud o Bossi. Si vedrà come andrà a finire nel Nord Est, dove la Lega Nord si presenta con un suo candidato sindaco quasi ovunque: a Treviso, con Gobbo che vorrebbe diventare primo cittadino come «clone» del candidato-ombra. Gentilini; a Vicenza con Stefani; a Massa con Capulzini; a Brescia con Galli. Ai suoi, 0 «Senatùr» ha detto di voler raggiungere il 10 per cento. Una ricerca di identità che così riassume il segretario federale Roberto Calderoli, mentre sta andando a Treviso per l'ultima arringa del sindaco-sceriffo: «Stiamo nella maggioranza, ma con le nostre identità, marcando le differenze delle nostre battaglie: RaiDue a Milano, la devolution, le quote latte». Calderoli è ottimista: «Si rivelerà una scelta pagante per noi aver presentato un nostro candidalo. Vedo vitalità ovunque, in Veneto, in Toscana, in Friuli Venezia Giulia». Già, forse il vero voto politico sarà l'è giugno per le regionali. Bossi qualche sera fa, dopo un comizio a Sondrio, riassumeva così davanti ad un piatto di bresaola della Valtellina: «Sono costretto a star fuori dalla coalizione, se voglio i voti. Ma se sto fuori, non si fanno le riforme. Un bel dilemma per un rivoluzionario che vuole il federalismo, che vuole il cambiamento». LE SFIDE DEL VOTO DI DOMANI E LUNEDI' I PRINCIPALI CANDIDATI SINDACI NEI 9 COMUNI CAPOLUOGO BRESCIA SONDRIO TREVISO Paolo Corsini -uscente- [Ulivo] MASSA Fabrizio Neri [Ulivo] IN PALIO 12 PRESIDENZE DI PROVINCIA O MASSA CARRARA Osvaldo Angeli [Ulivo] Lucio Baram [Cdl] 0 ROMA Enrico Gasbarra [Ulivo] Silvano Moffa [Cdl] O FOGGIA Carmine Stallone [Ulivo] Paolo Agostinacchio [Cdl] O BENEVENTO Carmine Nardone [Ulivo] Michele Feleppa [Cdl] O PALERMO Luigi Cocllovo [Ulivo-Prc] Francesco Musetto [Cdl] @ TRAPANI Baldo Gìucciardi [Ulivo-Prc] Giulia Adamo [Cdl] Giuseppe Bongiomo [An] 'fonino Domenico Arezzo Solarino -uscente- [Ulivo-Prc] [Cdl] SM