Panariello: «Il mio rifugio è un mulino a vento»

Panariello: «Il mio rifugio è un mulino a vento» ATEATRO INTERPRETA «IL BORGHESE GENTILUOMO» DI MOLIÈRE Panariello: «Il mio rifugio è un mulino a vento» Il conduttore toscano tra una rappresentazione e l'altra vive nella campagna di Prato assieme alla fidanzata Elena. A ottobre tornerà in tv su Raiuno il sabato sera. «Ma non definitemi un attore per caso» Simonetta Robiony ROMA Come da titolo anche quest'anno, a ottobre su Raiuno, toma sabato Panariello e la Lotteria Italia. Una promessa per i molti che l'hanno seguito due stagioni fa facendogli vincere la sfida degli ascolti, una minaccia per gli altri, pochi, che l'hanno accusato di scemenza, volgarità, banalizzazione. Nel frattempo, in questo lungo anno sabbatico lontano dalla tv, Panariello s'è rinfrescato con Molière portando in giro per l'Italia «Il boi-ghese gentiluomo» con la regia di Giampiero Solari, suo collaboratore fisso, e la collaborazione in scena di Tosca d'Aquino, la sua donna del palcoscenico. Successo di pubblico, ed era scontato. Ma anche successo di critica, e questo non lo era affatto. Fino alla fine del mese, Panariello farà avanti e indietro per la Sicilia, poi a giugno sarà a Roma al Quirino, teatro classico tra i classici, davanti a spettatori dal palato sofisticato. «Mi aspettavo le solite critiche cattive nei confronti del comico televisivo che si mette a fare Molière approfittando della sua popolarità, invece non mi hanno sparato addosso, anzi, mi hanno perfino fatto i complimenti». Toscano diventato di moda insieme ai toscani Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni, l'infanzia passata a Viareggio con i nonni materni ma la casa presa a Prato con quella che da dodici anni è la sua compagna, molti spettacoli in piazza prima di arrivare in televisione, Giorgio Panariello deve la sua fama a una galleria di personaggi minori presi dalle strade della provincia; il bagnino d'altri tempi, il bambino scemo, la signora che sa tutto lei, il pr di una discoteca, un impresario che non si ferma davanti a niente. Su questi ha costruito i suoi spettacoli, il film «Bagnomaria» con la Arcuri a fare la «bombolonara», i varietà televisivi che l'hanno lanciato, e adesso perfino il suo Monsieur Jourdain di Molière. E non vuole cambiare. Che cosa le ha dato la frequentazione di Molière? «La consapevolezza cheposso misurarmi con la prosa. Credevo di essere un battitore libero, ho capito di poter fare l'attore». Chi l'ha convinta a tentare Molière? «Giampiero Solari che mi segue dai tempi di "Boati di silenzio". Cinque, sei anni fa, vedendomi provare uno dei miei personaggini, gli venne in mente che avrei potuto fare Molière. Il momento giusto, però, è arrivato solo quest'anno perché dovevo svelenirmi da un eccesso di tv». Difficile fare il teatro classico? «Sembra curioso ma c'ho messo un momento a entrare nei panni di Monsieur Jourdain, questo boi^hesotto che aspirerebbe a diventare nobile. Ero stupito anch'io». Ha mai incontrato la signora Franca Ciampi che definì la sua tv «una tv deficiente»? «Mai. Però, più tardi, mi ha fatto sapere che non ce l'aveva con me, un toscano come suo marito il presidente, ma con la televisione nel suo insieme. Furono i giornali a pensare a me perché in quel momento ero un simbolo». Era un giudizio che bruciava? «Vero. Mi ha fatto rabbia. Poi c'ho ragionato sopra e ho capito che posso fare il mio lavoro senza usare espressioni e ammiccamenti da cabarettaro. Agli espedienti e ai mezzucci, oggi, posso rinunciare». Come l'ha cambiata il successo? «È arrivato troppo tardi per cambiarmi. Non ero un ragazzino, la gavetta era stata lunga, avevo già un altro cervello. Il successo mi ha fatto capire che averlo mi piace e che farò di tutto per mantenerlo spiazzando ogni volta, un poco, il mio pubblico». Si, ma qualcosa con i soldi guadagnati si sarà pure regalato: una villa con piscina, un'auto da corsa, una bionda mozzafiato. «Ho comprato a Prato un vecchio mulino ristrutturato dove sto con la mia compagna, il prato e due cani. Era una buona occasione». Lei che non ha fatto l'Accademia si considera un attore per caso? «Nient'affatto. Fin da quando ero piccolo il mio sogno era quello di esibirmi. A sei, sette anni, a Viareggio, mi chiudevo al bagno e mi intervistavo davanti allo specchio. Fingevo di essere un famoso disc-jockey. E a scuola, alle elementari, quando la maestra spiegava, riempivo fogli con la mia firma per esercitarmi a rilasciare autografi. Avevo talmente voglia di piacere agli altri che, finite le medie, i professori mi consigliarono di frequentare la scuola alberghiera per stare a contatto col pubblico». E i suoi genitori che dicevano? «Ho avuto genitori separati e distratti. Sono cresciuto con i nonni». Perché ha scelto di restarsene a Prato, oggi che potrebbe comprarsi uno splendido appartamento a Roma? «A Prato viveva Elena, la compagna che mi sopporta da tanti anni e a Prato sono andato a stare io. Il mio lavoro, poi, mi porta a spostarmi continuamente: non ho bisogno di stare a Roma. Del resto, anche quando farò la Lotteria di Capodanno, me ne andrò in giro per l'Italia nei teatri di provincia. L'emozione che mi offre chi passa la notte in automobile pur di trovare unbiglietto per lo spettaco¬ lo non me la dà nessun altro». Che vantaggi trova un attore di professione in im piccolo centro? «Quello di frequentare gente normale che mi fornisce gli spunti necessari per i miei spettacoli. A Roma vedo solo quelli della tv che parlano di-tv». Ha tempo per fare altro? «Leggo molti libri gialli, da Ken Follett a Camilleri e vedo molti film, magari in cassetta, ma li vedo». Quello che l'è piaciuto di più? «Ho amato molto il film di Michele Placido su Sibilla Aleramo e Dino Campana, con la Morante e Accorsi. Sono un romantico: credo alla follia d'amore». Quest'autunno contro la Lotteria su Raiuno ci sarà Maria De Filippi su Canale 5: teme il confronto? «Sono amico di Maurizio Costanzo e di Maria: ci vediamo q cena ie ci siamo parlati. Non dico che firmeremo la "pax televisiva"; ina ci piacerebbe che i nostri programmi fossero meno lunghi, più concentrati, più densi, senza bisogno di ricorrere ai trucchetti che invece servono se vai avanti ogni sabato per quattro ore». Lo compra il biglietto della Lotteria, lei? «Lo faccio comprare per la mia compagna. Io no, non entro a comprarlo perché mi vergognerei come un ladro a prendere una cosa di cui faccio la pubblicità». «Amo recitare. Da piccolo mi esibivo allo specchio Come presentatore adoro il contatto col pubblico Mi commuove sapere che hanno dormito in auto per trovare i posti Non temo la concorrenza ma alla De Filippi direi accorciamo i tempi» Giorgio Panariello in autunno sarà protagonista del sabato sera tv con la nuova trasmissione legata alla Lotteria Italia