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«Si fece adottare dall'anziana per derubarla»
«Si fece adottare dall'anziana per derubarla» DURA REQUISITORIA CONTRO L'EX CONSIGLIERE COMUNALE DI FORZA ITALIA: NON MERITA ATTENUANTI «Si fece adottare dall'anziana per derubarla» Il pm chiede 4 anni di carcere per rawocato Patriarca: spariti due miliardi di lire «Si fece adottare dalla ricca anziana solo per spogliarla dei suoi beni. Ha maneggiato e fatto scomparire almeno due miliardi e mezzo della donna, verso la quale ha fatto anche dichiarazioni poco ripettose. L'imputato Patriarca non merita le attenuanti generiche per la mancanza totale di rispetto umano. Chiedo per lui la condanna a 4 anni di carcere». Parole dure del pm Donatella Masia a conclusione di una pesante requisitoria contro Pier Giorgio Patriarca, avvocato e già consigliere comunale di Forza Italia, accusato di circonvenzione di incapace. Sotto accusa c'è anche la madre Maurina Delsignore: per lei il pm ha chiesto due anni di reclusione, con le generiche. E' la seconda tegola giudiziaria per l'ex consigliere azzurro: nei mesi scorsi la corte d'appello gli ha confermato una condanna ad un anno e tre mesi per la storia di un terreno: una tentata truffa ai danni di un'anziana di Pino. . Questa volta in ballo ci sono i due miliardi e mezzo usciti dai conti bancari di Luigia Pesce, classe 1902, transitati per quelli del figliolo adottivo e alla fine volatilizzati senza lasciare traccia. Per l'accusa nessun dubbio: «L'avvocato Patriarca riuscì a conquistarsi la fiducia di Luigia Pesce, la allontanò da parenti a amici e poi la spogliò dei suoi beni. Una cascina nell'Ovadese e un immobile di alcuni alloggi (venduto ad un miliardo e 900 milioni) in via Collegno 18. Ha approfittato delle condizioni della donna. Un perito ha stabilito che Luigia Pesce aveva una deficienza psichica facilmente riconoscibile da chi aveva rapporti con lei». La cascina di Ovada, in un testamento della Pesce, ai a destinato alla parrocchia. Ma nel 1994, con l'adozione del Patriarca le cose cambiarono radicalmente. La Pesce morì poi quattro anni dopo, nel 1998. Tre anni dopo i parenti presentarono denuncia. Ora sono parte civile con gli avvocati Luca Gastini e Emilia Rossi. Patriarca, difeso dagli avvocati Corso Bovio e Claudio Dal Piaz, in una dichiarazione spontanea in aula ha spiegato che «i soldi b ho spesi per le cure e l'assistenza della Pesce e per il personale infermieristico e domestico». Stessa spiegazione della madre Delsignore, difesa dall'avvocato Giuseppe Volante, accusata di aver incassato alcuni assegni: «Il denaro è servito per le sue cure. E in parte erano regalie». Si continua il 16 giugno.
Luoghi citati: Ovada
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