Mistero Erika, sparito l'accappatoio rosso

Mistero Erika, sparito l'accappatoio rosso AOSTA, ANCORA ALL'ESTERO I DATORI DI LAVORO DELLA RAGAZZA Mistero Erika, sparito l'accappatoio rosso Lo indossava quella mattina, quando ha aperto la porta all'amico che veniva a fare gli auguri di Pasqua. Introvabile anche un borsone Testimoni avrebbero visto un uomo di colore assieme a una ragazza Enrico Martìnet AOSTA Una linea interrotta dalle contraddizioni, come un disegno logico che ha un improvviso intoppo: un mistero nel mistero della scomparsa di Erika, la ragazza di 27 anni scomparsa il giorno di Pasqua. Partita da Aosta per un pranzo a Courmayeur con il fidanzato e la futura suocera e finita chissà dove, lasciando tracce evidenti quanto di difficile lettura. Un mistero legato ora più a quanto pare svanito con lei. Una borsa, ad esempio, e un accappatoio rosso. Borsa da viaggio non molto grande che pare non esserci più tra le tante cose che Erika aveva nel suo alloggio aostano e che non ci sarebbe neppure in quello milanese. E l'accappatoio che aveva indosso la domenica della sua scomparsa, quando ha aperto la porta all'amico di famiglia venuto ad augurare, ai suoi genitori la buona Pasqua. Lo indossava perché si stava preparando per uscire, non aveva ancora finito di vestirsi, forse era appena uscita dalla doccia. In casa non c'è più. E' finito in quella borsa da viaggio insieme ad altro? Vestiti, un necessaire? Indizi, che se sommati alle chiavi di casa dell'alloggio di Aosta infilate nella cassetta delle lettere, possono far supporre a una fuga. Ma quanto volontaria? Le contraddizioni tra questa ipotesi e la realtà dei fatti è evidente quando si ricorda che Erika nella «Panda» verde della madre lasciata ai bordi della stretta strada di Avise, dieci chilometri oltre Aosta verso Courmayeur, ha lasciato la borsetta con carta di credito e documenti. Che tipo di viaggio si può fare senza soldi e senza carta d'identità o passaporto? Il confine con la Francia è a circa venti minuti d'auto da Avise: si passa nel tunnel del Bianco e in un'ora e mezza si è a Ginevra, dove c'è un importante aeroporto internazionale e da dove parte il treno TGV per Parigi. Altra contraddizione: se davvero Erika avesse deciso di andarsene, perché mai avrebbe lasciato a casa il prezioso orologio cui teneva in particolar mc^io? E perché privarsi anche della borsa? Troppe domande senza risposta per chiudere il quadro investigativo. Indizi che fanno escludere il suicidio, non però un sequestro. Ancora una domanda: perché Erika non si è messa in contatto con i genitori o con la sorella per tranquillizzarli? Qualcuno glielo impedisce? I carabinieri hanno compiuto un'approfondita indagine su Aosta, la cerchia dei conoscenti di Erika, Avise e i possibili testimoni. Nessuno, il giorno di Pasqua, ricorda di aver visto l'arrivo della «Panda». Era una domenica di intenso traffico e lungo la stretta strada del paesino, in parte chiusa accanto alle prime case da un grande cantiere per la costruzione di un garage sotterraneo, era posteggiate parecchie auto. Alcuni abitanti ricordano però di aver visto camminare sul bordo della strada e nel pendio che sale oltre una cappella semidistrutta un uomo di colore, con accanto una ragazza con i capelli lunghi e neri. Quella coppia potrebbe aver visto qualcosa, magari l'arrivo di un'altra auto sulla quale Erika potrebbe essere salita, secondo una congettura che per ora non ha elementi di riscontro. L'indirizzo delle investigazioni però ora si sdoppia: a Milano potrebbero essere trovate altre importanti testimonianze sulla vita di Erika, sui suoi propositi, su qualche ombra o preoccupazione. I militari aspettano il ritomo del datore di lavoro di Erika, il titolare della «International Fashion», agenzia di moda milanese. Prima di Pasqua titolare e un collaboratore sono partiti per «un viaggio di lavoro», come dice un'impiegata del¬ l'agenzia. Aggiunge; «Avrebbero dovuto già rientrare, ma ancora non sono arrivati. Poi però dovevano ripartire subito da Milano, sempre per lavoro e all'estero». Hanno saputo della scomparsa di Erika per telefono, quando si sono messi in contatto con l'agenzia durante il viaggio. «Erano choccati - dice l'impiegata - come me. Erika è una brava ragazza, molto seria e preparata. Non mi ha mai parlato di alcun problema». m'**m* ^^S^v Erika Ansermin, la ragazza aostana di origine coreana scomparsa il giorno di Pasqua

Persone citate: Erika Ansermin