Schroeder corteggia Powell a Berlino «Via al più presto le sanzioni all'Iraq» di Maurizio Molinari

Schroeder corteggia Powell a Berlino «Via al più presto le sanzioni all'Iraq» LA GERMANIA CERCA IL DISGELO MENTRE GLI USA PRESENTANO UNA NUOVA BOZZA DI RISOLUZIONE ONU Schroeder corteggia Powell a Berlino «Via al più presto le sanzioni all'Iraq» Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Gli Stati Uniti hanno presentato all'Orni un nuovo testo di risoluzione sull'Iraq con emendamenti tesi ad ottenere un voto unanime la prossima settimana sull'abolizione delle sanzioni ma Mosca, Perigi e Pechino li ritengono insufficienti mentre Berlino appare più disponibile. Sul Consiglio di Sicurezza delle Nazioni incombe un nuovo scontro sull'Iraq. John Negroponte, ambasciatore Usa, ha presentato ieri il testo corretto: 25 le modifiche apportate «su richiesta di altri Paesi», tese in primo luogo a rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite. Ma le reazioni da parte di altri membri permanenti sono state assai fredde. Il viceministro degli Esteri russo, Jurij Fedotov, dopo aver avuto un colloquio con il suo collega cinese ha fatto sapere che i due Paesi ritengono che vi sia bisogno di «modifiche serie» soprattutto «sul superamento delle sanzioni» e «sul passaggio di poteri ad un nuovo governo legittimo iracheno». Da Parigi il ministro degli Esteri francese, Dominique de Villepin, ha parlato in chiara sintonia con Mosca e Pechino: «Questo tosto presentato può essere chiaramente migliorato». Le uniche notizie positive per la Gasa Bianca sono arrivate ieri da Berlino, dove il Segretario di Stato, Colin Powell, ha ottenuto dal cancelliere tedesco Gerhard Schroeder una esplicita dichiarazione contro le sanzioni: «Non hanno più alcun senso e devono essere rimosse il prima possibile». Powell ha visto a lungo il collega Joshka Fischer e si è detto a favore di un «superamento delle tensioni e dei disaccordi avuti nel recente passato». Il tentativo di Washington è di impedire che si ricostituisca dentro il Consiglio di Sicurezza contro l'abolizione delle sanzioni il fronte del no alla guerra (Francia, Russia, Germania e Cina). Sempre a tal fine il presidente americano, George Bush, ha telefonato al capo del Cremlino, Vladimir Putin, discutendo di «partnership strategica» e «comune lotta al terrorismo». L'offensiva diplomatica americana si svolge nel segno di un dichiarato «ottimismo» sulla possibilità di ottenere una approvazione della risoluzione air«unanimità» ma dietro le obiezioni sollevate da Mosca, Pechino e Parigi c'è un dissenso di fondo: queste tre capitali sono favorevoli solo a «sospendere» le sanzioni, rinviandone l'abolizione alla certificazione da parte degli ispettori Onu che l'Iraq «non è più in possesso di armi di distruzione di massa». Powell è consapevole dell' ostacolo e media: «Nell'ambito del negoziato considereremo l'idea della sospensione, e vedremo se avrà un senso, ma la nostra preferenza è per arriva¬ re ad una abolizione totale». Dietro il duetto diplomatico ci sono le tensioni ereditate dalla battaglia all'Orni sull'Iraq. L'ambasciatore francese a Washmgton, Jean-David Levitte, ha scritto una lettera all'amministrazione Bush ed al Congresso lamentando il ripetersi di episodi di «francofobia» negli Stati Uniti (mossa analoga è stata fatta a Londra) indicando in funzionari del governo le fonti responsabili di diffondere sui media «notizie false che sporcano l'immagine della Francia» come sarebbero quelle relative alla vendita di armi all'Iraq e della consegna di passaporti europei a gerarchi del regime in fuga. Bush ha voluto far sapere di persona al presidente cristianodemocratico dell'Assia, Roland Koch, che non ha dimenticato la dura opposizione di Schroeder alla guerra, a partire dalla cam: pagna elettorale dello scorso anno. Koch era in visita alla Casa Bianca e stava parlando con Dick Cheney quando Bush è entrato nell'ufficio del vicepresidente per «un breve incontro» la cui valenza polemica non è sfuggita a Schroeder che però, impegnato nella visita di Powell, ha scelto un basso profilo sulla vicenda. E' stato però Koch (da molti considerato leader in ascesa nella Cdu) a sottolineare il messaggio ricevuto: «L'arrivo di Powell a Berlino è stato un passo avanti di Bush verso la riconciliazione adesso è opportuno che Schroeder ricambi non ponendo oscatoli all'approvazione della risoluzione sulla revoca delle sanzioni all'Iraq». Washington preme per l'abolizione delle sanzioni al fine di creare una cornice di legalità Onu che consenta la ripresa degli scambi commerciali con l'Iraq, vitali per la ricostruzione del Paese dopo la guerra. La stretta di mani, ieri a Berlino, fra il segretario di Stato americano Colin Powell e il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder