Washington decisa a far procedere la Road Map di Maurizio Molinari

Washington decisa a far procedere la Road Map CONDANNA DEGLI ATTACCHI SUICIDI E COMPRENSIONE PER IL RINVIO DELLA VISITA DI SHARON Washington decisa a far procedere la Road Map George Bush da Camp David: «La porta della Casa Bianca resta aperta» Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Washington condanna gli attacchi kamikaze palestinesi e mostra comprensione per il rinvio della missione di Ariel Sharon, ma fa sapere che «la porta della Casa Bianca resta aperta», lasciando intendere che continuerà gli sforzi per far progredire la «Road Map» per la pace. La notizia del duplice attentato di Gerusalemme ha raggiunto il presidente americano, George Bush, nella residenza di Camp David. «Condanniamo questi atti di terrore ed esprimiamo condoglianze alle famiglie delle vittime», ha dichiarato la portavoce Ashley Snee, precisando però che «rimaniamo pronti a dare il benvenuto al primo ministro Sharon alla Casa Bianca». «C'è molto in comune fra gli estremisti palestinesi di Hamas e gli Hezbollah libanesi da una parte, le milizie radicali islamiche cecene dall'altra», ha aggiunto da Mosca il segretario di Stato Colin Powell, che ha diffuso in tarda serata un comunicato nel quale si afferma: «Facciamo appello di palestinesi affinché inizino a prendere immediate e decisive iniziative per eradicare le infrastrutture del terrorismo e della violenza che minano le aspirazioni palestinesi». La data della nuova visita del premier di Gerusalemme a Washington non è stata ancora fissata, ma Bush tiene molto all'incontro perché lo ritiene necessario per procedere nella realizzazione della «Road Map», affrontando di persona con Sharon le 15 obiezioni finora sollevate dal governo israeliano durante colloqui preliminari. A confermare l'attenzione di Bush per l'incontro c'è il fatto - rivelato ieri dal «New York Post» - che dieci giorni fa il consigliere per la Sicurezza nazionale, Condoleezza Rice, è stata in visita segreta in Israele, assieme a due suoi stretti collaboratori. Nell'occasione Sharon ha accompagnato la Rice in elicottero a bassa quota sui territori della Cisgiordania per illustrare la necessità da parte di Israele di mantenere il controllo della Valle del Giordano e delle zone montagnose della regione. Fra i diplomatici accreditati a Washington c'è chi ha letto nel mancato annuncio di una nuova data anche un gesto polemico di Sharon nei confronti di Powell che, durante la sua recente visita a Gerusalemme, aveva chiesto e ottenuto da Israele la riapertura dei confini per 25 mila lavoratori palestinesi, perché proprio grazie a questi nuovi transiti i terroristi sarebbero riusciti a passare. Washington è intenzionata a far procedere la «Road Map» - condivisa con Onu, Russia ed Unione europea - ma mostra attenzione per le esigenze di sicurezza del Paese a leato alle prese con una nuova offensiva terrorista. «Israele è uno Stato democratico e non può essere costretto da altri a fare qualcosa», ha sottolineato Powell, in un'intervista alla tv russa Ntv, precisando però che continuerà gli sforzi al fine di «creare le condizioni» per dimostrare «tanto a Israele quanto all'Autorità pa- lestinese» che la proposta della «Road Map» è «qualcosa che è nel loro interesse realizzare». Washington scommette sulla proposta del Quartetto che prevede la creazione di uno Stato palestinese entro il 2005 - anche perché la considera necessaria per rafforzare dentro l'Autorità nazionale palestinese il neoeletto premier Mahmoud Abbas (Abu Mazen), alla cui designazione la diplomazia americana ha lavorato sin da quando il 24 giugno 2002 il presidente Bush chiese ai palestinesi di darsi «una nuova leadership» alla luce del fatto che Yasser Arafat veniva considerato compromesso con atti di terrorismo. «Abu Mazen è, un partner credibile, l'uomo giusto per rilanciare i negoziati di pace - ha dichiarato Powell mentre Arafat si è dimostrato incapace negli ultimi anni di promuovere la pace e di porre le basi per la creazione di uno Stato palestinese». A spingere Bush verso un più deciso impegno a favore della «Road Map» c'è il premier britannico Tony Blair e anche ampi settori del partito repubblicano. Il senatore del Nebraska Chuck Hagel, veterano della commissione Esteri, si è detto ieri a favore di «un impegno diretto e personale del presidente negli sforzi per la pace in Medio Oriente», al fine «di uscire da questo cul-de-sac di perpetuazione di violenza». «Sono consapevole che ci vorrà tempo, ma dobbiamo mettere assieme qualcosa di sostanza come base sulla quale procedere», ha concluso il senatore, voce influente nel partito di Bush. Colin Powell «Facciamo appello ai palestinesi affinché eradichino le strutture del terrorismo che mina le aspirazioni della gente» Resta da fissare la nuova data per i colloqui con il premier, che dieci giorni fa avrebbe avuto una visita segreta di Condoleezza Rice Un poliziotto in mezzo ai feriti dell'autobus della linea 6. In meno di 24 ore ci sono stati 14 morti tra Israele e i Territori