Anziani spostati da una clinica all'altra per incassare la tariffa piena dell'AsI

Anziani spostati da una clinica all'altra per incassare la tariffa piena dell'AsI RINVIATO IL PROCESSO A UN PROPRIETARIO DI CASE DI CURA CONVENZIONATE Anziani spostati da una clinica all'altra per incassare la tariffa piena dell'AsI CU anziani che finiscono per anni in ospedale, «lungodegenti» secondo la definizione del gergo sanitario che nasconde una piaga sociale sempre più acuta: un'inchiesta del pm Enrico Arnaldi di Balme e dei Nas ha evidenziato come, per incassare sempre la tariffa piena corrisposta dalle Asl (minimo 224 mila lire nel 1999, il periodo cui risalgono gli accertamenti) centinaia di anziani venivano spostati come pacchi da una casa di cura convenzianata all'altra dello stesso proprietario (Pietro Camerlengo) o rimandati in ospedale o a casa per essere riaccolti pochi giorni dopo alla «Bernini» (ora chiusa e oggetto di una procedura fallimentare) di Salvatore Verducci. Ieri apertura del processo e primo colpo di scena: proprio a Verducci non era stata notificata la fissazione dell'udienza preliminare; la prima sezione penale del tribunale (presidente Mario Bellone) ne ha preso atto e ha rinvia¬ to l'imputato davanti al gup. Per i restanti 15 (Camerlengo, direttori sanitari e primari di Villa Iris e Villa Papa Giovanni XXIII di Pianezza, di Villa Adriana di Arignano e della stessa casa di cura Bernini di corso Francia) il dibattimento è stato aggiornato a metà ottobre. Il motivo è sempre legato alla svista compiuta nei confronti di Verducci: attenderne il rinvio a giudizio e riunificare un'altra volta i due fascicoh. I giudici hanno accolto la richiesta del pm: «Riterrei estremamente opportuno aspettare e riunire i due procedimenti». Nessuna opposizione da parte dei numerosi difensori. Il reato di abuso si prescrive in sette anni e mezzo. Verducci, per la verità, risponde anche di falso: qualche volta alla Bernini le dimissioni dei pazienti erano solo virtuali. Il danno per gli enti pubbhci è stato calcolato dall'accusa nell'ordine di 4 miliardi di vecchie lire e si è reahzzato tutto nell'aggiramento delle disposizioni regionali per i ricoveri oltre i 60 giorni di degenza, disincentivati con la corresponsione alle case di cura convenzionate di ima tariffa ridotta del 40 per cento. In aula, a fianco dei numerosi difensori (Ventrini, Badellino, Lozzi, Grabbi, Negri, Maionchi, Tosi, Moda, Lo Greco e Lamacchia) degli imputati si sono schierati i legali (Papotti, Gamba, Carapelle, Fomas, Gastini) di parte civile: 14 Asl, la Regione Piemonte e l'Ulces. Sulla presenza attiva al processo dell'Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale sono state sollevate le prime eccezioni. Respinte dai giudici perché «l'Ulces è impegnata a lottare contro ogni forma di emarginazione sociale e abuso in particolare nei confronti di minori e di anziani lungodegenti. Le indagini preliminari erano state precedute da un'ampia attività di segnalazione alle istituzioni e di denuncia sociale svolta dall'associazione di volontariato».

Luoghi citati: Arignano, Balme, Pianezza, Piemonte