Il video prima della fuga

Il video prima della fuga Il video prima della fuga Un Saddam malcerto incita alla resistenza Stanco, un po' confuso e frettoloso nel dire agli iracheni che Allah «in qualche maniera» li avrebbe aiutati ad espellere «prima o poi» gli invasori angloamericani. Così appare Saddam Hussein in una videocassetta consegnata alla tv americana Aptn da un ex impiegato della tv satellitare irachena, secondo il quale sarebbe stata registrata il 9 aprile, giorno della caduta di Baghdad, e sarebbe dunque l'ultimo messaggio del Raiss per il suo popolo prima della fuga. In uniforme militare, Saddam appare seduto dietro una scrivania, visibilmente distratto da ciò ch6 gli avviene .attorno. «I credenti saranno vittoriosi sui peccatori indipendentemente dalla durata e dalla forma che la lotta porta avere» elice il Raiss, con un tono meno convinto del solito, assicurando che «avendo pazienza» si potrà «in qualche modo» riuscire a cacciare «gli invasori». La Associated Press Television Network (Aptn) ha diffuso il video precisando che non è stato finora possibile accertare né la data in cui venne fatto né se voce e volto sono quelli di Saddam ma due alti funzionari dell'amministrazione Bush hanno assicurato alla Ap che si tratta di «un nastro che non lascia dubbi sulla sua autenticità». A differenza di immagini viste in passato Saddam appare molto affaticato, le borse sotto gli occhi lasciano intendere che ha dormito poco e parla lentamente, sollevando raramente gli occhi verso la telecamera. In una occasione Saddam legge la stessa frase per due volte ma non per mettervi più enfasi, bensì facendo capire che si è distratto. Prima che il discorso inizi Saddam viene ripreso, sullo sfondo di tende arancioni, mentre dice a delle persone fuori quadro: «Prima la finiamo, meglio é». Alla fine di un discorso disseminato di riferimenti religiosi ma affatto bellicoso come quelli ascoltati dall' indomani dell'inizio della guerra, Saddam torna a rivolgersi a chi sta dall'altra parte della telecamera e chiede «Come sono andato?» per poi trarre la conclusione «Ok, tutto a posto». L'impressione che il Raiss abbia accettato il corso degli eventi: «La durata dell'invasione o dell'occupazione sarà un'eccezione, durerà poco in confronto al periodo nel quale saremo liberi». L'ultimo appello è tentennante: «Gli iracheni sono determinati a difendere la nazione fino alla fine in un modo o nell'altro». Il riferimento a ^(diverse forma di lotta», più volte ripetuto, forse lascia intendere la volontà di condurre guerriglia di lunga durata. ((Attraversare un'esperienza traumatica, indipendentemente da quanto sia brutta, richiede di superare la pazienza affinché gli invasori vengano cacciati». Se l'attendibilità del nastro fosse confermata significherebbe che Saddam è sopravvissuto all'attacco aereo del 7 aprile contro il ristorante Saa - come ha dichiarato l'ex vicepremier Tareq Aziz - e che ha scelto di vivere in clandestinità. Sin dalla caduta di Baghdad, il 9 aprile, elementi dell'opposizio¬ ne hanno in più occasioni dichiarato di aver avvistato il Raiss ed i suoi figli Uday e Qusai in quartieri periferici della città. La caccia ai leader del deposto regime ha portato all'arresto ieri dei ricercati numero 16, 42 e 43 nella lista dei 55 compilata dagli americani. Si tratta di Abdel Tawab Mullah, ex direttore dell'industria militare e ritenuto a conoscenza dello sviluppo di armi proibite, di Mizban Khadr Hadi, comandante di una delle quattro regioni militari create da Saddam alla vigilia del conflitto, e di Taha Muhie-eldin Maruf, ex vicepresidente e membro del Consiglio del Comando della Rivoluzione. I tre arresti sono avvenuti a Baghdad e nel sud mentre a nord, nella zona di Tikrit, sono scoppiati scontri quando i militari americani hanno circondato un gruppo di abitazioni dove si erano rifugia- ti miliziani del partito Baath. Il raid si è concluso con il ritrovamento di armi, tremila dollari in contanti e l'arresto di venti di baathisti, mentre uno è stato ucciso. Nel Paese si moltiplicano episodi di violenza: il 1 maggio una cisterna di carburante è esplosa a Baghdad causando almeno tre morti, ieri due chiatte-cisterna sarebbero state incendiate sul Tigri provocando «numerosi morti» anche se la notizia, diffusa da al-Jazeera, non ha trovato conferme. A Baghdad è in arrivo per guidare l'amministrazione civile americana Paul Premer, ex capo dell'antiterrorismo nell' amministrazione Reagan. La notizia, rivelata da più media americani, costituisce una vittoria per il Dipartimento di Stato da sempre contrario a lasciare solo ad un militare l'ex generale Jay Gamer - la responsabilità della ricostruzione, [m. mo.] II nastro è stato consegnato da un ex dipendente della tv irachena a una rete Usa II Raiss, fuori onda, si lascia sfuggire: «Prima finiamo meglio è» L'ultima registrazione televisiva diSaddam

Persone citate: Abdel Tawab Mullah, Bush, Hadi, Jay Gamer, Khadr, Paul Premer, Saddam Hussein, Taha Muhie-eldin Maruf, Tareq Aziz

Luoghi citati: Baghdad, Usa