Pera: «Bisogna abbassare i toni della polemica»

Pera: «Bisogna abbassare i toni della polemica» L'INVITO DEL PRESIDENTE DEL SENATO Al DUE SCHIERAMENTI IMPEGNATI IN UNA BATTAGLIA ELETTORALE SENZA ESCLUSIONE DI COLPI Pera: «Bisogna abbassare i toni della polemica» L'Ulivo sceglie la linea dura: «È il Cavaliere a rendere l'atmosfera infuocata» Maria Teresa Meli ROMA Marcello Pera rivolge un appello a maggioranza e opposizione perchè «abbassino i toni e usino quelli giusti». «Vi sono problemi reali e concreti - afferma il presidente del Senato in un'intervista al Tg3 - che possono essere risolti solo se i rapporti tra maggioranza e opposizione sono rispettosi e corrotti. Se invece usiamo questo o quel problema come un'arma politica di una coalizione contro l'altra e viceversa i ritardi si accumulano e la situazione sarà sempre più difficile». Ma l'invito di Pera alla moderazione sembra cadere nel vuoto. Centrodestra e centrosini¬ stra hanno ormai ingaggiato una battaglia elettorale senza esclusione di colpi. E perciò ogni schieramento ritorce contro l'altro l'appello del presidente del Senato. Secondo il vicepremier Gianfranco Fini «se l'opposizione continua a pensare di dover alzare 1 toni sempre e comunque, un po' perchè ci sono le amministrative, un po' nel tentativo di dare un'impossibile spallata al governo, non si rasserena il clima e non si fanno passi avanti». A giudizio del segretario ds Piero Fassino, invece, è Berlusconi che «delira» e che mescola giustizia e politica creando un «clima di rissa quaotidiana». Dello stesso avviso del leader della Quercia è Francesco Rutelli. E il presidente della Margherita avverte: «Ostacoleremo l'immunità con tutti i mezzi: "no" al lasciapassare per il premier». Il segretario dello sdi Enrico Boselli commenta positivamente l'appello di Pera, ma poi aggiunge che è il Cavaliere a rendere «l'atmosfera infuocata». Dall'altra parte della barricata, Maurizio Gasparri sottolinea che «è vero che c'è tanta gente che deve abbassare i toni», però sono quelli «che applaudono nei tribunali le sentenze» o gli esponenti di magistratura democratica. Insomma, non è proprio aria di appelli alla moderazione. Non quando il centrodestra accusa l'opposizione di volere il Fini: «Se l'opposizione continua a pensare di dover alzare la voce sempre e comunque, un po' nel tentativo di dare un'impossibile spallata al governo, non si rasserena il clima e non si fanno passi avanti» ribaltone giudiziario o quando il coordinatore dell'esecutivo della Margherita afferma che con Berlusconi «la democrazia è in pericolo». Dichiarazione, questa, che viene sottoscritta anche dal leader di quel partito, Rutelli, secondo il quale «le azioni del premier stanno cambiando il volto della democrazia italiana». Appare quindi vana la speranza di Clemente Mastella, il quale auspica che «l'appello di Pera non cada nel vuoto». La tensione, semmai, sembra destinata ad aumentare di giorno in giorno. La Casa delle Libertà - sebbene i timidi tentativi dell'Udo di moderare i toni della polemica e lo sforzo di An di arginare il ripristino dell'immunità parlamentare - intende andare avanti sul solco tracciato dal Cavaliere («Avanti con il lodo Maccanico», incita il ministro Rocco Buttiglione), e il centrosinistra opta per la linea dura, la stessa che domani porterà in piazza, a protestare contro Berlusconi, i girotondini ma anche tanti esponenti dell'Ulivo. Eppure, al di là del reciproco scambio di accuse e delle invettive, centrosinistra e centrodestra sanno che la partita sulla giustizia non si gioca in questi giorni. L'appuntamento è per dopo le elezioni. Quando si affronterà la norma, voluta dalla Cdl, che prevede la sospensione dei processi per le alte cariche dello Stato. L'Ulivo è preoccupato perchè sa che se vi sarà il benestare del Quirinale a una simile modifica non potrà mettersi contro Ciampi. E quel benestare, in molti colloqui di questi ultimi giorni tra i leader dell'opposizione, viene dato per scontato. E' chiaro che l'Ulivo non potrà votare quella proposta, ma se dal Colle verrà chiesto di non alzare le barricate sarà difficile rispondere con un «no» secco. Anche da queste valutazioni e da un colloquio con il presidente della Margherita Francesco Rutelli nasce la proposta di Cossiga di sospendere il processo nei confronti di Berlusconi solo per la durata del semestre europeo. Fassino, però, boccia questa ipotesi in nome dell'autonomia dei magistrati.

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