«La vecchiaia non è un ostacolo»

«La vecchiaia non è un ostacolo» IN CINQUANTAMILA IN PIAZZA SAN PIETRO «La vecchiaia non è un ostacolo» La festa per gli 83 anni del Papa larco Tosarti CITTA'DEL VATICANO Festa grande in piazza San Pietro, con cinquantamila a ritmare in coro «tanti auguri a te», e un pranzo per pochi intimi: così Giovanni Paolo II ha festeggiato il suo ottantatreesimo comp eanno. Sembrava stanco, alla fine della cerimonia questo «giovane di ottantatre anni», come si è autodefinito a Madrid quindici giorni fa; ma ben determinato a proseguire nel suo compito. «Grato per il dono della vita, riconsegno oggi idealmente alla Madonna la mia esistenza e il ministero che la Provvidenza mi ha chiamato a svolgere», ha detto ieri; e d'altronde non è un mistero che Papa Wojtyla ritenga di essere stato salvato miracolosamente il 13 maggio 1981 da una «mano materna» che deviò il proiettile di Agca. E' in quest'ottica che si colloca la «riconsegna» compiuta ieri; così come la richiesta espressa ieri: «A tutti e a ciascuno chiedo di continuare a pregare perché Iddio mi aiuti a compiere fedelmente la missione che Egli mi ha affidato». Quella di ieri è stata - come è giusto - una festa in gran parte polacca. Sono arrivati in ventimila, dalla sua patria, guidati dal Presidente Aleksander Kwasniewski, che insieme al governo ha da farsi «perdonare» dal Papa la collaborazione alla guerra d'Iraq. Sono giunti con striscioni giganteschi, bandiere, pal- loncini colorati, magliette e piccole orchestre di violini di montagna. Alla fine c'è una «battaglia dei cori»: parte in italiano un «tanti auguri a te, tanti auguri a te» che piano piano, come in un crescendo, coinvolge tutti. Ma intanto i polacchi danno il via al loro classico «sto lat, sto lat», «che tu viva cent'anni». Tra i regali che gli sono stati portati dai suoi connazionali, figurano una croce di sale dai minatori di Wieliczka, identica alla Croce custodita nelle miniere nei pressi di Cracovia. E una ristampa anastatica della Bibbia di Gutemberg, del valore di 11 mila euro. E' una festa doppia per le suore della «casa« papale, perchè fra i quattro santi canonizzati ieri mattina da Giovanni Paolo Il (portando così il totale dei «suoi» santi a 473) c'era anche il fondatore dell'Ordine religioso al quale appartengono le cinque suore polacche che vivono con il Papa, Giuseppe Sebastiano Pelc- zar, fondatore della Congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù. La più conosciuta di queste cinque suorine si chiama suor Tobiana; la si vede durante i viaggi, un'ombra discreta che aiuta il Pontefice nelle cure, nella fisioterapia, nella scelta dei cibi. Vive nel Palazzo Apostolico sin dal 1978. Insieme a lei sono arrivate dalla natia Polonia suor Germana, addetta alla cucina, Fernanda che serve a tavola, ed Eufrosina che cura la corrispondenza più personale del Papa. Anche un altro dei santi canonizzati oggi, suor Ursula Ledochowska e strettamente legato alle vicende personali del Papa. Ha fondato l'ordine religioso al quale appartenevano le suore dell'istituto di Varsavia in cui l'allora cardinale Wojtyla alloggiava quando si doveva recare alle riunioni del consiglio episcopale. Da quella casa partì per Roma per il secondo conclave del 1978. Le suore raccontano che si raccolse in preghiera proprio davanti all'effigie di Ursula Ledochowska. «Nessuno stato o nessuna età sono ostacolo ad una vita perfetta. Dio infatti non considera le cose esteme, ma l'anima, ed esige soltanto quanto possiamo dare»: citava il vescovo Pelczar, da ieri santo. Papa Wojtyla durante la messa; ma forse pensava anche a se stesso, in questo autunno della vita. Wojtyla manifesta al mondo quanto sia forte la sua volontà a proseguire il suo mandato, a dispetto di tutte le voci di dimissioni che a tratti riaffiorano, sempre smentite dal diretto interessato e dai suoi collaboratori più vicini. La lunga cerimonia si conclude in maniera un po' frettolosa; il Papa non legge tutto il testò del «Regina Coeli», sembra commosso quando dice con voce chiara: «grazie, tante grazie». Il pranzo è veramente per pochi intimi: tra gli invitati l'amico filosofo Tadeusz Styczen, che l'ha sostituito alla cattedra di Etica a Lublino, il primate polacco, cardinale Josef Glemp, mentre i suo successore a Cracovia, il cardinale Francizcek Macharski ha partecipato al pranzo dei polacchi, con il Presidente Kwasniewski. Alla tavola del Papa probabilmente c'era invece anche il «Decano» del sacro Collegio, il cardinale Joseph Ratzinger. «Affido la mia vita alla Madonna, pregate perché Iddio mi aiuti a compiere fedelmente la missione che mi ha affidato» I Papa durante i festeggiamenti per II suo compleanno

Luoghi citati: Cracovia, Iraq, Lublino, Madrid, Polonia, Roma