Altafìni: Juve-Milan decisa dai gregari di Bruno Bernardi

Altafìni: Juve-Milan decisa dai gregari LA FINALE DI CHAMPIONS NEL GIUDIZIO DI UN EX CHE LA VINSE 40 ANNI FA IN ROSSONERO E 10 ANNI DOPO LA PERSE IN BIANCONERO Altafìni: Juve-Milan decisa dai gregari «Tutti aspettano i big, magari spuntano Zambrotta e Gattuso» intervista Bruno Bernardi TORINO CON la doppietta rifilata a Londra al Benfica di Eusebio, José Altafini giusto quarant'anni fa contribuì a far diventare il Milan la prima squadra italiana capace di vincere la Coppa dei Campioni. Dieci anni più tardi, il 30 maggio 1973, Altafini perse invece quello stesso trofeo nelle fila della Juventus, a Belgrado, contro l'Ajax di Johann Cruyff. Nessuno più dell'italobrasiliano ha vissuto le due facce della stessa medaglia. Nessuno più di lui può parlare dell'euroderby in programma mercoledì prossimo a Manchester tra Milan e Juventus per la conquista del massimo titolo continentale. Classe 1938, fisico atletico, alla vigilia della finalissima, che vedrà in tv, Altafini, ora opinionista di calcio, si esibirà per beneficenza a Montecarlo nello Star Team capitanato dal principe Alberto di Monaco, contro la Nazionale piloti capitanata da Michael Schumacher. Altafini, cosa le è rimasto di quel magico pomeriggio del22 maggio 1963? «Il titolo di cannoniere assoluto, con 14 centri che nessuno potrà più eguagliare poiché la formula del torneo è cambiata. E pensare che, prima di affrontare il Benfica, ero già felice di aver raggiunto Puskas a quota 12. In campionato, come la squadra, ero un mezzo disastro. In Coppa Campioni, invece, mi esaltavo. A Wembley, tempio del calcio, al gol di Eusebio risposi con un rasoterra da fuori area, e feci il bis dopo che Costa Pereira mi aveva respinto il tiro. Fu un autentico trionfo». Dalle stelle alle... stalle. Perché con la Juventus, neVl973, perse al «Maracana» di Belgrado contro l'Ajax? «Pagammo il lungo ritiro a Novi Sad e un nostro errore difensivo, favorito dallo scivolone di Zoff. Rep ci punì. L'Ajax, che era in disarmo ma ancora forte, amministrò il vantaggio. Sfiorammo il pareggio due volte. Io, che avevo 35 anni, mi feci recuperare sotto porta da Suurbier, e un colpo di testa di Bettega sfiorò il palo. Dopo aver rivinto il campionato sorpassan¬ do sul filo di lana proprio il Milan battuto a Verona, avremmo potuto fare l'en-pleìn scudetto-Coppa e regalare un'altra memorabile giornata ai 40 mila tifosi juventini presenti a Belgrado». Del Piero S- C. possono cen¬ trare l'accoppiata storica? «Difficile ma non impossibile. Ho già detto e ripeto che la Juventus è la squadra italiana più britannica. Non s'arrende mai, neanche sotto di due gol. Tutti sentono la responsabilità, nessuno protesta e quelli che stanno fuori si presentano in forma. Sempre. Non c'è un solo leader ma quattro o cinque, da Buffon a Del Piero, da Davids a Monterò. A Manchester mancherà il quinto, Nedved, squalificato. Un vero peccato». Peserà l'assenza della furia ceca, in corsa con Del Piero per il Pallone d'Oro? «Molto. Era l'uomo ideale per aggredire in pressing Pirlo. C'è da vedere se Lippi lo sostituirà con uno che abbia le sue caratteristiche o con un attaccante». | Il Milan, altalenante in campionato, può diventare re di Coppe? «In Europa, il Milan ha trovato marcature meno rigide e l'esperienza di Maldini, Rivaldo, Rui Costa e Seedorf s'è fatta sentire. Dopo i brillanti risultati in Coppa, il Milan narcisista s'è innamorato di se stesso. E in campionato il turn-over ha fatto male, scontentando e innervosendo gli esclusi. E Inzaghi e Shevchenko non vanno d'accordo tecnicamente: manca un ariete alla Van Nistelrooy». Chi farà la differenza, con un «golasso» altafiniano? «Tutti si aspettano Del Piero o Shevchenko, Inzaghi o Trezeguet. Poi magari tocca a Davids o Zambrotta, o Gattuso...». Sarà calcio-spettacolo a Old Trafford? «Temo si affidino entrambe alle migliori difese del campionato. Facciamo vedere agli inglesi, sempre critici nei nostri confronti, che siamo forti. Mi auguro non finisca ai rigori, sarebbe mortificante. Le due tifoserie meritano una grande finale». Lei, per chi tiferà? «Tifo... Palmeiras, il primo amore. Mi spiace questo scontro fratricida. Un pronostico? Fiftyfifty». «L'importante è che non finisca ai rigori, sarebbe mortificante Facciamo vedere agli inglesi, sempre critici nei nostri confronti, che siamo forti» «Lippi ha la squadra più britannica d'Italia: non s'arrende mai Inzaghi e Shevchenko non vanno d'accordo tecnicamente: manca un ariete ad Ancelotti» tmmmmSPi José Altafini in azione in maglia juventina nel 1973, anno della finaledi Coppa Campioni persa 1 -0 contro l'Ajax a Belgrado