«Ai magistrati chiediamo efficienza e rapidità»

«Ai magistrati chiediamo efficienza e rapidità» UN GIORNO DA «IMPUTATI» PER INQUIRENTI E GIUDICI: «SIAMO QUI PERCHE' NON CI INTERESSANO I CONSENSI A PRIORI» «Ai magistrati chiediamo efficienza e rapidità» Toghe e società nel dibattito con Rognoni Alberto Caino Cercasi consigli, critìcbe costruttive, si accettano anche giudìzi taglienti: l'accattivante idea della sezione piemontese dell'Associazione nazionale magistrati dì dare la parola agli «altri» - industriali, commercianti, sindacalisti, ricercatori - si è tradotta in un insolito convegno, scoppiettante di spunti di riflessione e conclusosi con procuratore generale, procuratore capo, presidenti di sezioni dì tribunale e corte d'appello ad ascoltare gli sfoghi di cittadini arrabbiati che avevano finalmente l'occasione di stracciare per qualche minuto l'ormai apparente sacralità della toga. Pochi, ma c'erano piuttosto costoro, sparsi nell'immensa aula magna (700 posti) del Palagiustizia, a far risaltare l'assenza dì girotondinì e società civile meno movimentista ma ugualmente schierata prò indipendenza di pm e giudici. Il taglio del convegno non si intonava con il clima da giudizio universale per la giustizia italiana, né Maurizio Laudi, presidente uscente dell'Anm locale, si fa tentare in apertura dei lavori: «Siamo qui per rilanciare la riflessione. Non ci interessano le approvazioni a priori». Sembra di capire che i magistra-, ti, con la loro iniziativa, chiedano alle forze sociali dì indicare le priorità per le riforme. Ed eccole. Parlando da presidente dell'Unione Industriale, Andrea Pininfarina ricorda che «le imprese hanno bisogno di celerità nelle decisioni sulle controversie» e aggiunge che «non si tratta del rapporto con i giudici, ma dei meccanismi giudiziari». Da «cittadino» dice di più: apprezza il modello torinese della magistratura («sobrio, mai sovraesposto»). Sì entra nel vivo, e Gian Antonio Stella, inviato del Corriere, dopo aver letto alcune citazioniperle delle fazioni in lotta (pool di mani pulite e berluscones) osserva come «il giudice Carfi», quello della sentenza di condanna di Previti, «più silenzioso di un muto, è stato sottoposto a un autentico linciaggio». Per concludere: «Mi viene il dubbio che il problema non sìa la sovraesposizione dei magistrati». Vii^inio Rognoni, vicepresidente del Consigho superiore della magistratura e antico ministro de, ammonisce: «Il magistrato non deve cercare il consenso nell'esercizio dell'attività giurisdizionale». Il docente universitario Carlo Guamieri approfondisce: «La formazione del magistrato italiano risente ancora del modello napole- onìco, imperniato sulla separatezza del ruolo dalla società, ma la situazione oggi è più complessa, con inevitabili tensioni fra poteri dello Stato e con ì cittadini diventati utenti, forse clienti, certamente non più sudditi. E' necessario rimettere mano alla questione della selezione dei magistrati in sede dì accesso alla professione, per averne di più preparati e non tanto nel diritto. Con più cultura, più profili disciplinari». Altra priorità: l'efficienza. E poi ancora concretezza. Giuseppe De Maria (presidente Ascom) anetta i problemi con il suo stile: «In base a certe sentenze si ha quasi la sensazione che la vita valga così poco da poterla violare a buon mercato... nei processi sembra emettere più comprensione per gli imputati che non per le vittime... vi sono reati di allarme socia¬ le, come scippo e truffa, che paiono poco considerati. La stessa certezza delle pene, in fase dì esecuzione, è questione non da poco». Aggiunge: «So bene che deve essere il legislatore a dare il la». Per una volta, nessuno parla di conflitto dì interesse, anche in tribunale, per il premier Berlusconi, ma alla fine non si riesce a sfuggire al nodo scorsoio che avvinghia riforme e toghe, processi clamorosi a la routine giudiziaria. E la pazienza dì Laudi non è quella di Giobbe: «Non abbiamo oi^anìzzato questo convegno come forma dì rifiuto del confronto con la polìtica. Anche se colpiscono certe forti incongruenze: il Parlamento che vara ima legge sulle rogatorie intemazionali dai mille vincoli formali; partendo dallo "scandalo" dì magistrati che avevano acquisito in fotocopia documenti bancari, e poi ima commissione bicamerale con gli stessi poteri della magistratura che salta ogni procedura con la motivazione della fretta». Laudi: un dibattito utile per riflettere Pininfarina: a noi serve che le controversie siano risolte con la massima rapidità De Maria: è necessario che certi reati non siano impuniti Sullo sfondo, la bufera che investe i tribunali e il mondo politico Il vice presidente del Csm Virginio Rognoni accolto all'ingresso del convegno da Giancarlo Caselli e Marcello Maddalena