Parigi paralizzata dalla protesta di Cesare Martinetti

Parigi paralizzata dalla protesta PRIMO GRANDE SCIOPERO CONTRO ^ESECUTIVO, OGGiPOSSIBllÈ RADDOPPIO Parigi paralizzata dalla protesta Raffarin: la riforma varata prima defl'estate Cesare Martinetti corrispondente da PARIGI IL fantasma del grande movimento sociale che sette anni fa mise fine all'ultimo govemo della destra francese di Alain Juppé aprendo le porte a cinque anni di sinistra è riapparso ieri sulle strade di Parigi e di tutte le altre città francesi. Il primo ministro Jean-Pierre Raffarin ripete: «La piazza ha il diritto di esprimersi, ma non è la piazza che govema». Il ministro del lavoro Frangois Fillon domani riceve i sindacati, si dice pronto al dialogo, ma avverte: «No ci fermeremo a metà, la riforma sarà pronta prima dell'estate». Dunque si va avanti: secondo quanto promesso (e «minacciato») da Chirac la riforma delle pensioni sarà fatta. Però la dimostrazione di forza fatta ieri dai sindacati dimostra che la strada non sarà in discesa per il govemo. Parigi sembrava ieri una città svuotata: fermi bus e metropolitane, traffico al minimo, uffici chiusi, servizi inesistenti, il 80 per cento dei voli cancellati nei due aeroporti della capitale, ospedali ridotti alle sole «urgenze», 70 per cento di insegnanti in sciopero, molte scuole chiuse. Nel pomeriggio una grande manifestazione (200 mila persone) ha attraversato la città. In tutta la Francia, più o meno, hanno manifestato ieri due milioni di persone. E non è finita perché ieri sera alla Ratp, l'azienda che gestisce i trasporti urbani di Parigi, si discuteva se continuare oggi la protesta. La Cgt (il sindacato più vicino al partito comunista) ha invitato i suoi iscritti a scioperare anche oggi' E' il primo grande sciopero contro il govemo Raffarin, è stata la più grande manifestazione Centinaia di mi sindacale dopo quelle «storiche» che si ebbero durante il governo Juppé. Si apre cosi' una stagione di confronto sociale dopo un anno di attesa. Succede in Francia, ma nei giomi scorsi c'è stato il grande sciopero austriaco e in Germania il cancelliere Gerhard Schroeder è ormai alla sfida diretta con i sindacati. L'Europa sociale sussulta e mette alla prova i govemi. Jean-Pierre Raffarin lanciando la riforma delle pensioni ha cercato di evitare i toni esacerbati con i quali Alain Juppé aveva sfidato i sindacati nel '95. Tuttavia il primo ministro è stato molto fermo nella sostanza: «Siamo aperti al dialogo ma sia chiaro dividere o di Parigi che non è un mercato. Se voghamo salvare il nostro sistema sociale, dobbiamo riformare le pensioni. Senon ci sarà riforma, le pensioni andranno in fallimento». Per il sistema francese, dove il servizio pubblico ha ima dimensione e un molo molto importante, toccare le pensioni significa mettere le mani nella società. Il rischio politico è enorme. Per questo il ministro del Lavoro Fillon ha in realtà cercato di sindacati dichiarando che i regimi «particolari» per il momento non rientrano nella riforma. Tra i regimi speciah ci sono quelli quelli degli elettrici (in Francia l'elettricità è tuttora pubblica), dei ferrovieri e dei dipendenti della Ratp. Fillon sperava così che itrasporti sarebbero stati risparmiati dagli scioperi in modo da attenuare l'impatto della protesta. Non è stato così, anzi gli «cheminots» sono stati in prima fila. La riforma Fillon prevede, in sintesi, di equiparare pubblico e privato. Attualmente i funzionari pubblici pagano contributi per 37 anni e mezzo, mentre i dipendenti delle aziende private sono a 40 anni. Dal 2008 sarà per tutti uguale; ma dal 2012 si dovrà arrivare a 41 anni e nel 2020 a 42. Per ora si va in pensione a 60 anni, ma l'età sarà elevata a 65, con incentivi per chi anticiperà la riforma e disincentivi per chi vuol mantenere la sua pensione a 60 anni. A regime il govemo promette che il livello di pensioni sarà di due terzi del salario di riferimento; del 75 per cento per chi ha il salario minimo. In sintesi la riforma è stata letta così: lavorare di più per guadagnare di meno. Nei sondaggi la maggioranza dei francesi si dice disponibile a pensioni più basse, pur di lasciare il lavoro a 60 armi. Scuole chiuse, r80oZo dei voli cancellati, ospedali semideserti II primo ministro: «Noi puntiamo solo a salvare il sistema» Centinaia di migliaia di persone hanno sfilato per il centro di Parigi

Persone citate: Alain Juppé, Chirac, Fillon, Gerhard Schroeder