Annie Lennox amara e grande come i miti della musica nera di Marinella Venegoni

Annie Lennox amara e grande come i miti della musica nera MILANO PIGLIATUTTO: L'ALTRA SERA ANCHE LOU REED CON IL SORPRENDENTE ANTONY Annie Lennox amara e grande come i miti della musica nera Marinella Venegoni inviata a MILANO Sono da tempo sparite le lunghe tournée che toccavano vari punti geografici d'Italia, e sprovincializzavano teste e idee aprendo nuovi orizzonti culturali. Musicalmente la tv ti impoverisce, i dischi non si vendono; e ora poi anche il divo passa e va, di corsa: i promoter non vogliono rischiare biglietti invenduti, gli stessi artisti preferiscono calche spropositate con «one shot», piuttosto che i giornali scrivano di popolarità in declino. Succede da 5/6 anni: hanno aperto le danze gli U2 all'epoca delle furibonde polemiche di «Pop», ma anche per lo Springsteeen invernale ci si è dovuti accontentare di un Palasport mentre c'era la richiesta per almeno cinque. La tendenza premia sempre e comunque Milano capitale del musiebusiness; subito dopo vengono Roma e qualche volta Bologna, gli altri si arrangino e del Sud è meglio non parlare. In questo contesto, sono passati da Milano come meteore due campioni: l'altra sera Lou Reed al Nuovo, mentre ieri era la volta allo Smeraldo di Annie Lennox, stasera in un secondo concerto all'Auditorium di Roma. Campionessa è davvero Annie Lennox, al momento la personalità femminile più complessa di una vecchia guardia che si è andata sfaldando. Con i suoi 48 anni e la figuretta sempre smilza sotto i corti capelli, madre di due bambine (Lola e Tali) e reduce dal divorzio dal loro padre. Uri Fruchtmann, che le ha procurato depressione e lacerazioni, Annie ha trapiantato in un disco («autocurati- vo» lo definisce lei) le sue esperienze amare: ed è da tempo in tour per presentare questo «Bare», nuda, che però vedrà la luce solo il 13 giugno (anche questa dell'anticipazione dei concerti rispetto al disco è una nuova tendenza del marketing, non si sa quanto efficace). In concerto ben si colgono le profondità e la qualità musicale della sua ispirazione amara, con titoli come «Honestly» o il singolo «Pavement Cracks» sottolineato dalle tastiere elettroniche della band, e con un' atmosfera che vagamente richiama l'hit Eurythmics del '99 «I Saved the World Today» ; superlativa è l'interpretazione di «Wonderful», con le tre brave coriste e con un trasporto soul degno della più nobile tradizione black: anche Annie dimostra la propria unicità rispetto alle dame patinate (e forzute solo nelle corde vocali) delle ultime leve. «Bare» sarà il suo secondo disco di inediti senza Eurythmics, dopo «Diva». Ma in scaletta ci sono altri pezzi del passato solista come «Sisters Are Doing It For Themselves» o quelle dell'epoca con Dave Stewart: da «Here Comes the Rain Again» nella quale si accompagna al pianoforte a «Who's That Girl», da «You've Placed a Chili in My Heart» fino al gran finale dove arrivano i pezzi più famosi degli Eurythmics, «Missionary Man» o «Sweet Dreams». Ovunque, Annie è sempre all'altezza della situazione, con ima intensità che lascia senza fiato. Ma certo neanche Lou Reed ha scherzato nel suo concerto al Nuovo di domenica sera. Un uomo che sta sulla strada da quarant'anni, che ne ha viste (e fatte) di tutti i colori, non perde la voglia di sperimentare: ha tolto del tutto la batteria dal set dei musicisti, distribuisce la ritmica fra gli strumentisti. Svettano Fernando Sanders (che picchia anche su un piatto affiancato alla tastiera) e la bravissima violoncellista Jane Scarpantoni, i cui suoni ben sottolineano le atmosfere livide o sarcastiche del grande Lou. Il quale rivisita l'intero suo percorso, aprendo con «Sweet Jane» e «Small Town» («quando cresci in una piccola città, l'unica cosa che ti importa è andartene») e altri pezzi dei Velvet come «Venus in Furs», fino all'ultimo «The Raven». Imbraccia la chitarra elettrica come un'arma orgogliosa, canta con una secchezza senza concessioni; strepitoso e di raro buon umore, verso il finale tira fuori l'asso: Antony, che già ha collaborato con lui in «The Raven», un controtenore grande e grosso e biondo la cui voce sublime richiama alla mente la tradizione dei castrati. Lou lo guarda soddisfatto fra gli applausi che seguono l'incredibile performance di costui su «Perfect Day». Ancora una volta è riuscito a stupirci (Lou tornerà in tournée a luglio, dove ancora non si sa). **i Lou Reed canta con Antony, un controtenore grande e grosso e biondo la cui voce sublime richiama alla mente la tradizione dei castrati 4m Annie Lennox, la personalità femminile più complessa di una vecchia guardia che si è andata sfaldando

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