L'ltalbici crolla nel grande Nord

L'ltalbici crolla nel grande Nord SUI MURI E I PAVÉ' DI BELGIO, FRANCIA E OLANDA I NOSTRI CORRIDORI SEMPRE KO: NON ACCADEVA DALL'89 L'ltalbici crolla nel grande Nord A Liegi vince Hamilton, podio tutto straniero Giorgio Viberti Suona l'allarme per l'Italbici. Nemmeno la liegi-Bastogne-Liegi di ieri, ultima delle classiche del Nord e 5a prova di Coppa del Mondo, ha ridato il sorriso ai nostri corridori: 2 italiani nei primi 5 al traguardo, 5 nei primi 10, ma nessvmo sul podio della «Doyenne», cioè la decana, la più antica fra le grandi classiche del ciclismo. Ha vinto per distacco l'americano Tyler Hamilton, ex luogotenente del cowboy Lance Armstrong, precedendo di una manciata di secondi l'astrò nascente spagnolo Iban Mayo e l'olandese eterno piazzato Micky Boogerd. Poi i primi due italiani - il promettente Scarponi e l'ancora una volta incompiuto Casagrande - davanti ad altri corridori importanti, con Di Luca, Mazzoleni e Basso rispettivamente 80,90 e 10o. Morale-delia favola: buona prestazione collettiva dei nostri, ma senza la zampata che arpiona la vittoria. Proprio come era successo nelle precedenti tappe di questa campagna del Nord, amara pernii italiani. Era dall'89 che non si registrava un fatto del genere: nessun nostro corridore capace di mettere il sigillo almeno su ima classica di primavera tra Belgio, Francia e Olanda. L'anno scorso c'era stata addirittura una scorpacciata, con i successi di Tafi nelle Fiandre, Cipollini nella GandWevelgem, Bartoli nell'Amstol Gold Race e Bettini a Liegi. Dal rischio di indigestione si è passati in una sola stagione al digiuno totale. Eppure questa stagione 2003 era cominciata bene per l'Italbici, subito a segno con Bettini nella prova di apertura della Coppa del Mondo, la MilanoSanremo, che aveva visto ben cinque nostri corridori ai primi posti nell'ordine d'arrivo (20 Celestino, 30 Paolini, 40 Cipollini, S" Pieri). Poi però lo grandi aspettative sono andate deluse sulle strade del Nord, complici anche incidenti e contrat- tempi vari come le cadute di Bettini (con frattura a una spalla) e Cipollini nella Gand-Wevelgem, Tafi e Bortolami nella Parigi-Roubaix, Rebellin e Paolini nella Freccia Vallone. Così su muri, cotes e pavé ci siamo dovuti accontentare di qualche piazzamento: 4" Baldato nel Fiandre vinto dal belga Van Petegem, 40 Ongarato nella Gand-Wevelgem del tedesco Klier, 20 Pieri nella Roubaix conquistata ancora da Van Petegem, 30 Di Luca nell'Amstel Gold Race andata al kazako Vinokourov, 60 Mason nella Freccia Vallone dello spagnolo Astarloa e, ieri appunto, le briciole a Liegi sotto un podio tutto straniero. Troppo poco per la Nazione più forte nel ciclismo mondiale. Né bastano a incoraggiarci le buone notizie che intanto arrivano dall'Italia, dove sempre ieri Simoni ha conquistato il Giro del Trentino conservando nell'ultima tappa la manciata di secondi che aveva racimolato due giomi prima sull'altro protagonista Garzelli, due campioni apparsi di nuovo al top dopo le contraddittorie vicende del doping, che ne condizionarono la scorsa stagione. Una parziale consolazione per i nostri corridori potrebbe essere la mancanza di «mostri» inarrivabili nel panorama ciclistico mondiale: non è imbattibile infatti il Van Petegem leader di Coppa ma - ed è il messaggio arrivatoci ieri da Liegi non lo è neppure Lance Armstrong, che la «Doyenne» ciba riconsegnato in versione umana. L'americano è infatti uscito di scena dalla corsa proprio quando sembrava ormai il dominatore. E' successo sulla Cote di Sart Tìlman, penultima delle 10 salite (le «cotes», appunto) sparse lungo i 260 km del percorso: poco prima, a una trentina di km dalla fine, il texano aveva sfiatato Bartoli sulla Cote de Sprimont, restando in fuga con lo spagnolo Sanchez e il - kazako Shefer. Pareva fatta, invece gli inseguitori - con Scarponi, Di Luca, Casagrande, Mazzoleni e Basso tra i più attivi - gli hanno azzannato i calcagni a una manciata di km dal traguardo, restituendo fattezze da comune mortale al semidio dominatore degli ultimi4 Tour. Neutralizzato il favorito, è partito il suo connazionale Hamilton, ex sciatore diventato ciclista per rieducare un arto infortunato sulle nevi, e non è stato più ripreso. Un ideale passaggio di consegne che piacerà molto agli americani, meno ai tanti italiani di Liegi che avevano colorato le strade di verdebiancorosso. Il 32enne amerìcanoTyler Hamilton esulta: ex sciatore, sì diede al ciclismo per fare rieducazione dopo un infortunio sulle nevi

Luoghi citati: Belgio, Francia, Italia, Olanda, Parigi, Trentino