Il vino del Pinerolese rilancia

Il vino del Pinerolese rilancia La Cantina Sociale di Bricherasio pensa ai business sulle doc locali l d Il vino del Pinerolese rilancia Un nuovo enologo per migliorare il prodotto I viticultori del Pinerolese rivolgono il proprio sguardo alle loro piante, e concentrano le attenzioni su un nuovo programma di rilancio della Cantina Sociale di Bricherasio, importante punto di riferimento con oltre 200 conferenti, presentato domenica nel corso della giornata del vino. Adesso tocca alla società II Tralcio, che vede un capitale sociale di 370.000 euro, dei quali 350.000 della Agess e 10.000 rispettivamente della Comunità Montana Val Pellice e della Cantina Sociale. E se da un lato gli aspetti economici vengono tutelati da questa nuov- società, anche sotto al profilo della produzione della qualità si guarda con fiducia a Bricherasio verso gli interventi che il nuovo enologo, Gian Franco Corderò, metterà in atto. "Abbiamo individuato in lui - spiega Gian Claudio Magra, direttore Agess - il tecnico giusto per riqualificare il prodotto. Serviva una persona che avesse un'esperienza non solo di vinificazione nelle Langhe, ma anche in altre zone". Le soluzioni già individuate saranno sia nelle vigne, puntando quindi a vitigni di qualità e sia nella produzione in cantina, dove sino ad oggi si vinificava in immensi vasconi, mentre adesso si punterà ad una maggior selezione delle uve con una diversificazione del processo di vinificazione. Gian Franco Corderò, 45 anni, lavora in cantina dal '78 ed ha a sua disposizione un laboratorio di analisi e fin dai primi incontri ha spiegato agli agricoltori che per puntare sulla qualità sarà necessario fare già una selezione delle piante. "Su queste colline - spiega l'enologo - si può puntare alla biodiversità, vi sono infatti le condizioni per produrre un buon doc, il clima è ottimo e poi non manca quella passione dei viticoltori a migliorare le loro culture". Attualmente la Cantina Sociale nella sua carta dei vini ha annoverato come doc: Pinerolese Rosato, Pinerolese Doux D'Henry, Pinerolese Barbera, Pinerolese Dolcetto, Pinerolese Rosso, Pinerolese Freisa, Pinerolese Bonarda e Pinerolese Ramiè. Domenica nella Cantina Sociale di Bricherasio si è svolta la giornata del vino. Al mattino alle 10,30 Luigi Bosio, sindaco di Bricherasio e presidente del Tralcio, ha presentato la nuova società, poi la parola è passata a Claudio Bertalot, presidente della Comunità Montana Val Pellice e a Riccardo Lorenzino, presidente Agess. Alla cerimonia sono intervenuti gli assessori provinciale e regionale Marco Bellion e Roberto Vaglio. Nel pomeriggio dalle parole si è passati ai fatti con una degustazione dei vini. La Cantina Sociale di Bricherasio esce da un periodo di difficoltà, nella voce passività vi sono oltre due milioni di euro. "Senza dubbio abbiamo accettato la sfida - aggiunge Gian Claudio Magra - il nostro ottimismo si fonda su un preciso piano di rilancio che fa parte di quel progetto della Porta di Valle. Partiamo dalla riqualificazione del prodotto per arrivare attraverso un'azione di marketing ad un rilancio di questo importante settore dell'economia locale". Spiega Riccardo Lorenzino, presidente dell'Agess: "Creare sviluppo locale sostenibile è l'obiettivo che l'Agess, società a capitale misto, si è prefissato, ed in primo luogo bisogna far interagire ed integrare tutti i comparti costituenti il sistema socio economico e territoriale. In secondo luogo è necessario valorizzare il patrimonio ambientale, storico, culturale e produttivo dell'area. Un progetto come quello che vuole il rilancio della Cantina Sociale va proprio a seguire queste direttrici. Per questo motivo nel progetto della Porta di Valle la Cantina Sociale di Bricherasio non solo rientra a pieno titolo, ma è anche un modello di sviluppo che vede l'integrazione fra partner diversi". Tutte le fasi sono state rispettate: la progettazione, la costruzione di un piano industriale, si sono cercati i finanziamenti per la cantina ed infine si è costituita la società Il Tralcio. E sono in tanti adesso a credere che il vino doc del Pinerolese, sino ad oggi rimasto un po' nell'ombra, potrebbe trasformarsi in un vero business. Le bottiglie con le nuove etichette sono pronte, ai consumatori l'ardua sentenza.

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