I piccoli azionisti si ribellano ai megastipendi dei manager di Valeria Sacchi

I piccoli azionisti si ribellano ai megastipendi dei manager I NOMI E GLI AFFARI I piccoli azionisti si ribellano ai megastipendi dei manager Valeria Sacchi Le imprese tracobano ma i supermanager diventano sempre più ricchi. Un paradosso che sta facendo saltare i nervi a grandi e piccob azionisti spingendob aba rivolta. E' appena avvenuto aba Shell dove un gruppo di soci ba tentato nel corso deb'assemblea annuale di togbere b bonus a Sir Philips Watts, il numero uno del gruppo petrolifero che, nonostante U calo dei profitti e del valore dli Borsa, ba guadagnato nel 2002 quasi due miboni di sterline. La mozione non è passata, né è passata una identica proposta ab'assemblea deba Scbroeders, tesa a cancebare un premio di 1,8 miboni di.sterline a favore del grande capo Michael Dobson. Ma il segnale è chiarissimo. E' andata meno bene al presi¬ dente di American Airlines Donald Carty che, mentre chiedeva sacrifici ai dipendenti concordando con i sindacati riduzioni salariab per 1,8 imbardi di dobari necessarie per abontanare lo spettro deba bancarotta, concedeva premi e pensioni ai dirigenti purché si impegnassero a restare neba compagnia fino al 2005. Messo sotto accusa dagb assistenti di volo che minacciavano di far saltare l'intesa, Cary ba dovuto dimettersi passando l'ammaccato scettro nebe mani di Gerry Harpey. Abarmato, Leo Mullin, presidente di un'altra aviolinea, la Delta, ba preferito rinunciare al premio piuttosto che aba poltrona. L'ondata contro il malcostume dei manager sta montando ed è destinata ad allargarsi. Non solo «Fortune» ba messo alla gogna dodici mega-presidenti e amministratori delegati che nel 2002 hanno intascato stipendi da favola mentre le aziende perdevano - in testa U creatore deba Apple Steve Jobs - ma negb Stati Uniti b fenomeno ha messo in allarme alcuni membri del Congresso. Come non bastasse, b Dipartimento deba Giustizia Usa ba fatto sapere che nel mirino dei magistrati federab ci sono già 130 aziende, indagate per presunte firodi da parte del management. In Europa il primo a dover restituire parte deba superbquidazione era stato, l'anno scorso, l'ex grande capo di Abb Percy Bamevick mentre aba Glaxo gb azionisti, che già in novembre erano riusciti a cancebare un premio di 11 miboni di sterline destinato a Jean Pierre Garnier, si preparano a dar battaglia in assemblea per togbergb anche un «paracadute d'oro» del valore di cinque miboni di sterline. Curioso b fatto che Martin Ebner, l'uomo che neba veste di grande azionista Abb aveva messo in moto l'attacco a Bamevick, si trovi oggi a sua volta nei pasticci. Impigbato neba lunga crisi dei mercati, dab'estate scorsa il finanziere elvetico ba dovuto cominciare a smantebare il suo impero raccolto in BZ Group, riducendo o azzerando le partecipazioni in gruppi industriab e bancari, da Pirelb a Lonza, da Investor a Baloise, da Abb al Credit Suisse. Ultimo addio, quebo aba VP Bank di Vaduz, prossimo passo la cessione deba BZ Bank. Un tramonto, U suo, tanto rapido quanto impressionante. Segno che, dopo miUe colpi andati a segno, aveva finito per smarrire b tocco magico. Chissà mai se il tocco magico lo ritroverà Roberto Colaninno, l'ex padrone e numero uno di Obvetti e Telecom aba ricerca di settori dove reinvestire i quattrini guadagnati con l'affare Telecom. Deluso per non essere riuscito a entrare nel riassetto Fiat, Colaninno sta tentando la carta della Piaggio, b gruppo di Pontedera controbato da Morgan Grenfeb. Primo passo per un disegno più ambizioso che, secondo voci di Borsa, lo vedrebbe impegnato a creare un nuovo polo itabano debe due ruote. Anche Patrizio Bertelli, marito di Miuccia Brada, sta rivedendo alcune posizioni. Nei giorni scorsi la Preda ba infatti ceduto al fondo svizzero Equinox b 45IM) deba Cburcb's, storico marchio di calzature inglese conquistato nel 1999 dopo un testa a testa con la Tod's. Una partnership finabzzata al lancio di Cburcb's su nuovi mercati. Ha trovato invece dove puntare le sue fìcbes b padrone della Tod's (e deba Fiorentina) Diego Della Valle. Che, insieme al fratebo Andrea, ba appena investito 110 miboni di euro neba Bnl presieduta dab'amico Luigi Abete dove, forte del 4^ del capitale, è diventato di colpo il terzo azionista dopo gb spagnoli del Bilbao Viscaya (150Zo) e le Generab (7,430Zo). Impermeabbe abe crisi e concentrato sul core business, il padrone di Vuitton Bernard Arnault (che in Tod's è presente con una piccola quota del 3,50zfi) ba invece acquistato daba famigba Rossi b controllo deba Rossi Moda di cui già aveva U 45,X(. Ma neb'azienda veneta che produce scarpe da donna di alta gamma Luigino Rossi (con^U 3*^ del capitale) resterà presidente e amministratore delegato fino al giugno del 2006. Dopo aver raccolto 800 miboni di euro con b recente aumento di capitale, e pronta a racimolarne altrettanti attraverso una cartolarizzazione dei crediti in sofferenza, la Popolare di Lodi prosegue la crescita con una nuova abeanza che porterà nel gruppo lodigiano la Popolare di Crema presieduta da Carlo Cosi. Un'operazione che tuttavia non chiude la partita debo sviluppo, come ba appena spiegato in un'intervista l'amministratore delegato deba Lodi, Giampiero Fiorani. Ma, al contrario, consentirà aba Lodi di «sedersi a qualunque tavolo negoziale per aggregazioni con banche di uguab dimensioni», in ossequio aba direzione tracciata dal governatore di Bankitaba Antonio Fazio, favorevole a un processo di concentrazione tra popolari. Su una maxi-cartolarizzazione dei crediti puntano anche le grandi banche tedesche. Sotto l'egida del ministro debe Finanze Hans Eichel, Deutsche Bank, Dresdner, Commerzbank, Hvb Group e Dz-Bank (la centrale debe cooperative) creeranno insieme a Kreditanstalt fur Wiederaufbau (che gestirà la cartolarizzazione del portafogbo) una nuova società ad boc alla quale girare i crediti, liberando risorse da destinare alla cbentela industriale. Ma intanto suba testa del presidente deba Deutsche, Joseph Ackermann, si addensano le nuvole di uno scandalo che vedrebbe coinvolta la fibale lussemburghese della Dws, la maggiore società tedesca di gestione di fondi cobegata aba Deutsche, accusata di aver influenzato per anni l'andamento dei fondi a proprio vantaggio e con gravi danni per la clientela.

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