I cinque anni perduti di Sarno La ricostruzione è un fantasma di Fulvio Milone

I cinque anni perduti di Sarno La ricostruzione è un fantasma ANNIVERSARIO TRA LE POLEMICHE: NEPPURE UNA DELLE CASE DISTRUTTE DALLA FRANA E' RIPARATA I cinque anni perduti di Sarno La ricostruzione è un fantasma Fulvio Milone Inviato a SARNO Nella notte del cinque maggio del '98 l'apocalisse si abbattè su Sarno e altri quattro centri ai piedi della montagna che franò. In un lampo una colata di fango gigantesca rase al suolo case, scuole, ospedali. Uccise 160 persone, 137 delle quali abitavano in questo paese che non trovò luogo tanto grande per i funerali se non il campo di calcio. Allora come oggi la gente di Sarno vive nell'emergenza. Dopo cinque anni non c'è una casa ricostruita, e i lavori per la messa in sicurezza della montagna procedono con lentezza esasperante. Lo dicono Carmelo Catalano e Giovanni Milone, promotori dell'associazione Rinascere che raggruppa molti parenti delle vittime. Il rosario dei dati che sgranano colpisce come un pugno allo stomaco: «A 1.825 giorni dalla frana, non un'abitazione delle 300 distrutte è stata ricostruita, né una casa delle 100 gravemente danneggiate è stata riparata. I contributi erogati sono pari a zero». E chi sperava che almeno la messa in sicurezza sarebbe giunta a buon punto in quest'anno è rimasto deluso: «I lavori previsti e portati a termine sonò' solo il 20 per cento, quelli in corso non superano il 12 per cento. Le opere appaltate rappresentano V8 per cento, mentre i progetti rimasti sulla carta e non ancora affidati alle imprese per la loro esecuzione sfiorano il 60 per cento». Ma c'è chi contesta questi dati, come il commissariato per l'emergenza: «A marzo scorso sono stati completati 119 interventi per 120 milioni di euro; quelli in fase di appalto ammontano a 17 milioni». «Nell'ultimo anno c'è stata una forte accelerazione delle attività, e le piogge torrenziali di quest'inverno hanno dimostrato la qualità del lavoro svolto», aggiunge il sindaco di Samo, Giuseppe Canfora. «Episcopio, la frazione del paese più colpita dall'alluvione, rinascerà dal fango», annuncia il Governatore Antonio Bassolino: l'altro giorno ha firmato l'accordo di jrogramma che prevede la reaizzazione di 60 alloggi nelle stesse strade che nel '98 furono cancellate dal fango. Oggi Sarno ricorderà i suoi morti con una cerimonia solenne nel cimitero e, in serata, con una fiaccolata, una sorta di Via Crucis fra le case devastate dall'alluvione. Ma basta guardare negli occhi gli uomini e le donne di Sarno per capire che la storia infinita della ricostruzione rischia di spegnere la speranza. A Carmelo Catalano e Antonio Milone non è rimasto altro che usare l'arma del sarcasmo per raccontare le condizioni del paese: «Meno male che ogni sei o sette mesi i media annunciano che a Sarno è partita la ricostruzione: a leggere i giornali si direbbe che ogni senzatetto abbia a disposizione almeno due case per se e i suoi figli. Naturalmente non è così: dopo cinque anni tutte le quattrocento famiglie colpite attendono di tornare nelle proprie abitazioni. Nel frattempo si arrangiano con il contributo di seicentomila vecchie lire per la sistemazione autonoma, con un costo complessivo per lo Stato di tre miliardi l'anno». Il quadro tracciato dall' associazione per quanto riguarda gli interventi per la messa in sicurezza del paese non è meno desolante. «Col tempo i costi previsti sono lievitati da 750 a 1.244 miliardi, ma la disponibili¬ tà finanziaria non supera gli ottocento miliardi. E' stato realizzato solo un quinto delle opere, e di questo passo per completare gli interventi ci vorrano altri vent'anni». I lavori «procedono a singhiozzo e con lentezza», e «non c'è traccia del ripristino della rete dei canali e degli interventi per la riduzione del rischio da colate di fango», aggiunge Catalano che agita il fantasma del dopo-terremoto in Irpinia: «Come in quel caso le somme stanziate si stanno disperdendo in mille rivoli, con l'aggravante che, a differenza del sisma delibo, l'alluvione del '98 ha riguardato un'area infinitaraente più limitata su cui si poteva e doveva intervenire con rapidità ed efficacia». La Regione Campania, chiamata in causa, risponde che la situazione a Sarno è meno grave di quel che si pensi. «Nel quinto anniversario della sciagura, Antonio Bassolino non nasconde le difficoltà ma aggiunge che, senza fare del trionfalismo fuori luogo, «molto è stato fatto» per la sicurezza del paese. La frana di Sarno avvenuta nel 1998, morirono 160 persone

Persone citate: Antonio Bassolino, Antonio Milone, Carmelo Catalano, Catalano, Giovanni Milone, Giuseppe Canfora

Luoghi citati: Campania, Sarno