In gita scolastica alla riscoperta della passione

In gita scolastica alla riscoperta della passione IL REGISTRO In gita scolastica alla riscoperta della passione Venerdì sera siamo tutti sul pullman, di ritorno dalla gita scolastica: tanto si è spumeggianti alla partenza anche quando è fissata alle sei del mattino, quanto si è mogi, silenziosi e sonnecchiami durante il rientro. Sarà la stanchezza dopo le marce forzate per beccare tutti i musei ed i monumenti inseriti in programma, sarà che si patiscono le notti insonni (attacchi di logorrea prendono almeno un ragazzo per camera, cosicché nessuno finisce per dormire mai), sarà che c'è un pizzico di tristezza, per la serie tutto passa e se ne va, sarà che hai appena finito di vedere per la sesta volta «Il Gladiatore», puntualmente beccato anche dal videotape a bordo del pullman granturismo con frigobar analcolico e toilette (rigorosamente chiusa, quando a viaggiare sono scolari: gli autisti temono sempre le riducano uno scempio; chissà per quale ragione poi, anche perché la loro nota incontinenza giovanile si manifesta solo durante le ore dilezione). Avvilito e depresso, un allievo più meditabondo che mai, improvvisamente mi chiede: «Prof, ma perché le è venuto in mente di insegnare?». Bella domanda. Fondamentalmente perché mi piace e molto, mi viene da rispondere d'istinto. «Ma cosa l'attrae tanto?», mi incalza. Ci penso un attimo su ed è la rinnovata, freschissima esperienza di una settimana di gita scolastica che mi viene in aiuto. Una settimana in cui, con gli allievi, si vive più intensamente la condivisione di esperienze che vanno ben al di là del puro e semplice esercizio didattico costituito dalla lezione frontale tradizionale. Condividere l'entusiasmo e il piacere del sapere, della conoscenza delle cose, e scoprire che fuori dall'aula, anche chi ti era apparso meno attento e propenso allo studio, ha degli interessi, spesso profondi e quindi lo si può coinvolgere ed entusiasmare, è quanto basta a fare di questo un mestiere entusiasmante. m.low@libero.it