Il gladiatore Mantilla è re di Roma di S. Seni.

Il gladiatore Mantilla è re di Roma TENNIS, FEDERERKO Il gladiatore Mantilla è re di Roma ROMA Ci si può smarrire dentro il proprio talento, si può morire di abbondanza, ingordi di fantasia? Sì, lo ha fatto ieri Roger Federer, futuro numero uno del mondo nel desiderio di molti, sciupandosi in tre set contro il maratoneta umile Felix Mantilla (7-5, 6-2, 7-6). Roger è uno che fa rabbia veder perdere. Uno che ha battuto Sampras sull'erba, che ha vinto tomai sul cemento, sul veloce, e anche un toraeone come Amburgo sulla terra rossa, l'anno scorso. Quest'anno era atterrato a Roma carico di vittorie, e dopo l'eliminatio precox di Agassi, da numero 5 del mondo, pareva destinato alla vittoria. In semifinale aveva fatto fuori, complice un malanno alla spalla, lo spagnolo più sofisticato, Juan Carlos Ferrerò, dopo aver sudato nei quarti contro il nostro Volandri, la rivelazione del torneo. Ma ieri il fenomeno si è trovato davanti la personalizzazione della bispanidad, Felix Mantilla, 29 anni, da Barcellona: un faticatore. Si era anche fatto crescere la barba, Felix, per assomigliare di più al Massimo Decimo Meridio, il gladiatore ispanico recitato da Russai Crowe. Roger costruiva e scialava - compreso il rovescio in rete con cui ha buttato il set point che lo avrebbe portato al quarto set Felix incassava. Alla fine lo svizzero ha chiuso con un bilancio di appena 3 palle-break sfruttate sulle 17 che si è procurato, e lo spagnolo ha alzato la Coppa. E un antipersonaggio, lo spagnolo: orfano persino ai un contratto per l'abbigliamento, si è fatto premiare indossando una t-shirt ricamata di angioletti raffaelleschi, fresco regalo d'anniversario di Berta, la morosa: «Non ho il talento di un Federer o di un Sampras, e non vado in televisione, non cerco la fama. Però in campo lotto fino alla morte». [s. seni.]

Luoghi citati: Amburgo, Barcellona, Roma