Harakiri ci Novara Scudetto a Perugia

Harakiri ci Novara Scudetto a Perugia VOLLEY: NELLA GARA 4 DELLA FINALE PER IL TITOLO FEMMINILE UNA GRANDE RIMONTA DÀ LA VITTORIA ALLE UMBRE Harakiri ci Novara Scudetto a Perugia Contestato l'arbitraggio ma sono state le piemontesi a gettare l'occasione per arrivare alla «bella»: prima potevano chiudere in tre set, poi hanno perso il tie-break sprecando tre match-ball Roberto Condio Inviato a NOVARA «Se parlo mi danno 25 giornate di squalifica. Stasera ha perso tutta la pallavolo, non soltanto noi», dice Antonio Caserta, il signor Asystel, mentre dall'altra parte del campo Perugia festeggia Ù suo primo scudetto, vinto risalendo da 11-14 a 17-15 nel 5" set di gara 4. Ce l'ha, naturalmente, con gli arbitri. Come pure suor Giovanna Saporiti, la presidentessa-manager. Anche se veste in giacca e pantaloni e non ha la tonaca, il ruolo le vieta di dire ciò che pensa: «Devo essere diplomatica. Però, avete visto tutti...». Escono tra gli insulti e i lanci di tutto un po', i signori Cammera e Coppola, bersaglio della delusione del pubblico novarese, fino a ieri il più corretto e sportivo della pallavolo femminile. Hanno sbagliato abbastanza, in effetti, i due arbitri. Ma è l'Asystel ad aver perso la partita, a dover recitare il «mea culpa»,'un esercizio che per una squadra fondata dalle suore è buona consuetudine. Merito, dunque, alla Despar delle pluricampionesse olimpiche e mondiali Kirillova, Aguero e Francia, della russa Potachova, un armadio di 204 cm, e delle prossime azzurre Gioii e Croce, libero che ieri ha gareggiato in bravura con l'altra mini-giocatrice del match, Paoletta Cardullo, titolare dell'Italia d'oro. Ma, soprattutto, colpa di Novara. Poteva vincere 3-0 e invece ha perso 3-2, nel modo più atroce. Sapendo di aver giocato meglio, sciupando 3 matchball che avrebbero rimandato il verdetto tricolore allo spareggio di mercoledì, in Umbria. L'ha spuntata nel 1" set grazie a tre muri che hanno fruttato il break dal 19-20 al 22-20, ha dominato il 3", ma in mézzo ha gettato via un 20 parziale dove tutto le stava-riuscendo bene Icompresi 3 ace della spavalda 1 Benne Guiggi, altra neo azzurra). Comandava 19-15, con le perugine in ginocchio. Sara Anzanello, una campionessa mondiale, fino a quel momento la' migliore in campo, ha tirato fuori un «rigore». E dal possibile 20-15, Perugia sorniona e mestierante è passata al 21-25 che ha riaperto i giochi. Poi, nella 4a frazione, l'Asystel è andata in tilt dopo due palloni contestatissimi (schiacciate dell'ottima Pirv toccate del muro e invece date «out»), ma nel tie-break è tornata a comandare (11-8, 14-11) fino all'harakiri estremo. Sogno tricolore, dunque, sfumato come l'anno scorso: davanti al pubblico amico, in gara 4. E' cambiata soltanto l'avversaria tornata a casa con lo scudetto: 12 mesi fa Bergamo, ieri Perugia. Scenario identico: un palasport strapieno, 4000 spettatori dichiarati perché di più non si può, una finale che ha avuto più pubblico di quella maschile Treviso-Modena. L'ennesimo successo di un campionato che già nella stagione regolare aveva chiuso con un 4-40,6n7o ai botteghini. Un campionato vinto meritatamente da Perugia, regina già della stagione regolare. Sbollita la rabbia e asciugate le lacrime, Novara non butterà via questa annata: al debutto in Europa ha trionfato in Coppa Cev (l'Uefa del volley) e si è garantita un posto in Champions League. Un exploit se ancora si pensa all'Asystel come alla «squadra delle suore» nata 20 anni fa nell'oratorio di Trecate. Un bottino preventivabile se invece si considera Novara per ciò che è diventata: un club di punta, con budget, organizzazione e ambizioni da prima fascia. Nulla o quasi è più come un tempo. A inizio stagione, l'Asystel per la prima volta ha anche cambiato allenatore in corsa. Pedullà, il tecnico artefice della scalata in Al, aveva deciso di impiegare Anzanel¬ lo nel ruolo di schiacciatrice ricoperto in azzurro. Perla società, invece, il «Grande Puffo» doveva continuare a giocare centrale ed è stata rottura. L'Asystel ha poi scelto il meglio disponibile: Jenny Lang Ping, 42enne cinese che a Modena aveva già conquistato scudetto e Champions. Un fenomeno capace di vincere tutto, in campo e in panchina; un mito che in patria è già stata un francobollo e ha venduto 3 milioni di copie della sua autobiografia. L'allenatrice più brava per guidare una squadra sempre più intemazionale. Già c'erano le cinesi He Qi e Sun Yue e la serba Sekulic, la scorsa estate è tornata l'opposto belga Virginia De Carne, braccio sinistro micidiale ma animo sensibile (ha scritto un libro dedicato all'opera in Ecuador di una suora scomparsa nello scorso ottobre), ed è arrivata la romena Cristina Pirv, pezzo pregiato del mercato reduce dallo scudetto brasiliano vinto col Minas, fidanzata col campione del mondo Giba, prossimo acquisto di Cuneo. Tutte brave, ieri. Non fino in fondo, però. Finale (gara 4): Asystel No-Despar Pg 2-3 (25-22, 21-25, 25-16, 21-25,15-17). Situazione: 1-3, Perugia campione d'Italia. Annata comunque positiva per il club di suor Giovanna che la prossima stagione sarà in Champions League