«Sull'Alta Velocità la Francia non può tradirci» di Gianni Bisio

«Sull'Alta Velocità la Francia non può tradirci» DOPO LE DURE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO GILLES DE ROBIEN SULLA TORINO-LIONE «Sull'Alta Velocità la Francia non può tradirci» Ghigo, Chiamparino e Bresso oggi a Parigi Gianni Bisio La Francia, con le dure dichiarazioni del ministro dei Trasporti Gilles de Robien, fa un passo indietro sulla linea ad alta capacità Torino-Lione e mette in discussione l'urgenza di quel «corridoio 5», Lisbona-Kiev, che è asse fondamentale dei collegamenti EstOvest e della cucitura dell'Italia all'Europa. Quello di de Robien non è proprio un «no», ma un «non adesso», posizione che qualcuno aveva già intuito, analizzando i 13 articoli dell'accordo fra i due governi italiano e francese firmato il 29 gennaio 2001 nel Palazzo Reale di Torino dai due ministri Pier Luigi Bersani e Jean Claude Gaissot: nelle 10 pagine non c'era una data, né d'inizio né di fine dei lavori. E questo accordo è l'unico ratificato da entrambi i parlamenti, perché quello del vertice di Perigueux (27 novembre 2001), che fissava per il 2012 l'apertura Iflel collegamento, è stato approvato solo dai governi. Oggi a Parigi, in una conferenza stampa, u presidente della Regione, Enzo Ghigo, quello della Provincia, Mercedes Bresso, e il sindaco, Sergio Chiamparino, cerqhgpnno.di spiegare i francesi il rischio distruttivo del rinviò al'-2015 deliin partenza per la ToijnorLióne. fedo a Parigi dice Ghigo -perribadire ancora' una volta, coni il sostegno del governo italiano e dell'Unione Europea l'assoluta priorità della linea ad alta capiacità Torino-Lione. Ritengo, che il parlamento francese non possa tradire gh impegni presi e chiamarsi fuori dalle indicazioni strategiche dell' Europa. Spostare la data di realizzazione della tratta può vuol dire decretare una lenta agonia fino al definitivo abbandono. Confido inoltre nel ruolo del nostro premier Silvio Berlusconi che ha ribadito in più di un occasione l'impegno del Governo a portare avanti il progetto di questo "ponte verso l'Europa" fondamentale per lo sviluppo economico del Piemonte e dell'Italia. La presidente Bresso critica il ministro francese: «De Robien sembra trascurare non soltanto le relazioni con l'Italia, ma gli stessi interessi del Mezzogiomo francese. La sua è una visione delle reti dei trasporti che non può dirsi europea. Solo così si spiega una decisione che taglia fuori la Spagna dai rapporti con l'Est europeo, marginalizza importanti regioni francesi e condanna le Alpi occidentali a soffo- care nel cemento e nel traffico su gomma. Se non si mette mano rapidamente alla progettazione e alla costruzione del tunnel ferroviario, saranno infatti inevitabili nuovi interventi sui collegamenti stradali e autostradah, con conseguenze catastrofiche per l'ecosistema alpino». . Il sindaco Chiamparino ammette di aver «subodorato» la posizione di Parigi: «Ma dobbiamo ricordare ai francesi, che ragionano in una logica naziona- le, che questo collegamento non può essere valutato soltanto in un'ottica binazionale e ancora meno o interregionale, ma come una grande opera continentale. Penso sempre di più che il vero strumento chu abbiamo è la presidenza dell'Unione europea, che possa influire sul governo francese per adeguarsi alle priorità, e non viceversa, anche nel campo dei trasporti». Sergio Pininfarina, rappresentante del Governo italiano nella commissione intergovernativa, uno dei primi fautori dell'Alta capacità, ritiene «del tutto inaccettabile» la posizione di de Robien: «Non è pensabile che, unilateralmente, un ministro con patti firmati nel 2001 per completare la linea nel 2015 e poi ribaditi per anticiparla al 2013, scopra d'un colpo che è cara e che non è strategica. E innanzi tutto contrario ai patti, inaccettabile sia dal governo sia dalla commissione intergovernativa. Nutro fiducia che sia solo un'iniziativa di de Robien, non confermata dal governo». Il presidente della Camera di commercio, Giuseppe Pichetto, parla di «antieuropeismo» e, forse, di «code derivate dalla competizione intemazionale». Ma ricorda che comunque l'opera «non è un egoismo di Torino e di Lione» ma un'infrastruttura indispensabile: «C'è posto anche per il corridoio di Strasburgo, più a Nord. La retromarcia francese è un segnale antieuropeo ed è incredibile proprio nel momento in cui tutta l'Italia è convinta dell'importanza del corridoio 5». «II Parlamento transalpino non deve ignorare gli impegni presi e chiamarsi fuori dalle indicazioni strategiche rispetto a tutta l'Europa» Per Sergio Pininfarina «non è pensabile che con patti firmati due anni fa venga scoperto tutto d'un colpo che la linea è cara e non è strategica» •^ Per l'alta velocità Italia-Francia i tempi rischiano di allungarsi