Scoperta la «banda dei mini-spacciatori»

Scoperta la «banda dei mini-spacciatori» SGOMINATA DAI CARABINIERI. TUTTI MAROCCHINI, ABITAVANO E AGIVANO IN VIA NEGARVILLE Scoperta la «banda dei mini-spacciatori» Il capo dell'organizzazione ha 16 anni, il pusher più giovane appena 10 la storia Giorgio Balìatrio IL capobanda - Hamid - ha poco più di sedici anni e i modi spicci del duro. Scarpe sportive griffate, videotelefono di ultima generazione e pure una fidanzatina itahana, che per stare con lui quasi ogni giorno marina la scuola. I suoi «vice» hanno da poco compiuto i diciott'anni, ma i collaboratori più preziosi sono Ali e Khaled, così piccoli da non rischiare l'arresto nemmeno se li trovano con la roba indosso. Anzi, grazie ai suoi dieci anni Khaled riesce sempre a passare inosservato, è lui a rifornire di droga senza difficoltà i clienti italiani della gang. La banda di via Negarville, composta da giovani marocchini, è stata smantellata due giorni fa dai carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria della Procura. I due maggiorenni sono finiti alle Vallette, Hamid il capo è rinchiuso al Ferrante Aporti mentre i due più piccoli, che hanno meno di quattordici anni, sono stati affidati a una comunità per minori. Se non sono già fuggiti questa notte, lo faranno presto. Alla mini organizzazione criminale i militari e il sostituto procuratore Andrea Padalino ci sono arrivati quasi per caso. Seguendo le tracce di un telefonino rubato. Non un portatile qualsiasi. E neppure un furto come gli altri. Il videocellulare è infatti sparito il 21 marzo scorso dalla stanza al Palazzo di Giustizia di un ufficiale di polizia giudiziaria, che si era assentato per pochi minuti lasciando l'apparecchio sulla scrivania. Grazie ai tabulati e alle intercettazioni telefoniche, gli investigatori sono riusciti a scoprire che il portatile era finito nelle mani di una banda di spacciatori extracomunitari, che agiva nella zona di Mirafiori Sud. Gente decisa, che smerciava con regolarità diverse dosi di eroina al giorno e prendeva via telefono i contatti con i tossici. Ci avrebbero poi pensato i «cavalli» Ali e Khaled, ultraminorenni, a consegnare la droga. «Quando abbiamo raccolto prove a sufficienza si è deciso di fare irruzione nell'appartamento di via Negarville, dove abitava la banda - spiega il pm Padalino ma non ci aspettavamo di trovarci di fronte a un gruppo di spacciatori così giovani». Nell'abitazione, in uno dei casermoni della case popolari della zona, i carabinieri hanno trovato più di 8 mila euro in contanti e parecchia merce rubata, in particolare telefonini e computer por¬ tatili. Di droga invece neppure un grammo. «La nascondevano altrove - dicono i militari - ma tra intercettazioni telefoniche e appostamenti abbiamo inesso da parte un bel po' di prove dello spaccio». Nella casa di via Negarville è stata trovata anche Sonia (il nome è di fantasia), una ragazzina quindicenne che da qualche tempo aveva una relazione con Hamid il capobanda. E' stata denunciata a piede libero e riaccompagnata a casa dai carabinieri. I due maggiorenni - Fahid Schem, 20 anni, e Abdellah Labtini, di 19 - sono finiti in carcere con l'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti e ricettazione; le stesse che il Tribunale dei Minori contesterà al sedicenne Hamid. L'altra notte il blitz nell'appartamento e la sorpresa dei militari «Non ci aspettavamo fossero tutti ragazzini»

Persone citate: Abdellah Labtini, Andrea Padalino, Fahid, Giorgio Balìatrio, Padalino