Tareq Aziz assicura: «Saddam è ancora vivo» di Paolo Mastrolilli

Tareq Aziz assicura: «Saddam è ancora vivo» E' DETENUTO A BAGHDAD CON ALTRI DODICI CAPI DEL REGIME Tareq Aziz assicura: «Saddam è ancora vivo» Bush agli iracheni d'America: il vostro Paese sarà un esempio per la regione Paolo Mastrolilli NEW YORK Saddam è vivo, o almeno è sopravvissuto al primo attacco, il 19 marzo. Parola di Tarek Aziz, che in cambio di queste rivelazioni starebbe negoziando un'esistenza agiata e protetta per sé e la propria famiglia, anche se la Gran Bretagna ha smentito di aver offerto l'asilo. L'ex vicepremier é detenuto con altri 12 capi del regime a Baghdad, e secondo il giornale Usa Today ha detto all'intelligence americana di aver visto il Raiss vivo dopo l'attacco sferrato per ucciderlo il 19 marzo, ma questo non esclude che sia morto in quello del 7 aprile. Gli specialisti della Cia hanno verificato alcune dichiarazioni di Aziz e hanno appurato che in diversi casi ha mentito. Forse lo ha fatto per proteggersi dai fedelissimi di Saddam ancora in circolazione, oppure perché vuole usare le informazioni che possiede come merce di scambio. Comunque ha detto che il regime stava distruggendo le sue armi mentre gli americani schiera¬ vano le forze nella regione. Sulla sorte dell'ex leader, comunque, le notizie sembrano tutte coincidere: gli ex oppositori dell'Iraq! National Congress, i servizi segreti britannici, Aziz, e ormai anche l'intelligence americana, si stanno convincendo del fatto che sia sopravvissuto. Ieri era il suo 660 compleanno, che veniva sempre celebrato in Iraq come una delle principali feste nazionali. Le truppe di Washington erano preparate alla possibilità di qualche attacco simbolico per marcare la data, ma solo pochi fedelissimi lo hanno ricordato nella sua città d'origine, Tikrit. Un ex colonnello dell'intelligence irachena ha detto che il Ralss potrebbe nascondersi in una casa anonima di Baghdad, o magari ha cambiato aspetto e oggi si «copre» facendo il taxista nella capitale. Altri sostengono che è fuggito nella zona nordoccidentale del Paese, tra Qaim e Sinjar, vicino al confine con la Siria. Altri ancora dicono che è andato a Nord-Est, nella provincia di Diyala, a ridosso dell'Iran, e secondo Ahmed Chalabi, capo dell' Iraqi National Congress, gira con un giubbotto da kamikaze per farsi saltare in aria se gli americani lo prendessero. Comunque sia, finché non verrà chiarito che fine ha fatto molti iracheni potrebbero avere paura di collaborare con la nuova amministrazione. Qualche notizia più precisa è emersa invece sulla prima moglie Sajida e le tre figlie Raghd, Rana e Mala. Domenica una tv iraniana aveva detto che erano state arrestate, ma ora Al Arabiya ha rivelato che si sono rifugiate nella zona nordoccidentale dell'Iraq, sotto la protezione della tribù Shamar, dopo che la Siria le aveva cacciate dal proprio territorio in seguito alle proteste americane. Fener Ahmed Sfook al-Faisal, uno sceicco della tribù, ha smentito la notizia, ma ha aggiùnto che se le donne chiedessero aiuto lo riceverebbero. Un giallo riguarda anche il futuro di Aziz, che dopo la scelta di collaborare con Washington non vuole essere processato da un tribunale iracheno o finire in una cella americana. Ieri il giornale britannico Sun ha scritto che Londra gli avrebbe promesso l'asilo in cambio di informazioni sulla sorte di Saddam, e soprattutto sulle armi di distruzione di massa. Secondo l'accordo, l'ex premier verrebbe presto trasferito in una prigione di Chicksands, dove resterebbe per un periodo tra sei mesi e un anno. Una volta rivelati tutti i suoi segreti riceverebbe una nuova identità, forse una nuova faccia tramite la chirurgia plastica, e una casa da 1,5 milioni di sterline nella campagna inglese protetta 24 ore al giorno dalla polizia. Un'ipotesi riguarda la Duchy of Comwall, ossia le tenute del principe Carlo. Ma il premier Blair ha subito smentito l'articolo del Sun, dicendo che «nessun piano del genere è stato discusso e non c'è possibilità che venga attuato». Nel frattempo, però, starebbe negoziando la resa anche l'ex ministro dell'Informazione Mohammed Saeed al-Sahaf, l'ormai famoso «Ali il Comico» che fino all'ultimo aveva negato la presenza degli americani a Baghdad. Dopo la fuga dalla Siria moglie e figlie del dittatore sarebbero nascoste al Nord sotto la protezione di una tribù Secondo un giornale inglese l'ex vicepremier in cambio dei suoi segreti riceverebbe una nuova identità e una casa in Inghilterra