Il Sessantotto di Capanna «Occupo Telelombardia» di Fabio Poletti
Il Sessantotto di Capanna «Occupo Telelombardia» VOLEVA FUMARE IN STUDIO DURANTE UN DIBATTITO Il Sessantotto di Capanna «Occupo Telelombardia» Fabio Poletti MILANO A «Telelombardia» va in onda il déjà-vu. Ospite d'onore Mario Capanna, il più che brizzolato ex leader del Sessantotto milanese, ex parlamentare di Democrazia Proletaria, autore di qualche libro finito in classifica secoli fa - l'ultimo, «Verrò da te», incontro con i ragazzi del movimento, esce proprio in questi giorni - che si è asserragliato per un pomeriggio negli studi dell'emittente di Sandro Parenzo. «Mi dichiaro prigioniero politico di Telelombardia», l'improbabile dichiarazione di Capanna, completo sabbia e camicia azzurrina, stessa barba e uguale verve di tanti anni fa, quando nel nome del Vietnam libero occupava l'università Cattolica. Sono passati 34 anni, la tenacia è la stessa, ma a quanto pare il motivo è un tantino meno nobile: una banale sigaretta con filtro che Mario Capanna avrebbe voluto fumare in studio nei tre minuti della pausa pubblicitaria, durante la registrazione della trasmissione «Orario continuato» condotta da David Parenzo. «Guardi che non si può, è vietato», lo avvisa l'assistente di studio. E lui reagisce, la strattona. «Mi teneva per il braccio... Se l'è presa come fosse una questione personale, la cosa è degenerata, non era mai successo», spiega Irene, 40 chili di assistente di studio, una ragazzina che del Sessantotto al massimo può aver sentito parlare dai genitori. La sigaretta era solo l'inizio. Alla ripresa della regi- Mario Capa «E' stato violato il mio diritto costituzionale voglio una riparazione Inizio l'occupazione» Arriva la polizia, accetta di spostarsi nella reception e rifiuta una trasmissione riparatrice sanata». Non lo dice apertamente, ma si capisce che è pronto a passare la notte in studio. Qualcuno ricorda che tanti anni fa in Rai, rimase tre giorni in un ufficio di corso Sempione. Gli altri ospiti della trasmissione - l'ex sindaco di Milano Marco Formentini, Cristina Muscardini di An e Matteo Salvini della Lega lasciano la sede dell'emittente. Il leghista Salvini è quello con la battuta più tagliente: «Mario Capanna ha dato fuori di matto senza alcuna motivazione. Devono essere i primi effetti del caldo...». Arriva anche la polizia, la chiamano per liberare lo studio occupato dove alle due del pomeriggio è in programma la diretta di una tra¬ smissione sportiva. Capanna esce e «occupa» la reception. Poi chiede due pacchetti di sigarette della sua marra preferita, quella e non altre. Alla polizia, «Tele- lombardia» chiede comunque di non intervenire. Mèglio trattare. Capanna detta le condizioni. E per iniziare vuole rivedere la registrazione del suo intervento. Prende appunti, borbotta, ai dirigenti della televisione ripete la sua sfida: «Questa ferita deve essere sanata». Gli offrono di tornare in diretta alle 20 e 30 alla trasmissione «Prima serata», stesso conduttore, animi si spera più pacati. Ma Capanna preferisce di no. E rimane in corridoio con le sue sigarette e la polizia, a continuare la sua solitaria occupazione. Magari fino alla messa in onda del monoscopio, fine delle tra- Mario Capanna: sono prigioniero di Telelombardia cerca di intervenire nuovamente in trasmissione. «Aveva un atteggiamento provocatorio...», spiega il conduttore, che a quel punto preferisce interrompere la registrazione. Mario Capanna se la prende, non esce dallo studio e annuncia che da quel momento avrebbe iniziato l'occupazione dell'emittente: «Fino a quando "Telelombardia" non riparerà al grave e prolungato vulnus relativo al diritto costituzionale di parola e pensiero. Questo diritto è stato violato per ragioni ignote nei miei confronti e in quelli dei telespettatori.
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