Spam? No, grazie: ecco come salvarsi di Anna Masera

Spam? No, grazie: ecco come salvarsi IL 40o7o DELL'EMAIL E' SPAZZATURA Spam? No, grazie: ecco come salvarsi i governi studiano multe per chi infesta, ma è meglio munirsi dei software che filtrano Anna Masera e Stefano Porro «I don't like spam!» gridavano i Monty Python in un memorabile sketch sull'orribile e molto anglosassone crema di prosciutto spalmabile in scatola. «Spam» è oggi riferito alla postaspazzatura («junk mail») che si «spande» nelle nostre caselle elettroniche. Se non siete interessati alla pornografia, a creme rassodanti per il corpo, e a guadagnare (quando mai?) milioni di dollari con un solo colpo di mouse, allora potete iniziare a leggere quell'email cosi importante che aspettavate da giorni e che si era persa nello «spam» che ingolfa la vostra posta in arrivo. Nato in sordina e per questo inizialmente tollerato, il fenomeno dei messaggi pubblicitari che vengono inviati senza richiedere il permesso dell'utente sta aumentando a vista d'occhio, e presto potrebbe rendere impraticabile l'utilissimo strumento della posta elettronica. Secondo i dati recentemente diffusi dal Cauce, l'associazione americana che si occupa di arginare il problema, le email spazzatura che bgiii giorno siamo costretti a ricevere rappresentano circa il 40 per cento di tutti i messaggi che circolano sul Web, e causano un danno economico che supera i 10 miliardi di dollari all'anno. Sono sempre più ingenti infatti gli investimenti che gli Internet Service Provider (le aziende che ci forniscono la banda per navigare) devono sopportare per evitare che le proprie apparecchiature collassino sotto il peso di milioni di messaggi indesiderati, inviati quotidianamente attraverso i loro canali di trasmissione. Due proposte di legge antispam stanno per approdare al Congresso Usa. La prima, battezzata Reduce (Restrict and Eliminate Delivery of Unsolicited Commercial Email), porta le firme del deputato democratico Zoe Logfren e di Lawrence Lessig, il docente universitario noto per le sue battaglie contro il copyright, e si prefigge di istituire una taglia sulla testa di chiunque si renda colpevole: ogni utente che renderà possibile l'individuazione del responsabile di un invio molesto di email, riceverà circa il 20 per cento della sanzione amministrativa che la Commissione Federale deciderà di imporre. Una cifra notevole, se si pensa che l'ammenda è fissata in circa 10 dollari per ogni email abusivamente inviata. Qualche preoccupazione nel mondo della pubblicità online l'ha invece suscitata la proposta avanzata dal deputato repubblicano Billy Tauzin, che obbligherebbe chiunque in¬ vìi messaggi commerciali attraverso la posta elettronica a rendere manifesto il proprio indirizzo fisico e a esplicitare chiaramente il contenuto commerciale dell'email: violando queste semplici norme si rischieranno fino a 1,5 miliardi di dollari di multa o, per i recidivi, due anni di galera. Ma la lotta contro lo ^ ha speranza solo se le azioni i,ono concertate. In questo senso, lascia ben sperare l'accordo recentemente siglato da Yahoo!, Aol e Microsoft, i tre colossi mondiali che forniscono servizi di webmail gratuiti, che hanno in questi giorni reso noto che faranno fronte comune contro i messaggi spazzatura, realizzando un sistema condiviso di filtri per proteggere il più possibile la privacy dei loro utenti. Il nemico non sta a guardare. Un gruppo di spammer residente in Florida dal nome EmarketersAmerica.org, specializzato nell'invio di messaggi pornografici e di acquisto di Viagra, ha chiesto 75 mila dollari di risarcimento alle principali organizzazioni anti-spam, che con il loro operato causerebbero danni al suo business online. Si tratta ovviamente di una provocazione, lanciata per di più per lo Spam Forum organizzato a Washington qualche giorno fa dalla Commissione Federale per il Commercio statunitense, ma che lascia intendere quanto sarà duro reprimere il redditizio fenomeno delle mail spazzatura. Nell'attesa di testare quanto saranno efficaci le contromisure tecnico-legali (non solo in America, ma anche in Italia, dove più volte il Garante della Privacy Stefano Rodotà ha richiamato l'attenzione sulla responsabilità penale degli spammer), anche noi possiamo fare la nostra parte nella lotta contro lo spam. Basta un po' d'attenzione inpiù per salvare la nostra casella di posta elettronica personale: attivare i filtri esistenti nei nostri programmi di gestione della posta; mai pubblicare il proprio indirizzo su un sito pubblico, su un newsgroup o su un forum; mai inserirlo su siti che non si conoscono bene e non trasmettono fiducia. Considerare l'indirizzo email alla stregua del nostro numero di cellulare, concedendolo quindi con molta attenzione per evitare intrusioni indesiderate. E se arriva lo «spam», siete autorizzati a ribellarvi. Parola di Monty Python. SCATOLETTA DI «SPAM», SIMBOLO DELLA POSTA-SPAZZATURA

Persone citate: Billy Tauzin, Lawrence Lessig, Monty Python, Stefano Porro, Stefano Rodotà, Zoe Logfren

Luoghi citati: America, Florida, Italia, Washington