Volandri, più testa che braccio per battere l'orso russo Safin

Volandri, più testa che braccio per battere l'orso russo SafinDA OGGI A ROMA GLI INTERNAZIONALI DI TENNIS, CON AGASSi FAVORITO E L'ITALIANO A CACCIA DI UN'IMPRESA Volandri, più testa che braccio per battere l'orso russo Safin Dovrà usare le sue stesse armi: asfissiare l'avversario con la velocità Ma il 23enne campione di Mosca rischia il forfait per un infortunio personaggio Stefano Semeraro ROMA SE non vi sembra troppo irriverente e minimalista, possiamo dire che gli Intemazionali d'Italia, da oggi al Foro Italico, partono con un Lleytpn Hewitt in meno e un Filippo Volandri in più. Hewitt, l'ex n. 1 del mondo scalzato una settimana fa dal trono da «Gerovital» Agassi, è ancora debilitato da un misterioso virus pre-Sars, non preoccupatevi -e tornerà a digrignare i dentini mannari solo ad Amburgo, nella speranza di presentarsi risanato al Roland Garros. «Filo» Volandri, invece, grazie alle ottime partite giocate a Montecarlo e a Barcellona, si è guadagnato una wild card per il tabellone principale, evitando cosi la Cayenna delle qualificazioni, che ha tagliato le gambe a 4 italici, i due baby Starace e Seppi, più Galvani e Pescosolido. E soprattutto al «Filo» livornese sono appese le un po' debilitate preghiere azzurre di fare qualche passo avanti nel nostro torneo più prestigioso, che nella settimana maschile sarà orfano -ma lo si sapeva da tempo - anche di Pete Sampras, e che in quella femminile dovrà fare a meno di Venus Williams. In un tabellone presidiato dall'eterno Agassi, come si accennava re-incoronatosi a 33 anni e vittorioso la scorsa settimana a Houston, dei nostri alloggiano, è vero, anche Gaudenzi che se la vedrà con l'americano furioso Roddick, Sanguinetti che ha pescato Clement, francese tignoso e ultimamente un po' sdrucito, e Galimberti capitato contro l'abbordabile yankee Vahaly. Ma è ormai Volandri, 22 anni e n. 92 Atp, il number one delle nostre speranze. Filippo è stato destinato dal sorteggio contro una specie di orco, l'ex re delle classifiche Marat Safin, attualmente n. 7 del ranking mondiale, di un anno e mezzo appena più anziano del nostro. Uno capace, fra l'altro, di arrivare otto giorni fa in finale a Barcellona, e poi di ritirarsi, unico forse al mondo, «perché al quarto set mi sentivo un po' stanco». Insomma, certo non un sorteggio benevolo, ma neppure da maledire, come ha saggiamente sottolineato Filippo: «Contro gente come lui, Agassi o Kuerten si gioca sempre allo stesso tempo con la paura di rimediare una batosta e la voglia di batterli. Con Marat, poi, dipende da come lui si alza la mattina... Ma nelle ultime settimane ho capito che al loro livello posso giocare, anche se tante cose vanno ancora migliorate. Con Ferrerò a Barcellona sono sempre stato in partita, nel secondo set ho avuto le mie chance. Quelli forti come lui hanno un ritmo incredibile, tirano tutte le palle, per batterli a ogni punto devi dare il massimo». Sul match grava però un'incognita: Safin lamenta infatti dolore a un polso e potrebbe anche dare forfait in extremis. A Roma, Volandri avrà comunque tutti gli occhi addosso: «Giusto così. So che a maggior ragione dovrò essere al 110 per cento, ma sono esperienze che responsabilizzano, con certe pressioni bisogna imparare a conviverci». Safin ha come credo la velocità, l'asfissia tecnica e mentale dell'avversario. Volandri gioca quasi con le stesse armi e deve continuare a variare il gioco, a rischiare anche con le idee, prima che con il braccio, se vuole evitare il cappio del bomber russo. Fare bene a Roma e a Parigi, per l'allievo di coach Fanucci, seguito all'angolo dall'ex davisman Nargiso, è il desiderio più forte; poi ci sono i top da avvicinare «passo dopo passo. senza fretta, visto che nei primi 100 ci sono già entrato». E Wimbledon, la grande balena verde: «Non ci ho mai giocato, neanche da junior, ma quest'anno ci andrò». Dopo Montecarlo a Volandri hanno fatto piacere «soprattutto i complimenti dei colleghi, di chi ha saputo vedere anche i progressi tecnici». In prospettiva lunga, dopo il superlavoro degli ultimi mesi, ci starebbe «un po' di vacanza, anche un giorno solo». E una convocazione in Davis per lo spareggio di settembre. Magari non all'ultimo momento, come con il Marocco: ((Anche perché se giochiamo con lo Zimbabwe arrivare fin là sarebbe problematico». Ironia cortese, quella del Filo, non avvelenata. Tifare per lui, e per gli altri italians, è un piacere. Il pronostico, però, insieme al defending champion Agassi indica l'instoppabile Ferrera - che ieri ha vinto anche a Valencia - gli altri spagnoli Moya e Costa, Federar, lo stesso Safin, Kuerten e qualche argentino vagante. Ma sulla terra, questo è il bello, non si sa mai. Filippo Volandri, 22enne livornese, è stato ammesso su invito al tabellone principale