«Alessandra e Franco innamorati del mare»

«Alessandra e Franco innamorati del mare» A TRANA, NEL TORINESE, LO SGOMENTO DI PARENTI E AMICI DELLA COPPIA «Alessandra e Franco innamorati del mare» «Avevano da poco una casa, stavano per sposarsi» testimonianza T ,v...-',:^ LE auto dei parenti sono lì, posteggiate nel cortile di casa, un fazzoletto coperto di ghiaia. «Franco aveva acquistato una casa che c'è lassù, appena più indietro, sulla collina. La stava facendo mettere a posto, c'erano molti lavori da fare. Ma era contento, voleva sposarsi. Sa, con Alessandra stavano insieme da tanti anni...». Trana è un paese di tremila anime, appeso sulle colline della Valsangone, tra verde e boschi che digradano verso Torino. E la casa di Franco Barone è lì, protetta tutt'intorno da villette e stradine. Un posto di pace, di tranquillità appena turbata dal traffico che invade la statale, qualche centinaio di metri più avanti. Quando arriva la notizia della sciagura di Mentone, di quell'esplosione su uno yacht, provocata da un ;uaio che ancora non si riesce iene a spiegare, quassù nessuno pensa a Franco Barone. A questo uomo di 42 anni, sempre gentile e cortese con tutti, a questo industriale che con il padre Leandro gestisce un'azienda che lavora laminati e fabbrica serbatói per auto e motociclette, che produce e inventa modelli per l'Aprilia, la Ducati e la Bmw, soltanto per citare qualche marchio importante. Sono le tv dei bar del paese a rilanciare il nome: «Franco Barone, imprenditore torinese...». E in un attimo lo sgomento avvolge il paese. Non c'è verso di fermare il tam tam di voci. Non c'è verso di proteggere i suoi anziani genitori, Leandro e Patrizia, investiti da questa notizia che è peggio di una fucilata. «Morto? Ma chi l'ha detto, cos'è questa storia? Quando l'ha saputo sua madre, mia sorella, non ci poteva credere...» racconta Attilio Maero, lo zio, che da ore accoglie gli amici e i parenti che non riescono a farsi una ragione di questa sciagura, che non vogliono credere sia tutto vero e si aggrappano alla vana speranza che sia tutto un equivoco. Ma basta una telefonata in Costa Azzurra per capire che è tutto vero. Che Franco è stato ucciso da uno scoppio che ha sventrato il suo yacht, comprato da neppure un anno, e che Alessandra, la sua fidanzata, è grave, in stato di semincoscienza in un lettino d'ospedale. In un attimo il paese si scuote. Arriva Doriano, l'amico di sempre. Arrivano i genitori di Alessandra Carrara. C'è una sola cosa da fare, andare a Mentone. «Ha voluto partire anche Leandro. Era sconvolto, ma non poteva restarsene qui ripete zio Attilio -. E' un uomo che ha una riserva inesauribile di energie. E poi Franco ha sempre vissuto con i genitori; era legatissimo a loro. Senza contare che era anche l'anima dell'azienda; se ne stava laggiù dal mattino presto a notte fonda...». «Laggiù» è Bruino, un paese a neanche a dieci chilometri dalla villa. E la fabbrica, la «Ilas», è un grosso complesso di sette o otto capannoni con muri di mattoni paramano rossi, piante nel giardino, davanti agli uffici e ai laboratori. Un'istituzione, per la gente di questa zona. Un po' perché dà lavoro a un centinaio di persone e un po' perché è una delle aziende più vecchie del paese. L'aveva fondata, tanti anni fa, papà Leandro Barone con un socio, Aurelio Ceresa. Poi avevano aperto altre aziende nei dintorni di Torino e, alla fine, i Barone avevano deciso di dedicarsi soltanto all'attività di lavorazione laminati. Alla Ilas, appunto. Un'azienda con un laboratorio prototipi super attrezzato e rapporti con aziende americane di automobili. «Franco non aveva molto tempo per divertirsi. D'inverno qua che volta andava a sciare con gli amici di sempre. Soprattutto, però, era appassionato di mare. La barca era un suo desidero da tanti anni...» raccontano in paese. Un sogno che lui e Alessandra avevano accarezzato insieme e che insième avevano realizzato. «Lei è una donna molto dolce e molto bella. Erano fidanzati da 13 anni, una coppia d'acciaio...», sussurra un'amica di lei, rimasta nella casa di Bruino ad aspettare notizie in arrivo dalla Francia. Ma le ere sono uno stillicidio di informazioni spesso contraddittorie: «Sta me- glio». «No, è gravissima...». «E' in terapia intensiva». Troppo per essere fiduciosi di poterla riabbracciare al più presto. Intanto a Mentone una delle amiche della coppia, Chiara Audisio, racconta quel poco che ricorda di quei momenti. «Ieri sera avevamo fatto tardi, così questa mattina alle 9 dormivano ancora tutti. All'improvviso c'è stato quello scoppi:.. Siano corsi sul ponte: c'erano vetri ovunque e la poppa era sventrata. Siamo corsi nella cabina di Franco e Ale. La parete era sfondata. Lei era distesa accanto a lui, ferita ma cosciente». Il cellulare di Chiara squilla in continuazione. Dall'altra parte una volta c'è la sorella di Franco, un'altra i genitori di Alessandra. Altri amici. E' difficile dire la verità cercando di renderla il meno dolorosa. Ma a Trana, ormai; più nessuno si fa illusioni. Nella bella villa immersa nel verde, la morte non è più un fantasma che si cerca di scacciare. «Qualche giorno vacanza, per riposarmi un po', aveva detto. Povero Franco, lui che non andava mai via...». Due amiche di famiglia sulla banchina del porto di Mentone dopo la terribile esplosione Gestiva con il padre una fabbrica di laminati con cento dipendenti «Era sempre in azienda ma il suo sogno era quella barca»

Persone citate: Alessandra Carrara, Attilio Maero, Aurelio Ceresa, Chiara Audisio, Franco Barone, Leandro Barone

Luoghi citati: Bruino, Francia, Torino, Trana