Gli autori sotto assedio alla Fiera del Libro di Francesca Paci

Gli autori sotto assedio alla Fiera del Libro DOMENICA DA RECORD FRA GLI STAND DEL LINGOTTO PER LA KERMESSE CHE QUESTA SERA ALLE 23 CHIUDERÀ I BATTENTI Gli autori sotto assedio alla Fiera del Libro Per frenare i visitatori interviene la polizia Francesca Paci La domenica estiva da fare invidia a mezza Italia, stando almeno alle funeste previsioni del tempo, non ha scoraggiato gli amanti della letteratura. Se i primi tre giorni di Fiera del Libro hanno registrato un'impennata nell'affluenza di visitatori (sabato r80Zo in più rispetto al 2002), ieri, per domare la folla, c'è voluta la polizia. «Informazione e democrazia» avrà pur calamitato il nutrito popolo dei santoriani, ma il dibattito mattutino tra l'ex conduttore di «Sciuscià», Gerardo D'Ambrosio, Curzio Maltese, Carlo Freccerò, Marco Travaglio, Paolo Flores d'Arcais, è stato la prova generale dell'identico canovaccio ripetuto ad ogni appuntamento. Code all'ingresso dovute al dilungarsi degli oratori precedenti, spintonamenti involontari nella staffetta tra entrata e uscita, malcontento palesato. Il «buttafuori» Nicola Curtaz, alla security delle sale dall'inizio della rassegna, conferma l'ondata anomala: «Mai visto niente del genere. Tante persone ci hanno un po' spiazzato». Alla fine, neppure gli addetti ai lavori scommetterebbero che Marco Cairo, il medico italiano invitato a raccontare l'esperienza afghana in tema di «Territori di Guerra», tiri quanto una rock star. Invece, ieri, un vigile di piantone agli incroci tra uno stand e l'altro avrebbe avuto mi bel da fare. Nei vialetti del Lingotto, zeppo come il suk di Damasco, i tamponamenti tra maratoneti curvi sul programma a cercare le indicazioni per l'incontro successivo sono routine. La sorpresa di chi espone è il successo trionfale degli spazi autori. Da Carrocci, Marco Romani attribuisce il calo delle vendite al calendario, tanto fitto da non lasciare tempo per lo shopping. «L'incasso di sabato è stato di circa duemila euro», calcola. Domenica alle 17, appena la metà. I visitatori del quarto giorno appaiono determinati, quasi avessero progettato a puntino la maratona culturale. Pubblico per tutti. Giancarlo Caselli, che rivolge l'allarme «Giustizia in rosso» alla platea colma e simpatizzante. Il sindaco Sergio Chiamparino, atteso da quegli stessi torinesi di cui ha raccolto le voci nel libro «La città che parla». Il sociologo Fouad Allam, che allunga di quaranta minuti il confronto fra identità israeliana e palestinese, nel giorno dell'attentato al primo vertice tra il premier Ariel Sharon e la controparte Abu Mazen. Sale piene anche per l'editorialista de La Stampa Barbara Spinelli a colloquio con Enzo Bianchi, Gianni Riotta e la sua America, la Lectio magistralis di Vittorio Sgarbi. Ressa alla corte del primo cittadino capitolino Walter Veltroni, nel ruolo di biografo del musicista Luca Flores. Tra quelli rimasti fuori ad ascoltare muti la videoconferenza con Michele Serra e Fiorella Mannoia, c'è chi preferisce a quella politica la versione letteraria dell'ex leader diessino. Marco Pastori non cela il dissenso: «Oggi non lo voterei». Ma al Lingotto le preferenze trascendono il partito. I ragazzi, grandi protagonisti dello struscio letterario tra gli stand, spendono volentieri (sabato le edizioni economiche della Newton&Compton hanno reso circa diecimila euro) e orientano i flussi maggiori. La chiacchierata pseudofilosofica con Morgan, del gruppo musicale Bluvertigo, raccoglie una folla scapigliata da concerto sotto la massima del profeta reggae Bob Marley, «Ogni cosa esiste proprio in quanto si oppone a tutte le altre». Inno all'antagonismo politico e culturale, per chi crede. E un po' di questa Fiera del Libro, dove tante voci autonome parlano contemporaneamente senza sovrapporsi mai. Migliaia di persone hanno preso d'assalto gli stand al Lingotto

Luoghi citati: America, Cairo, Damasco, Italia