lesercito algerino lìbera 17 turisti scomparsi di Francesca Sforza

lesercito algerino lìbera 17 turisti scomparsi VICINO A TAMANRASSET: SONO SEI TEDESCHI, DIECI AUSTRIACI E UNO SVEDESE. UCCISI NOVE SEQUESTRATORI lesercito algerino lìbera 17 turisti scomparsi Prigionieri di un gruppo integralista, si teme per la sorte degli altri quindici Francesca Sforza cortispondente da BERLINO Un blitz armato delle forze di sicurezza algerine ha interrotto la notte scorsa, dopo oltre due mesi di interrogativi e silenzi, la prigionia di alcuni dei turisti europei scomparsi tra il 21 febbraio e il 22 marzo scorso. Diciassette delle trentadue persone di cui si erano perse le tracce - sei tedeschi, 10 austriaci e uno svedese - hanno finalmente fatto ritorno a casa. «L'incubo è finito - ha detto ieri Claudia Hanel, la sorella di uno dei turisti - ogni giorno in attesa di un segnale, di una telefonata, di una lettera. Oggi sono felice». Secondo informazioni del Comando generale algerino, gli ostaggi si trovavano nelle mani degli islamici del Gspc, il Gruppo salafista per la predicazione e il combattimento guidato da Hassan Hattab, che l'agenzia di stato Aps definisce «molto vicino ad Al Qaeda». Nove terroristi sarebbero stati uccisi dalle milizie del presidente Bouteflika, mentre sul destino degli altri 15 ostaggi è buio fitto. Decisivo, per la liberazione dei turisti, sembra essere stato l'intervento del ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer, che due giorni fa è andato ad Algeri per parlare direttamente con il presidente Bouteflika. Ma un portavoce del ministero ha riconosciuto che «l'operazione è riuscita solo in parte» e che finché tutti gli altri ostaggi non saranno rientrati a casa «non ci si potrà lasciare andare all'ottimismo». Sulla sorte dei 32 europei scomparsi nel triangolo di sabbia compreso tra Hassi-Messaoud, Illizi e Bordj Omar Driss, nel cuore del deserto algerino, si erano rincorse le voci più diverse: rapiti da bande armate legate ad Al Oaeda, sequestrati in attesa che le famiglie pagassero un riscatto, trasferiti a forza in imprecisate località del vicino Mali per depistare le autorità algerine, uccisi da banditi per cui la vita umana vale molto meno di una moto o di una tanica d'acqua. Oggi le autorità algerine confermano la matrice islamica del sequestro, ma sono ancora molti gli interrogativi da sciogliere. Perché Bouteflika ha rifiutato l'aiuto di Gerhard Schroeder, disposto a mandare sul campo soldati ed esperti tedeschi? Perché il compito di perlustrare un deserto grande quanto tutta la Francia è stato affidato a un migliaio scarso di miliziani, mentre la promessa era di impiegarne almeno cinquemila? L'impressione, inoltre, è che le autorità algerine sapessero da tempo dove si trovavano gli ostaggi. L'operazione di liberazione è avvenuta nella zona montuosa a Nord di Tamanrasset, 1900 chilometri a Sud di Algeri; secondo il quotidiano «El Watan» gli ostaggi mancanti si troverebbero invece nel ■ massiccio di Tamelrik, 150 chilometri a Nord di Illizi. Che ne sarà di loro? Inutile nasconderlo, le loro vite sono da ieri in pericolo più di prima. «Sarebbe stato meglio che la notizia della prima liberazione non fosse circolata ha osservato un portavoce del ministero degli Esteri svizzero Adesso sarà tutto più difficile». «I turisti sono ostaggi due volte - aveva insinuato qualche giorno fa Medil, una radio di Tangeri - dei loro sequestratori e di un conflitto di potere algero-algerino». Le Presidenziali sono nel 2004 e il Paese è avvelenato dalla crescente criminalità, spesso strumentalizzata dai servizi segreti. Dall'inizio dell'anno ci sono stati in Algeria circa 500 omicidi; solo nel mese di aprile sono morte oltre cento persone, tra miliziani e membri di bande islamiche armate. Gli ultimi due soldati sono saltati in aria per una bomba a mano lanciata da un punto imprecisato del deserto; pochi giorni fa è stata scoperta a Est di Algeri una fossa comune con 40 corpi in avanzato stato di decomposizione, e secondo le autorità algerine «chissà quante altre ce ne sono nei dintorni». Questa è l'Algeria oggi. Tutto, tranne che imparadiso delle vacanze.

Persone citate: Bordj Omar Driss, Bouteflika, Claudia Hanel, Gerhard Schroeder, Hassan Hattab, Hassi-messaoud, Joschka Fischer

Luoghi citati: Algeri, Algeria, Berlino, Francia, Mali, Tangeri