Governo spaccato, sospeso il decreto sulle quote latte

Governo spaccato, sospeso il decreto sulle quote latte GIORNATA DI SCONTRO TRA LA LEGA E IL POLO Governo spaccato, sospeso il decreto sulle quote latte Il Carroccio si schiera con gli allevatori e presenta 1360 emendamenti ma dopo un vertice in serata si impegna a ritirarli. Si ritornerà a votare dopo il summit dei ministri dell'Economia della prossima settimana Raffaello Masti ROMA Il decreto sulle quote latte, per il momento, è «sospeso». La Casa delle Libertà, piuttosto che dare spettacolo della lotta interna tra Lega da una parte e pressoché tutti gli altri dall'altra, ha preferito un «break». Si ragiona, si trova una soluzione, poi si toma a votare, possibilmente compatti, dopo la riunione di Ecofin del prossimo 13 maggio. E' finita così una giornata di fuoco, iniziata con una entrata diretta del ministro Alemanno che, in sostanza, diceva: o passa il decreto oppure me ne vado, e Fini è d'accordo con me. Dall'altra parte dello schieramento la Lega, paladina degli allevatori «ribelli» che di pagare una multa all'Unione europea non ne vogliono sentir neppure parlare. Nel Nord-Est gli allevatori organizzano presidi ad oltranza in attesa di novità: ci sono stati momenti di tensione, come a Vancimuglio (Vicenza), storica roccaforte-simbolo della protesta, dopo che le questure di Vicenza e Padova non hanno autorizzato un corteo di trattori. Lo scontro è durissimo per l'intera giornata. Sul decreto del ministro Alemanno pende la spada di damocle del tempo: approvato il 28 marzo scorso, deve essere convertito in legge entro il 30 maggio, formalmente, ma entro il 19 di fatto. In quest'ultima data, infatti, la Camera chiuderà i battenti per la pausa delle elezioni amministrative. E poi ci vuole anche il voto del Senato. Una maratona. Invece la Lega - irriducibile e forte del sostegno degli allevatori tiene duro: dei circa 2000 emendamenti presentali, 1360 sono suoi. Le procedure parlamentari consentono poi di sfoltirli, ma la massa resta comunque ingente. Su ciascun emendamento si iscrivono a parlare tutti i deputati leghisti: un minuto a testa «a titolo personale». La seduta mattutina si chiude con quattro emendamenti discussi: una vera Caporetto. Gli animi si scaldano, ovviamente, in questo frangente, in cui un partito della maggioranza blocca un provvedimento del Governo che formalmente sostiene. Le agenzie di stampa diramano quasi duecento dichiarazioni: è unagragnuola di colpi che impallina l'ostruzionismo della Lega e a cui la Lega medesima risponde per le rime. Gianni Alemanno ribadisce che occorre mettere la situazione in regola, una volta per tutte, altrimenti altro che trattative in sede comunitaria per ottenere un allargamento delle quote! Al vertice di Ecofin previsto per la prossima settimana - è la tesi - occorre presentarsi con le carte in regola. Conclusione: non ci sono alternative all'approvazione del decreto. L'Ulivo - per bocca del capogruppo ds Violante.- fa sapere che esiste la possibilità di un soccorso dell'opposizione su questa materia. Il capogruppo leghista Alessandro Ce, con una dichiarazione netta, diffida il govemo di accettare una simile collaborazione. La rissa verbale è sulla soglia dell'esplosione. L'Udo, che già mille volte ha manifestato insofferenza per i metodi un po' spicci dei leghisti, spende l'autorità del suo segretario Marco Pollini - per stigmatizzare il comportamento del Carroccio come «una dimensione adolescenziale della politica». Seguono repliche, insofferenti e brusche. Il senso Io esprime l'europarlamentare Francesco Speroni: «i centristi stiano zitti». Nel pomeriggio si riunisce a palazzo Chigi - sotto la presidenza del sottosegretario Gianni Letta - il «tavolo agroalimentare» che vede a raccolta tutte le organizzazioni imprenditoriali del settore, l'appello è unanime: «il Parlamento vari al più presto il decreto Alemanno». Il Parlamento invece, proprio in quelle ore, è in pieno subbuglio. Non sembra esserci via di uscita. Rocco Buttigliene che è presidente dell'Udc, ma anche ministro del govemo e proprio per quelle Politiche comunitarie che delle quote latte sono slate detonatore, rilascia una lunga dichiarazione, nella quale dice che «alla fine la regione è destinata a trionfare». Ai cronisti che si chiedono per quali vie possa avvenire questo «trionfo», viene in soccorso un comunicato stringato di Palazzo Chigi: 0 sottosegretario Letta si appellerà a tutta la sua arte diplomatica per ricomporre la vertenza. Un vertice viene così convocato quando sono ormai le 19,30. Parallelamente si riuniscono anche i capigruppo di Montecitorio. Dopo pochi minuti arriva la decisione: la maggioranza, per ora, sospende il provvedimento. La notte porterà consiglio. La Lega si impegna a ritirare gli emendamenti e a consentire la conversione in legge del provvedimento dopo i risultati del vertice europeo. Una riunione «tecnica» oggi cercherà di comporre le istanze della Lega con i vincoli comunitari. Entro il 15 il voto (unanime) alla Camera, poi si va in Senato. Presidi a oltranza al Nord: «Aspettiamo le ultime novità» Momenti di tensione nella roccaforte-simbolo di Vancimuglio dopo che le questure di Vicenza e Padova non avevano permesso un corteo di trattori Il presidente dei deputati della Lega Nord Alessandro Ce durante la manifestazione davanti a Montecitorio Il ministro Gianni Alemanno

Persone citate: Alemanno, Alessandro Ce, Francesco Speroni, Gianni Alemanno, Gianni Letta, Rocco Buttigliene

Luoghi citati: Caporetto, Padova, Roma, Vancimuglio, Vicenza