«Un regista non è uno storico»

«Un regista non è uno storico» «Un regista non è uno storico» Stone dà lezioni di cinema: a noi tocca dare un'interpretazione personale dall'invlata a CANNES Professore di cinema sulla cattedra del Festival, Oliver Stone non si risparmia: dalla passione per il grande schermo coltivata, grazie ai genitori, fin da quando era piccolo, all'enorme emozione provata vedendo «La dolce vita» di Fellini e «Fino all'ultimo respiro» di Godard; dall'incontro con Martin Scorsese alle esperienze di sceneggiatore con Brian De Palma e altri autori; dai mille mestieri della gioventù al prossimo impegno, il film su Alessandro Magno con protagonista l'irlandese Colin Farrell. Nella sala gremita di pubblico, giornalisti, ma anche molti studenti delle più famose scuole di cinema francesi, scorrono le immagini di alcuni dei suoi film più noti e discussi: da «Naturai bom killers» a «J F K». ma alle dissertazioni stilistiche sull'uso delle luci e sulle tecniche del montaggio, Stone preferisce di gran lunga i ricordi personali e il dibattito sulla realtà. Così, parlando di «Platoon», il film dell'86 ambientato in Vietnam, il regista osserva: «Ogni volta che l'America scende in guerra è per questioni di soldi». Nato a New York nel 1946, Stone racconta di essere stato compagno di classe del presidente Bush ai tempi dell'università: «Poi ho lasciato tutto e sono andato in Vietnam; al ritorno ho ripreso a studiare, ma sentivo che avevo bisogno di esprimermi in un modo diverso. Allora ho scritto un libro, ma nessuno me l'ha pubblicato; è stato un amico a consigliarmi di iscrivermi a una scuola di cinema e di vedere molti film». I primi passi da cineasta li ha fatti realizzando documentari, un genere a cui è tornato di recente con «Comandante», girato a Cuba e dedicato alla figura di Fidel Castro. Una scelta per cui, in patria, è stato violentemente criticato: «Il mio è un film su Castro raccontato da Castro. Credo sarebbe stato utile fare lo stesso lavoro anche con Saddam Hussein». Intanto Stone ha firmato un altro documentario su Arafat e ha iniziato a preparare il suo «Alexander»: «Un regista deve sempre dare un'interpretazione personale degli avvenimenti, anche di quelli contemporanei. La sua funzione non è necessariamente quella dello storico». Oggi, dice l'autore, sarebbe il caso, per esempio, di «fare un film come "Il dottor Stranamore" dedicandolo all'industria del petrolio». Accusato spesso di dirigere pellicole intrise di violenza, Stone dice che invece, in tutte le sue opere, «c'è molta pace e che tutti, in ogni modo, dobbiamo contribuire a costruirla». [f. e.) .jdlk.. Oliver Stone

Luoghi citati: America, Cuba, New York, Vietnam