«La mano della camorra dietro le proteste»

«La mano della camorra dietro le proteste» UN ASSESSORE DENUNCIA: VUOLE FAR COSTRUIRE GLI IMPIANTI DI SMALTIMENTO SUI SUOI TERRENI «La mano della camorra dietro le proteste» imergenza rifiuti in Campania, strade bloccate e cassonetti incendiati Mariela Cirillo NAPOLI Montagne di rifiuti nelle strade, l'esasperazione che diventa rivolta popolare nei paesi dell'emergenza, fiamme nella notte a Napoli con centinaia di cassonetti bruciati. È il dramma che si continua a vivere in tutta la provincia, sommersa da 50 mila tonnellate di sacchetti accumulati da giorni. Ma mentre si cerca affannosamente una via d'uscita e molto ci si attende dall'ordinanza di protezione civile varata per dare più poteri ai prefetti, c'è un altro allarme da fronteggiare: la camorra, denunciano alcuni amministratori, soffia sul fuoco della protesta, alimenta gli incendi che appestano l'aria e cerca di fare soldi sulla pelle dei cittadini. L'assessore alla Nettezza Urbana del Comune di Napoli, Ferdinando Di Mezza, anni trascorsi a difendere la natura con Legambiente, è espUcito: «C'è la camorra che ha tutto l'interesse a creare un clima di grande tensione», dietro i cassonetti incendiati. L'obiettivo è di «non far decollare il nuovo sistema di smaltimento dei rifiuti». E destano preoccupazione gli appelli del sindaco di Ercolano, Luisa Bossa, e del primo cittadino di Caivano, Domenico Semplice, che ieri ha visto il suo paese messo a ferro e fuoco da gruppi di abitanti inferociti. Entrambi chiedono alle istituzioni di «tenere gli occhi bene aperti: la camorra potrebbe aver interesse a risolvere il problema indicando le aree di sua proprietà dove sistemare le ecoballe». Ma è su un'emergenza molto reale che la criminalità potrebbe tentare di trovare il suo tornaconto. Lo smaltimento dei rifiuti è infatti ancora bloccato perchè gli impianti di Cdrdove le immondizie vengono trattate sono saturi: nelle piazzole si accumulano le ecoballe che non si sa dove porta¬ re. Da lunedì dovrebbero cominciare i primi trasferimenti in altre regioni, a cominciare da Emilia Romagna e Puglia, ma si tratta di accordi da perfezionare. A Napoli la raccolta è ripresa in alcune zone, ma la situazione è grave in provincia. Si puntava a portare i rifiuti nell'impianto Cdr di Caivano ma solo in parte visto che quaranta camion sono riusciti a sversare mentre gli altri sono stati bloccati dall'intervento degli abitanti. Sono scoppiati scontri con la polizia, poi la protesta si è trasferita nel centro di Caivano dove cinque persone sono rimaste ferite in maniera non grave e il portone del municipio è stato danneggiato da un incendio. Sono state le donne della zona a guidare la protesta, disseminando di rifiuti le strade della città, creando barricate con cassonetti e fio¬ riere per bloccare l'accesso. A Caivano non vogliono più che ci siano enormi quantità di balle ancora da smaltire e per questo motivo non fanno entrare i camion carichi di rifiuti. Altri tir sono partiti verso Giffoni, nel Salernitano, dove si sono formate code con tempi lunghi per lo sversamento, e verso Paolisi, in provincia di Benevento. Proteste anche a Pianura, alle porte di Napoli, nei pressi del sito di stoccaggio che si trova vicino all'ex discarica Difrabi. Anche qui lo smaltimento è bloccato dalle proteste dei cittadini. A destare preoccupazioni resta il fenomeno, diffuso e ripetutosi per due notti consecutive, degli incendi di cassonetti. La scorsa notte i vigili del fuoco di Napoli hanno dovuto chiedere rinforzi ai colleghi di Benevento e di Salerno che hanno inviato autobotti da ottomila litri d'acqua. A Caivano cinque persone sono rimaste ferite negli scontri con la polizia, danneggiato dalle fiamme il portone del municipio E^ d'immondizia impediscono n transito m una grada di Napon

Persone citate: Domenico Semplice, Ferdinando Di Mezza, Giffoni, Luisa Bossa, Pianura, Salernitano